Le recenti acquisizioni del Museo e Real Bosco di Capodimonte includono due affascinanti tavole che ritraggono i beati francescani Morico e Leone, opere databili al ‘400 e attribuite al maestro napoletano Colantonio. Queste opere, lungamente ricercate e di grande valore storico, hanno fatto il loro ingresso nei musei italiani grazie all’intervento del Ministero della Cultura , sotto la Direzione generale architettura, belle arti e paesaggio. Questi preziosi pezzi si uniscono ad altre opere emblematiche, contribuendo a una narrazione artistica che abbraccia secoli di storia.
Il contesto delle acquisizioni artistiche
Il Museo e Real Bosco di Capodimonte, una delle istituzioni culturali più importanti di Napoli, ha recentemente ampliato le proprie collezioni con l’arrivo di due tavole dedicate ai beati Morico e Leone. Queste opere non solo rappresentano un’importante aggiunta al patrimonio artistico, ma offrono anche l’opportunità di ricollegare opere disperse nel tempo. Le tavole erano parte di un polittico originariamente collocato nella chiesa di San Lorenzo Maggiore, famoso per la sua imponente pala d’altare dedicata a San Girolamo, creata da Colantonio.
L’arte di Colantonio, che operò durante i regni di Renato d’Angiò e Alfonso il Magnanimo, è nota per la sua ricca combinazione di influenze fiamminghe e italiane. Questa particolare fusione di stili rappresenta un periodo distintivo della storia artistica meridionale, in cui Napoli fungeva da crocevia culturale tra diverse tradizioni artistiche. Con le operazioni di acquisto di queste tavole, il museo spera di reintrodurre un pezzo importante della storia napoletana, permettendo ai visitatori di comprendere meglio la complessità dell’arte del ‘400.
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Un arrivo significativo per la cultura napoletana
L’approdo di queste tavole si inserisce in un tentativo più ampio di ripristinare l’integrità della pala d’altare di San Lorenzo. Eike Schmidt, direttore del museo, ha espresso la sua gratitudine verso il Ministero della Cultura per questo importante passo volto a valorizzare e preservare il patrimonio artistico. La riunificazione di queste opere in un’unica esibizione offre un’eccezionale opportunità di apprezzare non solo l’arte religiosa, ma anche le storie e le tradizioni che essa incarna.
Una volta esposte in sala 67, le tavole saranno collocate accanto alla rappresentazione di San Girolamo, attivando un dialogo visivo tra i vari pezzi e rievocando la funzione originale del polittico. Questa ripresa di opere storiche valorizza ancora una volta il ricco passato culturale di Napoli, invitando il pubblico a riflettere su come l’arte possa agire da ponte tra le diverse epoche e contesti.
Una rete di opere in collezioni private
Nonostante le nuove acquisizioni, gran parte delle tavole originariamente presenti nel polittico rimane ancora dispersa in collezioni private. Alcuni pezzi, come i Beati Pietro, Galbazio e Raniero, sono custoditi nella Collezione Cini di Venezia, mentre altri come il Beato Egidio si trovano a Firenze. In questa occasione, il museo ribadisce l’importanza di mantenere viva la memoria di questi artisti e delle loro opere attraverso eventi e mostre che colleghino i vari elementi della loro eredità .
Inoltre, il progetto “Restituzioni” di Intesa San Paolo prevede il restauro del San Francesco, altro pezzo fondamentale della pala di San Lorenzo. Questo lavoro non solo permette di preservare questi tesori, ma offre anche un’opportunità di apprendimento e valorizzazione per il pubblico, garantendo che la storia di Napoli e delle sue influenze artistiche continui a essere raccontata. L’appuntamento del 12 dicembre presso il museo rappresenta un’ulteriore occasione di approfondimento, un momento in cui esperti e appassionati di arte potranno approfondire il valore di queste opere e la loro importanza per la cultura napoletana.