Il Godenza di Noelia Ricci festeggia il suo decimo anniversario, un importante traguardo che testimonia l’impegno nella crescita e nella qualità del Sangiovese di Romagna. Per celebrare questa significativa occorrenza, i produttori Marco Cirese e Alice Gargiullo hanno lanciato un’etichetta speciale, creata dall’artista Gianni Politi, che con colori vivaci arricchisce il consueto design della bottiglia, caratterizzata dalla tradizionale scimmia. Questo evento di presentazione si è consumato a Roma, in una serata all’insegna della musica, delle arti visive e del gusto, tenutasi presso Retrobottegna, spazio che ha accolto la prima tappa di un viaggio celebrativo dedicato agli ultimi dieci anni di attività della cantina.
L’arte dell’interpretazione e della biodiversità
Marco Cirese, uno dei volti dell’azienda, ha messo in evidenza l’importanza della biodiversità nella crescita della vigna. “La vigna non può prosperare da sola, ha bisogno di un ambiente ricco e variegato”, ha affermato Cirese. In effetti, il suo vigneto si distingue per la presenza di boschi, uliveti e seminativi che favoriscono un ecosistema equilibrato. Cirese ha scoperto un archivio di Scienze Naturali dell’Ottocento, contenente disegni che rappresentano la natura in modo realistico, un’ispirazione che ha influenzato la creazione delle etichette dei vini. Ogni etichetta racconta una storia: per esempio, la balena rappresenta il mare e il viaggio. “Rinvenire un fossile di balena a Rimini ha aggiunto un significato profondo alla scelta di questo simbolo”, ha detto il produttore, sottolineando come la storia della sua terra si intrecci con quella dei suoi vini.
Un legame con la tradizione familiare
Cirese condivide anche la storia della cantina, intitolata in onore di sua nonna, che ha intrapreso questa avventura imprenditoriale all’età di 60 anni. Con il nonno, hanno creato un luogo di incontro e lavoro a Predappio, una zona fino ad allora poco conosciuta nel panorama vinicolo romagnolo. “Investire in futuro e avere una visione è stata la loro forza”, aggiunge Cirese. Nel 2008, ha lasciato il suo lavoro nella comunicazione a Bruxelles per ritornare alle origini e continuare l’opera di famiglia. Si è dedicato a reinterpretare il vino di Romagna, concentrandosi su varietà locali come il Trebbiano, trascurato da molti produttori, piuttosto che seguire le mode del momento con uve più popolari come lo Chardonnay.
Un omaggio alla famiglia e al territorio
Un aspetto toccante nella storia di Marco Cirese è il suo legame personale con il vino. Il nome “Bro”, presente sull’etichetta, è un tributo a suo fratello maggiore, un appassionato di vini bianchi, che ha dato molto all’azienda. Questa scelta mostra un’intento di lasciare un’eredità familiare attraverso i propri prodotti, rendendo ogni bottiglia unica. “Abbiamo ritorcato al passato, privilegiando vini fortemente territoriali che inizialmente non sono stati compresi”, spiega Cirese. Oggi, l’anniversario segna un passo fondamentale nel percorso di qualità e riconoscimento del Sangiovese, con un prodotto che si distingue per il suo colore tenue e la capacità di esprimere il frutto in modo autentico.
San Giovanni in Persiceto, l’arte e la cultura si intrecciano con la storia e la tradizione, creando un panorama vitivinicolo in continua evoluzione. Il Godenza non rappresenta solo un vino, ma una storia di passione, famiglia e territorio che continua a scriversi con il tempo.