Diminuzione dei reati ambientali in Basilicata: i dati del rapporto "Ecomafia 2024"

Diminuzione dei reati ambientali in Basilicata: i dati del rapporto “Ecomafia 2024”

Nel 2023, i reati ambientali in Basilicata calano del 19,8%, con un totale di 809 casi. Aumentano le attività di controllo delle forze dell’ordine, segnalando un impegno crescente nella lotta all’illegalità.
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Diminuzione dei reati ambientali in Basilicata: i dati del rapporto "Ecomafia 2024" - Gaeta.it

I reati legati all’illegalità ambientale in Basilicata mostrano un segnale positivo con una significativa riduzione del 19,8% nel 2023. I dati resi noti nel rapporto “Ecomafia 2024” di Legambiente registrano un totale di 809 reati, in calo rispetto ai 1.003 dell’anno precedente. Questo articolo esplorerà i dettagli di questa diminuzione, le implicazioni per la regione e le statistiche emerse dal rapporto.

Il calo dei reati ambientali in Basilicata

Nel contesto della lotta contro l’illegalità ambientale, il 2023 segna un passo avanti per la Basilicata, che ora occupa il quindicesimo posto nella graduatoria nazionale, scalando una posizione rispetto all’anno scorso. La diminuzione del numero totale dei reati è incoraggiante, ma è importante contestualizzare questo dato con quello delle attività di controllo delle forze dell’ordine. Secondo quanto riportato da Legambiente Basilicata, nel 2023 le attività di monitoraggio sono aumentate del 12,3%, segnalando una risposta attiva delle autorità nell’affrontare queste problematiche.

Parallelamente, si è assistito a una riduzione delle denunce, scese da 815 nel 2022 a 611 nel 2023, insieme a un lieve calo nei sequestri, passati da 100 a 93. Questo scenario suggerisce che, mentre il numero di reati sta diminuendo, le operazioni di controllo e il lavoro delle autorità non si fermano, ma anzi si intensificano.

Andamento dei reati nelle province: Potenza e Matera

Un’analisi approfondita a livello provinciale evidenzia i miglioramenti sia per Potenza che per Matera. Potenza, infatti, ha visto la sua posizione scivolare dal quindicesimo al ventiseiesimo posto, mentre Matera ha fatto un passo indietro dal ventiduesimo al trentaduesimo posto nella graduatoria dei reati ambientali. Questi cambiamenti suggeriscono una diffusione di pratiche più sostenibili e un maggior impegno per la salvaguardia dell’ambiente.

Questo progresso è importante per le province, ma non deve portare a una sottovalutazione del problema. È fondamentale che sia le istituzioni che i cittadini continuino a vigilare e a collaborare per mantenerlo sotto controllo.

Statistiche significative riguardanti i reati ambientali

Analizzando i dati complessivi raccolti dal 2019 al 2023, emergono statistiche significative sui tipi di reati che hanno avuto luogo in Basilicata. In questi cinque anni, sono stati accertati un totale di 4.734 reati ambientali, il che equivale a una media di circa 2,6 reati al giorno.

Nel dettaglio, i reati legati al ciclo del cemento rappresentano la quota più alta, attestandosi a 1.996, corrispondenti al 42% del totale. Seguono i reati nel ciclo dei rifiuti, che ammontano a 998, e quelli degli incendi, con 1.396 casi, pari al 29,5% del totale. La provincia di Potenza conferma la sua prevalenza in questo ambito, con i reati nel ciclo del cemento che superano il 25% del totale.

Il quinquennio ha visto anche 3.444 denunce, 537 sequestri e 15 arresti, evidenziando l’importante lavoro delle autorità nel perseguire i colpevoli di questi crimini contro l’ambiente.

Ultimi sviluppi e implicazioni future

La diminuzione dei reati ambientali e l’aumento delle attività di controllo rappresentano un segnale di speranza per la Basilicata, ma è fondamentale rimanere vigili. Il lavoro compiuto fino ad ora deve continuare nel tempo, promuovendo una cultura del rispetto dell’ambiente. Le statistiche spaziose e il rilevante intervento delle forze dell’ordine dimostrano che la strada verso una regione più sana e meno inquinata è percorribile, ma necessita del supporto attivo di tutta la comunità.

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