Raffaele Terlizzi si è spento a 76 anni lasciando un vuoto profondo nella comunità lucana di Borgaro Torinese e in tutto il Piemonte. Nato a Lavello, in provincia di Potenza, Terlizzi era arrivato nel nord Italia più di cinquant’anni fa, senza mai perdere il legame con la sua terra d’origine. Il suo lavoro quotidiano ha contribuito a mantenere vive le tradizioni lucane, creando ponti culturali e sociali fra due realtà geografiche e generazionali.
Radici lucane e l’impegno nella comunità piemontese
Raffaele Terlizzi non ha mai dimenticato il suo paese natale, Lavello, e ha portato con sé quel senso di appartenenza nel momento in cui si è stabilito in Piemonte. Negli anni, è diventato un punto di riferimento per la comunità lucana residente a Borgaro Torinese e nella regione, favorendo la coesione sociale attorno alla cultura meridionale.
Presidente da circa venticinque anni dell’associazione “Orazio Flacco”, Terlizzi ha lavorato per tenere vive tradizioni e memorie. Questa associazione rappresentava un luogo d’incontro e di condivisione per i lucani lontani dalla Basilicata. A fondarla è stato insieme ad altri membri della comunità, e essi hanno subito individuato un ruolo cruciale per l’associazione: aggregare ma anche raccontare la storia e i valori del loro territorio.
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Collaborazione con enti pubblici e parlamentari
Nel corso del tempo, Terlizzi ha collaborato con enti pubblici e parlamentari, tra cui Mauro Laus, anch’egli originario di Lavello. Insieme, hanno promosso iniziative concrete, come il trasferimento della statua di San Mauro, patrono di Lavello, dal sud al Piemonte. Questo gesto ha un valore simbolico molto forte, perché ha portato un pezzo di terra lucana nel cuore della città piemontese, rafforzando il senso d’identità degli emigrati.
Attività culturali e riti tradizionali promossi da terlizzi
L’impegno di Raffaele Terlizzi si è tradotto in un’attività instancabile di organizzazione. Negli anni ha curato eventi dedicati alla cultura lucana, come mostre d’arte, rassegne di cinema, premi letterari e feste tradizionali. Tra queste spiccava la “Befana lucana”, una festa che richiamava vecchie usanze e che permetteva ai più giovani di conoscere le proprie radici.
Approccio e passione
L’approccio di Terlizzi era pragmatico e concreto. Sapeva mettere insieme eventi capaci di unire la comunità, ma anche di affascinare chi, della Basilicata, sapeva poco o nulla. La sua gestione era fatta di umiltà e dedizione. La sua passione ha evitato che la memoria delle tradizioni lucane si perdesse nel tempo, mantenendo un filo solido tra passato e presente.
Le sue azioni hanno aiutato a far conoscere la cultura del Mezzogiorno non in modo astratto o nostalgico, ma come un elemento vivo che si può portare avanti in una realtà diversa. L’attività associativa sotto la sua guida è stata motore di iniziative che hanno mantenuto saldo il senso di comunità.
Ricordi e testimonianze degli ultimi giorni
Non sono mancati i messaggi di cordoglio dopo la notizia della morte di Terlizzi. Luigi Scaglione, presidente del Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo, ha definito Terlizzi un amico e testimone della regione lucana, valorizzandone l’impegno semplice e concreto.
Anche l’amministrazione comunale di Borgaro Torinese ha espresso il proprio dispiacere sottolineando la sua bontà e l’affetto che aveva conquistato tra i cittadini. Le parole rivolte alla famiglia ricordano un uomo generoso, rimasto discreto pur nella sua attività di promotore di cultura e di solidarietà.
In queste ore, l’associazione “Orazio Flacco” vive un momento di grande dolore ma anche di riflessione sul peso di quanto Terlizzi ha costruito. La sua scomparsa segna la fine di un’epoca, ma il lavoro che ha fatto indica una strada per chi vorrà continuare a raccontare la lucanità in Piemonte.