Il settore del franchising in Italia continua a svilupparsi con numeri in crescita per il 2024 e previsioni positive per il 2025. Gli ultimi dati mostrano un aumento significativo sia nel fatturato che nel numero di negozi, a conferma di un comparto molto dinamico e capace di resistere alle difficoltà economiche. Diversi segmenti, tra cui la grande distribuzione e l’abbigliamento, guidano questa espansione. A ottobre si terrà a Milano il Salone del Franchising, evento chiave per chiunque voglia approfondire questo modello di business.
Andamento economico del franchising in italia tra il 2024 e il 2025
Nel corso del 2024 il franchising in Italia ha registrato un aumento del giro d’affari pari al 5,4% rispetto all’anno precedente. L’analisi fornita da Fiera Milano indica una crescita ulteriore del 3,8% per il 2025. Questi risultati sono frutto di una ripresa che interessa molte realtà imprenditoriali e dimostra la capacità del settore di adattarsi ai cambiamenti del mercato.
Il valore aggiunto del franchising rappresenta oggi l’1,8% della produzione nazionale. Il volume totale degli affari nel 2024 ha raggiunto i 35,8 miliardi di euro, un dato rilevante che suggerisce quanto il modello affiliativo stia penetrando diversi comparti economici. L’incremento dei punti vendita in franchising è stato del 2,2%, per un totale di 67.275 unità attive sul territorio italiano.
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L’occupazione nel settore ha mostrato un lieve aumento, pari al 2,1%, con 293.791 addetti impegnati nelle attività affiliate. Questo conferma anche il ruolo del franchising come canale di creazione di posti di lavoro, contribuendo in modo concreto alla struttura produttiva del Paese.
Settore e investimenti richiesti per aprire un’attività in franchising in italia
Aprire un’attività in franchising richiede un investimento iniziale che mediamente si aggira intorno ai 120.000 euro. Nel 74% dei casi le imprese prevedono una royalty d’ingresso, con un costo medio di circa 15.000 euro. Questi valori delineano un profilo economico accessibile per chi desidera entrare nel sistema franchising, senza però sottovalutare l’impegno finanziario.
Proprio questa soglia di investimento fa capire come non si tratti di un’operazione alla portata di tutti, ma nemmeno di un’impresa esclusiva per grandi capitali. Gli imprenditori devono essere preparati ad affrontare una fase di investimento consapevole che, però, può spianare la strada a opportunità concrete, grazie al supporto del franchisor e a una struttura già collaudata.
La presenza di royalty e costi di ingresso non deve essere vista come una barriera, ma come una parte integrante del rapporto commerciale tra affiliato e azienda madre, che fornisce a sua volta know-how, supporto operativo e visibilità sul mercato.
Settori trainanti e ruolo del salone del franchising a milano
Tra i comparti più significativi nell’ambito del franchising spicca la grande distribuzione organizzata, che nel 2024 ha generato un volume d’affari di 12,6 miliardi di euro. Segue il settore dell’abbigliamento, con 7,4 miliardi, e quello dei servizi, che ha raggiunto i 6,7 miliardi. Questi dati illustrano chiaramente quali sono i segmenti che attraggono maggiormente investitori e consumatori.
L’evento fieristico in programma dal 2 al 4 ottobre all’Allianz MiCo di Milano riunisce operatori e aspiranti franchisee, offrendo un’occasione per conoscere le novità del settore e stringere rapporti commerciali. La manifestazione ha il sostegno di Eurospin come sponsor principale e delle associazioni Assofranchising, Confimprese e Federfranchising.
Il salone rappresenta un momento di confronto diretto tra chi vuole entrare nel mercato e le aziende che propongono format di franchising consolidati. I partecipanti avranno modo di approfondire aspetti tecnici, economici e normativi legati a questo modello d’impresa, acquisendo strumenti utili per decidere se investire o come sviluppare le attività già avviate.
Dinamiche occupazionali e distribuzione territoriale dei punti vendita in franchising
I dati recenti di Assofranchising indicano che l’espansione del franchising ha una ricaduta positiva sull’occupazione. Gli addetti aumentano in parallelo all’apertura di nuovi punti vendita, soprattutto nelle aree urbane. Questi centri, infatti, si concentrano maggiormente nei grandi centri strategici, dove è più facile intercettare il pubblico e garantire la redditività delle attività.
Il numero totale di 67.275 negozi in franchising diffusi su tutto il territorio nazionale segnala una crescita capillare, non limitata alle metropoli. Molte zone intermedie registrano un incremento di attività di franchising, contribuendo così a ridurre le disparità economiche regionali.
Questa espansione del numero di punti vendita comporta anche una maggiore richiesta di personale qualificato e, di conseguenza, aumenta le possibilità di lavoro in varie categorie professionali, dal front office alla gestione operativa. Nell’ambito delle strategie aziendali, la crescita occupazionale è considerata un fattore fondamentale per consolidare la presenza del brand e migliorare la qualità del servizio.
Esempi recenti e prospettive per il franchising italiano nel 2025
Il continuo aumento della domanda per nuovi punti vendita si traduce in una maggiore presenza di insegne riconosciute e start-up innovative in franchising. Alcune realtà del comparto alimentare e dell’abbigliamento stanno puntando su formule ibride, tra negozi fisici e commercio digitale, per allargare il bacino di clienti.
Il modello franchising si adatta anche a settori emergenti, come i servizi alla persona e la mobilità elettrica, dove le richieste di mercato mostrano segnali di sviluppo. La progettazione di nuovi format prevede l’integrazione di tecnologie digitali e soluzioni sostenibili, per rispondere alle esigenze attuali.
Gli operatori del settore, durante il salone di Milano, esporranno innovazioni e strategie per supportare una crescita equilibrata nei prossimi anni, cercando di mantenere la redditività e il coinvolgimento degli affiliati. Le prospettive per il 2025 riflettono un comparto che, pur affrontando sfide economiche, conferma la propria capacità di attrarre investimenti e generare occupazione su scala nazionale.