Don Franco Rapullino critica 'Parthenope': una rappresentazione irrispettosa della fede napoletana

Don Franco Rapullino critica ‘Parthenope’: una rappresentazione irrispettosa della fede napoletana

Don Franco Rapullino critica il film ‘Parthenope’ di Sorrentino per la sua rappresentazione blasfema del culto di San Gennaro, chiedendo maggiore responsabilità artistica e rispetto per la cultura napoletana.
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Don Franco Rapullino critica 'Parthenope': una rappresentazione irrispettosa della fede napoletana - Gaeta.it

Recentemente, Don Franco Rapullino, parroco della Chiesa di San Giuseppe a Chiaia a Napoli, ha espresso la sua forte contrarietà nei confronti di ‘Parthenope’, l’ultimo film di Paolo Sorrentino. La sua denuncia nasce da un legame profondo con la comunità e la cultura partenopea, aggrappandosi a ricordi dolorosi legati alla criminalità organizzata. Il presbitero aveva già sollevato una questione cruciale nel 1990, lanciando un accorato appello ai giovani napoletani a non lasciare la propria città in seguito all’omicidio di un bambino innocente, Nunzio Pandolfi. Le sue recenti dichiarazioni connesse al film non solo ripercorrono la sua storia di impegno sociale, ma evidenziano anche una riflessione sulla rappresentazione della fede a Napoli.

La rappresentazione di San Gennaro

Don Rapullino ha concentrato la sua attenzione su alcune scene chiave del film in cui si celebra il culto di San Gennaro. Queste immagini sono state interpretate come una provocazione, secondo il sacerdote che ha definito il trattamento del miracolo come “offensivo”. La figura del cardinale, rappresentato in un contesto ritenuto profanatore, aggraverebbe ulteriormente l’offesa a una grande tradizione di fede e spiritualità profondamente radicata nella cultura napoletana. Secondo il parroco, la celebrazione della sacralità deve mantenere il rispetto e la dignità che merita, e qualsiasi rappresentazione che contraddice questi valori è degna di attenzione e critica.

Rapullino ha affermato: “Non ha diritto di essere così blasfemo”, evidenziando la necessità di una manifattura artistica responsabile, che riconosca e rispetti le sensibilità religiose. La satira, ha dichiarato, deve sempre essere esercitata con discernimento, specialmente quando si confronta con figure come San Gennaro, simbolo di protezione e speranza per molti napoletani.

Napoli e la sua immagine

Il sacerdote non si è limitato a criticare le singole scene, ma ha espresso una visione complessiva della rappresentazione di Napoli nel film di Sorrentino. A suo avviso, il ritratto offerto riecheggia una città che è dominata da elementi come potere, ambizione, sesso e denaro, tralasciando aspetti significativi che invece caratterizzano la vera essenza di Napoli. “Napoli è migliore di quella che lui ha messo in quel film”, ha dichiarato con fermezza, sottolineando che l’immagine proposta non è un riflesso veritiero della sua comunità e cultura.

Il parroco ha acceso un dibattito sul modo in cui Napoli viene rappresentata nel cinema e nella cultura popolare. Egli sostiene che dietro le facciate di problematiche sociali e criminalità, vi è un’anima che merita di essere celebrata con dignità. Raccontare la città solo attraverso tentazioni e conflitti, secondo Rapullino, sminuisce il lavoro che molti stanno svolgendo per costruire un futuro migliore e per valorizzare la ricchezza culturale e spirituale di Napoli.

Un appello alla responsabilità artistica

Don Franco Rapullino ha evocato una richiesta di maggiore responsabilità da parte di artisti e cineasti nel trattare temi legati alla religione e alla cultura di Napoli. L’incarnazione di figure significative come San Gennaro richiede una delicatezza che, secondo lui, è stata completamente trascurata nel film di Sorrentino. La fede dei napoletani, che affonda le sue radici in una storia complessa e significativa, merita rappresentazioni che la onorino, piuttosto che ridurla a caricature.

La sua vocazione di sacerdote lo spinge a difendere i valori della comunità, ed è inevitabile che, di fronte a opere che possono risultare lesive, sollevi la voce per far sentire le istanze di una popolazione che ama e onora la propria storia religiosa. Rapullino, in questo contesto, fa eco a tanti altri che vedono questioni fondamentali nel dibattito artistico contemporaneo, sottolineando l’importanza del rispetto, non solo per la fede ma anche per la cultura di una città che, nonostante le sfide, continua a brillare per le sue tradizioni e la sua resilienza.

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