Un disegno di legge che punta a unificare le regole sulla sicurezza e la gestione delle piscine in Italia arriverà presto in Consiglio dei ministri. L’obiettivo è mettere ordine in normative finora frammentate e introdurre obblighi precisi anche per le piscine private, spesso coinvolte in incidenti. La proposta, firmata dal ministro della Protezione civile Musumeci e dal ministro della Salute Schillaci, cerca di ridurre il numero di annegamenti e migliorare la tutela dei bagnanti su tutto il territorio.
Dati sugli incidenti in piscina e necessità di una legge nazionale
Le statistiche sugli annegamenti in Italia evidenziano un problema grave e sottovalutato. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Istat, ogni anno muoiono per annegamento circa 328 persone. Tra queste, il 12% sono bambini, con una particolare incidenza per i minori di 12 anni. In totale, dalle rilevazioni tra il 2003 e il 2020, quasi 7 mila persone hanno perso la vita negli specchi d’acqua italiani, inclusi 30-40 decessi annui legati alle piscine. Numeri che spingono verso una regolazione rigorosa e condivisa.
La frammentazione delle norme regionali e le differenti interpretazioni in vari contesti hanno lasciato situazioni di rischio irrisolte. Diverse realtà, soprattutto per piscine domestiche e strutture private, non avevano finora un quadro chiaro e uniforme. Il nuovo disegno punta a colmare questo vuoto, fissando regole su requisiti di sicurezza, igiene, manutenzione e gestione per ogni tipo di impianto.
Leggi anche:
I contenuti principali della proposta di legge per la sicurezza delle piscine
Il provvedimento si compone di sei capitoli e 36 articoli, che stabiliscono norme minime da rispettare su tutto il territorio nazionale. Si tratta quindi di un tentativo di superare la frammentazione di competenze diffuse tra regioni e accordi locali, introducendo un sistema che metta in sicurezza utenti e impianti.
Una delle novità riguarda proprio le piscine private, che da oggi in poi dovranno rispettare standard specifici. Sarà obbligatorio installare dispositivi di sicurezza come salvagenti anulari, barriere fisiche oppure teli rigidi per evitare tuffi accidentali e ingressi non controllati in acqua. Questi strumenti dovranno rispettare proporzioni precise, come un salvagente ogni 100 metri quadri di superficie.
Oltre a questo, la legge impone la presenza di una cassetta di pronto soccorso e apertura a norme di progettazione e impiantistica basate sulle direttive europee Uni. Un’altra misura importante riguarda l’introduzione obbligatoria di piani di autocontrollo in tutte le piscine, pubbliche e private. Questi piani riguarderanno il monitoraggio regolare della qualità dell’acqua, la manutenzione degli impianti e la sorveglianza della sicurezza degli utenti. Sarà compito delle regioni specificare i contenuti e i requisiti minimi di questi piani.
La classificazione delle piscine e i requisiti per la gestione
Il testo organizza le piscine in due grandi categorie distinte: quelle a uso pubblico, chiamate categoria A, e quelle domestiche, categoria B. Le piscine a uso pubblico a loro volta si suddividono in ricreative, ad uso collettivo e ad uso speciale.
Le piscine ricreative comprendono impianti in alberghi, palestre, scuole, campeggi, condomini e altri luoghi accessibili a gruppi di persone. Le piscine ad uso speciale riguardano attività specifiche come tuffi professionali, addestramento militare o immersioni subacquee. Ogni categoria avrà requisiti differenziati in base alle dimensioni e alla destinazione d’uso.
Requisiti specifici per le piscine pubbliche e ricreative
Per le piscine pubbliche e ricreative è prevista l’obbligatorietà del locale di primo soccorso attrezzato con defibrillatore. Il personale dovrà includere figure dedicate alla gestione complessiva della piscina, alla sicurezza dei bagnanti e alla manutenzione degli impianti tecnologici. L’assistente bagnanti sarà obbligatorio nella categoria A per tutta la durata di apertura, con la sola possibilità di sostituirlo in casi particolari con sistemi di videosorveglianza o operatori formati.
Questa struttura normativa cerca di garantire controlli precisi e uniformi, limitando così i rischi e migliorando l’efficacia delle risposte in caso di emergenza. La formulazione del testo prevede inoltre una fase di discussione e possibili modifiche, prima della sua approvazione definitiva.