Dimissioni Tavares, esplosione di sentimenti tra i lavoratori Stellantis di Pomigliano d'Arco

Dimissioni Tavares, esplosione di sentimenti tra i lavoratori Stellantis di Pomigliano d’Arco

Le dimissioni del Ceo Carlos Tavares generano preoccupazione tra i dipendenti di Stellantis a Pomigliano d’Arco, evidenziando sfide economiche e la necessità di una risposta collettiva per garantire stabilità occupazionale.
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Dimissioni Tavares, esplosione di sentimenti tra i lavoratori Stellantis di Pomigliano d'Arco - Gaeta.it

La notizia delle dimissioni del Ceo Carlos Tavares ha innescato reazioni contrastanti tra i dipendenti dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, Napoli. Alcuni operai esprimono preoccupazione per il futuro dell’azienda, mentre altri ritengono che la situazione non cambierà significativamente. Le dimissioni rappresentano un importante punto di svolta per un’industria automobilistica che sta affrontando una trasformazione profonda e che è già sotto pressione a causa delle sfide economiche e della transizione energetica.

Riflessioni sulla transizione energetica

Riccardo e Salvatore, operai del reparto verniciatura, espongono il loro scetticismo riguardo alla gestione della transizione energetica. Secondo loro, l’Europa ha creato un ‘pasticcio’ in questo settore, migliorando solamente le problematiche ambientali locali senza considerare quanto stia avvenendo in altri paesi, come Stati Uniti, Cina e India. Nonostante ci si aspetti un incremento dell’utilizzo di veicoli elettrici, la mancanza di infrastrutture adeguate, come le stazioni di ricarica, rappresenta un grosso ostacolo. La loro metafora sull’aver acquistato barattoli senza apriscatole rappresenta quest’impasse e invita a riflettere sull’inefficienza delle misure europee.

Critiche alla gestione aziendale

Giuseppe, un operaio del reparto montaggio, sottolinea la continuità della crisi, sostenendo che il cambio di leadership non porterà a cambiamenti efficaci per lo stabilimento. Le preoccupazioni sui problemi preesistenti, che affliggono il sito da anni, sono amplificate dalla percezione che le misure adottate finora non abbiano affrontato le criticità in modo risolutivo. Aggiunge che l’industria automotive non ha visto i progressi necessari e si trova in un circolo vizioso di inefficienza e mal gestita.

Antonio, altro collega di Giuseppe, è più diretto nel suo giudizio sulla cattiva gestione del sito. Riferisce della vendita di strutture e uffici a privati, lamentando la perdita di infrastrutture vitali per l’attività industriale. Questa situazione ha portato molti a credere che la situazione attuale non possa che migliorare, apparendo pessimisti ma con scarsi segni di ottimismo.

La crisi occupazionale e le proteste

Nel frattempo, nelle vicinanze dello stabilimento, si svolgono proteste in risposta al mancato rinnovo della commessa da parte di Stellantis. Circa cento lavoratori di Trasnova, attivi nel settore dei trasporti e della logistica, hanno chiaramente espresso le loro preoccupazioni per la propria stabilità occupazionale. Francesco, un lavoratore che partecipa alla protesta, ha evidenziato che molti di loro rischiano di restare senza lavoro a gennaio, accendendo il timore di un’onda lunga di disoccupazione che non colpisce soltanto loro, ma potrebbe estendersi in futuro anche ad altri reparti.

Questa situazione ha spinto i lavoratori a chiedere un’unità e una forte mobilitazione, sostenuti da variegati sindacati e figure politiche come Giuseppe Conte e alcuni deputati del M5s, Verdi e PD. La loro presenza nelle manifestazioni sottolinea l’importanza di una risposta collettiva alle sfide che il settore sta affrontando, in un contesto di crescente incertezza per l’industria automobilistica locale.

Le dimissioni di Tavares hanno dunque acceso un dibattito più ampio sull’avvenire della Stellantis e sulle misure necessarie per garantire la continuità aziendale e la tutela dei posti di lavoro, creando un clima di forte allerta tra i lavoratori e la comunità.

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