A Mestre, in provincia di Venezia, si è svolto un’affollata manifestazione organizzata dai sindacati Cgil e Uil. Il centro della città ha visto oltre 7.000 partecipanti, secondo i dati forniti dagli organizzatori. Il corteo, caratterizzato da uno striscione che recitava “Stop alla violenza contro le donne”, ha avuto lo scopo di portare alla luce non solo la questione della violenza di genere ma anche le difficoltà economiche che attanagliano la regione.
Un corteo tra diritti e crisi
La manifestazione ha avuto luogo in un clima di crescente preoccupazione per le condizioni economiche nel territorio veneziano. Mentre il messaggio contro la violenza sulle donne ha assunto una rilevanza centrale nel dibattito pubblico, i sindacati hanno richiamato l’attenzione sulla crisi occupazionale. I dati presentati durante il corteo evidenziano come il numero delle aziende operanti nella provincia sia diminuito, passando da 25.159 nel 2021 a 24.954 nel 2023. Questa piccola ma significativa riduzione mette in evidenza una perdita di opportunità lavorative in un contesto già di per sé problematico.
Il numero crescente di domande di indennità di disoccupazione è un altro segnale allarmante. Le richieste sono aumentate drasticamente, passando da 34.988 nel 2021 a 43.861 nel 2023. Questo incremento è sintomatico di una situazione lavorativa precaria e insoddisfacente per molti lavoratori, che si trovano sempre più spesso a fare i conti con una ricerca di impiego difficile.
Crescita della cassa integrazione
Un altro tema cruciale emerso in manifestazione è quello della cassa integrazione. I dati raccolti e presentati durante il corteo mostrano un’impennata notevole di ore riconosciute a tale sostegno. Nel primo semestre del 2023, le ore di cassa integrazione autorizzate hanno raggiunto 1.059.000, un numero che è più che raddoppiato, arrivando a 2.363.000 ore nello stesso periodo del 2024. Questo aumento del 123% sottolinea non solo la fragilità di molte imprese, ma anche le difficoltà economiche a livello generale che colpiscono i lavoratori e le famiglie nella regione.
Le organizzazioni sindacali hanno utilizzato la manifestazione per unire le richieste per una maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Si chiede un intervento deciso da parte del governo nella difficile congiuntura economica che sta vivendo il Veneto, con l’obiettivo di rilanciare l’occupazione e rendere il mercato del lavoro più accessibile e giusto per tutti, soprattutto per le fasce più vulnerabili, inclusi i giovani e le donne.
Mentre il corteo si è concluso, la tensione riguardo alla situazione economica e sociale rimane alta. Le questioni di violenza di genere e crisi economica si intrecciano in un variegato panorama di richieste e necessità che richiede un approccio globale e una risposta tempestiva da parte delle istituzioni competenti. La manifestazione di Mestre ha rappresentato non solo una richiesta di rispetto dei diritti fondamentali ma anche un appello per un futuro migliore e più equo per tutti.
Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Armando Proietti