A Lanciano, un’inaspettata crisi sanitaria si sta consumando nel silenzio generale. I pazienti a rischio vita stanno affrontando la beffa di dover essere trasferiti in altri ospedali, mentre il Reparto di Rianimazione dell’Ospedale Renzetti non è ancora operativo. Malgrado le promesse di apertura, la situazione si complica ulteriormente con la decisione di trasferire l’UTIC di Cardiologia nella medesima area, creando preoccupazione tra i cittadini e i professionisti della salute.
Il destino incerto della rianimazione
Dopo le dichiarazioni del Direttore Generale e del Sindaco, che nei primi giorni di ottobre avevano assicurato l’apertura imminente del Reparto di Rianimazione, la realtà ha mostrato un volto ben diverso. Pochi giorni dopo, la promozione dell’UTIC di Cardiologia è stata decisa senza fornire alternative o soluzioni praticabili. Questo cambiamento ha messo in discussione la funzionalità non solo del Reparto di Rianimazione, ma anche la capacità del Renzetti di offrire assistenza adeguata ai pazienti critici. Le promesse sembrano svanire, e con esse la speranza per coloro che necessitano di cure urgenti.
In un Dea di I livello come quello di Lanciano, è inaccettabile che il reparto di rianimazione rimanga chiuso per mesi, se non più di un anno, con il costo stimato per la riqualificazione dell’UTIC che si aggira attorno ai 1,5 milioni di euro. Il tempo trascorre e senza definitive scadenze per l’avvio dei lavori, la situazione non fa che aggravarsi. Questo contesto di incertezza aumenta il rischio per la salute pubblica e getta un’ombra preoccupante sulla gestione della sanità regionale.
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Le reazioni di politici e associazioni
La preoccupazione non è solo locale; diversi esponenti politici e associazioni hanno levato la voce per chiedere chiarezza sulla situazione. Il capogruppo del Partito Democratico, Silvio Paolucci, ha presentato una Interpellanza urgente in Consiglio regionale, mirando a ottenere risposte in tempi brevi. Fundamente per Paolucci è la necessità di garantire un servizio di rianimazione efficiente, visto che dagli anni ’90 il reparto non era mai stato chiuso, se non per brevi periodi di ristrutturazione.
Insieme al consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Francesco Taglieri, è stata depositata una risoluzione affinché il Consiglio regionale possa esprimersi sulla riapertura immediata della Rianimazione. La risposta non riguarda solo una questione logistica, ma esprime la profonda incomprensione riguardo alla gestione attuale della sanità in Abruzzo. La condotta di Schael, Paolini e Marsilio è considerata responsabile di una situazione al limite dell’irresponsabilità , ovvero quella di mettere a rischio la vita di centinaia di persone.
La mancanza di assistenza critica
L’assenza del Reparto di Rianimazione non è solo un problema burocratico, ma un’emergenza sanitaria seria. Infatti, la chiusura di questo reparto implica che i pazienti gravemente malati e in condizioni critiche non possano ricevere le cure necessarie. La scarsità di risorse e la cattiva gestione della sanità , dovute a mancati investimenti e a scelte inefficaci, sta portando alla progressiva sparizione di strutture vitali.
Le conseguenze di questo stallo si ripercuotono su tutta la rete sanitaria che serve circa 150.000 cittadini. Reparti come quello delle nascite e la stroke unit neurologica potrebbero trovarsi in gravi difficoltà se non supportati da un reparto di rianimazione adeguato. La situazione sembra aggravarne ulteriormente il quadro generale della salute pubblica in una regione già provata da tagli e ristrutturazioni.
In un momento in cui la sanità pubblica dovrebbe essere una priorità , la mancanza di coordinamento e di pianificazione sta causando gravi preoccupazioni. La gestione della rianimazione a Lanciano richiede determinazione e azioni concrete, che tardano ad arrivare, lasciando il destino di troppi pazienti in balia di un sistema sotto pressione.