La Cappella di Sansevero, un tesoro culturale di Napoli e sede della celebre scultura del Cristo Velato, è al centro di un acceso confronto legale tra i discendenti del principe di Sansevero e due aziende produttrici di occhiali. Questi ultimi hanno impiegato immagini e simboli dal patrimonio artistico napoletano per i loro prodotti, sollevando preoccupazioni riguardo al rispetto dei diritti d’autore e all’integrità delle opere d’arte.
I protagonisti della querelle legale
In questa controversia giuridica, i protagonisti principali sono i discendenti del principe Raimondo di Sangro, il quale è noto per il suo legame con la Cappella di Sansevero e per la realizzazione del Cristo Velato, un capolavoro scultoreo che attira visitatori da tutto il mondo. Gli eredi hanno deciso di intervenire per proteggere l’immagine e i diritti patrimoniali legati a questa importante opera d’arte, sostenuti dagli avvocati Maurizio Borghese e Rossella Giordano.
Dall’altra parte della barricata, vi sono le due aziende che hanno commercializzato gli occhiali “Malaterra”. Questi accessori sono stati oggetto di polemica a causa del design delle loro stanghette, che ritraggono una pistola e l’immagine del noto Cristo Velato, accostando elementi artistici e culturali a simboli che possono evocare scenari di violenza e criminalità .
Motivi della contestazione legale
Nel settembre dell’anno in corso, il Tribunale di Napoli si è espresso in favore degli eredi del principe di Sansevero, dichiarando che vi era stata una violazione dei marchi registrati e un danno all’immagine e al nome dell’opera d’arte. Secondo i giudici della sezione specializzata in materia di impresa di Napoli, l’utilizzo della figura del Cristo Velato su un prodotto commerciale come gli occhiali “Malaterra” avveniva senza autorizzazione e in modo inappropriato, associando un simbolo significativo della cultura napoletana a un’arma da fuoco e alle Vele di Scampia.
Le Vele, precedentemente iconiche emblematiche di problematiche legate alla criminalità organizzata, stanno ora vivendo un processo di riqualificazione e riscatto. Pertanto, l’accostamento con tali simboli su prodotti commerciali suscita interrogativi sulla sensibilità e sul rispetto che le aziende devono avere riguardo ai patrimoni culturali.
Implicazioni per il settore culturale e commerciale
La sentenza del Tribunale di Napoli non solo sancisce una vittoria per i discendenti del principe di Sansevero ma rappresenta anche un precedente rilevante in termini di protezione dei diritti d’autore nella sfera commerciale. Con il continuo aumento della commercializzazione dell’arte, è fondamentale stabilire un equilibrio tra la libertà di espressione creativa e il rispetto per il patrimonio culturale.
Questo caso potrebbe determinare un ripensamento su come aziende e artisti interagiscono con i simboli di tradizione e cultura, imponendo la necessità di consensualità e sensibilità nell’uso di elementi iconici. Inoltre, invita a riflettere sul ruolo delle istituzioni nel sostenere la protezione di opere d’arte e patrimoni culturali, specialmente nell’epoca della globalizzazione, dove l’arte può essere facilmente commercializzata e distorta.
Riflessione finale sull’arte contemporanea
Questa vicenda mette in luce la complessità della relazione tra arte e commercio, facendo emergere discussioni etiche e legali su come le opere d’arte possano essere rispettate e valorizzate nel mercato contemporaneo. La decisione del tribunale di Napoli offre uno spunto importante di riflessione per artisti, designer e imprenditori sul rispetto dei diritti d’autore e sul modo in cui il patrimonio culturale viene rappresentato e utilizzato commercialmente.
Ultimo aggiornamento il 19 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano