La procura di Venezia ha avviato un’indagine nei confronti di Donald Trump Jr., figlio del presidente degli Stati Uniti, per presunti reati di furto aggravato ai danni dello Stato e di uccisione di animale senza necessità . Gli eventi contestati si sono verificati a fine gennaio, durante un soggiorno in Italia, dove Trump Jr. è stato sorpreso a cacciare anatre in un’azienda faunistico-venatoria a Campagna Lupia.
I fatti: la mesta caccia alle anatre
Stando a quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, Donald Trump Jr. si trovava nella struttura di Valle Pierimpiè, dove ha partecipato a un’attività di caccia. Un video girato dal suo stesso team ma mai pubblicato mostra il figlio di Donald Trump mentre spara a diverse anatre, raggiungendo il culmine del suo soggiorno con l’uccisione di una casarca, una specie protetta sia secondo le normative italiane che europee. Questo comportamento ha acceso un campanello d’allarme per le autorità competenti, poiché la legislazione vigente vieta la caccia a questo tipo di volatile, riconosciuto come in pericolo di estinzione.
Le implicazioni legali dell’atto di bracconaggio
L’indagine della procura veneziana si concentrerà principalmente sull’effettiva responsabilità di Trump Jr. nell’uccisione della casarca e sull’eventuale configurazione del reato di bracconaggio. È opportuno chiarire che, secondo l’articolo 727 bis del Codice penale italiano, il reato è perseguibile non solo nel caso di uccisione di specie protette, ma anche nel caso in cui l’animale venga portato via e detenuto. La legge, quindi, punisce severamente chiunque violi le norme sulla salvaguardia della fauna selvatica, e questo fatto non fa eccezione.
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In aggiunta agli atti di caccia, sarà necessario verificare se siano stati rispettati tutti i requisiti legali per la caccia in Italia da parte di un cittadino straniero. Le autorità richiedono documentazione specifica, come un tesserino di caccia, un attestato consolare, e una polizza assicurativa per l’attività venatoria. Secondo le prime informazioni ricevute, Trump Jr. avrebbe rispettato tutti i requisiti richiesti dalle autorità locali.
La responsabilità internazionale e le reazioni
L’eventuale incriminazione di Donald Trump Jr. ha sollevato una serie di questioni riguardanti la responsabilità degli stranieri che praticano la caccia in Italia. Questo episodio non solo mette in discussione la condotta di un personaggio pubblico noto a livello mondiale, ma richiama anche l’attenzione su come la legislazione italiana e internazionale affronti i reati ambientali legati alla caccia.
Le reazioni alla notizia non si sono fatte attendere. Ambientalisti e attivisti per la protezione degli animali possono vedere in questo caso un’occasione importante per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della conservazione delle specie protette e delle normative in materia di caccia. La questione pone in evidenza la necessità di un controllo rigoroso sulle normative di caccia in tutte le loro sfaccettature, prestando particolare attenzione a chi, da una posizione privilegiata, potrebbe sentirsi al di sopra delle regole.
Il caso di Donald Trump Jr. resta, dunque, un argomento di discussione in corso, con la procura di Venezia che ha il compito di svolgere un’inchiesta approfondita su un episodio che potrebbe avere ripercussioni non solo legali, ma anche etiche a livello internazionale.