Corte dei Conti della Campania: danno erariale di oltre 2,2 milioni a sette imputati per false consulenze al CNR

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Corte dei Conti della Campania: danno erariale di oltre 2,2 milioni a sette imputati per false consulenze al CNR - Gaeta.it

Il sistema delle false consulenze, che ha coinvolto il Consiglio Nazionale delle Ricerche , è al centro di un’inchiesta della Corte dei Conti della Campania. L'accusa sostiene che sette persone abbiano generato un danno erariale di oltre 2 milioni e 200 mila euro. L'inchiesta è scaturita da segnalazioni interne e ha portato, cinque anni fa, a sei arresti. Le conseguenze legali si ampliano con provvedimenti di sequestro dei beni degli implicati, il cui ammontare corrisponde al danno accertato.

La ricostruzione dell'uso improprio di fondi pubblici

Le consulenze fittizie

La Procura regionale della Corte dei Conti, sotto la direzione di Antonio Giuseppone e con l'operato dei pubblici ministeri Davide Vitale e Flavia Del Grosso, ha ricostruito un intricato sistema di abuso di fondi pubblici legato all’allora Istituto per l’Ambiente Marino Costiero di Napoli, attualmente noto come Istituto di Scienze Marine del CNR. L'indagine ha rivelato l’esistenza di 46 contratti di consulenza sottoscritti tra il 2010 e il 2014 con 13 società che operano in città come Roma, Milano e Monza, tutte riconducibili a un medesimo centro di interessi imprenditoriali.

Durante l'analisi, gli investigatori hanno scoperto che molte delle consulenze erano, di fatto, inesistenti o realizzate in modo superficiale. In vari casi, i documenti presentati erano riconducibili a una mera raccolta di dati già disponibili sul sito del CNR, oltre a relazioni brevissime, spesso composte da pochi fogli. Queste pratiche sollevavano interrogativi sulla validità delle consulenze, che apparivano sistematicamente prive di contenuti utili e concrete contropartite.

Un meccanismo ben orchestrato

Il sistema si basava su un meccanismo di assegnazioni simultanee di contratti che, pur essendo formalmente distinti, avevano la medesima finalità. Gli accusati hanno, infatti, affidato consulenze a ditte diverse, ma in molti casi riconducibili agli stessi imprenditori. Questo schema ha consentito di mascherare un'attività fittizia, perpetuata mediante un frazionamento artificioso dei compensi, per il quale si ricorreva ad affidamenti diretti, bypassando le normali procedure di gara.

Le indagini hanno rivelato che l'inferno burocratico delle finte gare era gestito da figure che avevano un ruolo chiave nell’assegnazione delle consulenze, dal suo avvio fino alla conclusione. La costante assegnazione a ditte legate all'unico centro di interessi ha reso palese l'inadeguatezza dei controlli interni, lasciando campo libero a queste pratiche irregolari.

Le indagini e il ruolo di Simone Morganti

La figura chiave dell'inchiesta

Un ruolo cruciale in questa vicenda è stato giocato da Simone Morganti, che, pur non essendo un dipendente del CNR, ha operato come intermediario. Le indagini hanno accertato che Morganti, in qualità di titolare di alcune delle società beneficiarie delle consulenze ritenute fittizie, ha interagito con il CNR per creare la necessità di tali consulenze. Utilizzando le strutture e i mezzi del CNR, accessibili grazie al suo badge, ha favorito coinvolgimenti involontari dell'Istituto nelle pratiche illecite.

La rete di complicità

La rete di complici si estendeva oltre Morganti, includendo vari soggetti che, pur operando in ambiti distinti, sostenevano un’influenza diretta nell'assegnazione delle consulenze. Ognuno di loro ha svolto un compito specifico nel processo, dall'elaborazione di richieste inesistenti fino all’assegnazione degli incarichi. Gli atti ufficiali dell'indagine rivelano che il meccanismo fraudolento fosse il prodotto di una collaborazione consolidata tra imprenditori, consulenti e funzionari pubblici, tutti con un obiettivo comune: il profitto personale a scapito delle risorse pubbliche.

Le indagini economico-finanziarie della Guardia di Finanza, in coordinamento con la Procura regionale della Corte dei Conti, hanno messo in luce la gravità della situazione, portando alla formazione di un dossier complesso che potrebbe avere ripercussioni legali significative per i soggetti coinvolti.

Il lavoro della Corte dei Conti continua, con l'ambizione di fare luce su tutte le irregolarità e garantire la responsabilità di chi ha messo in atto un sistema di danno ai danni dell'erario pubblico.

Ultimo aggiornamento il 8 Agosto 2024 da Sara Gatti

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