Il dibattito sul progetto del ponte sullo Stretto di Messina si infiamma con nuove dichiarazioni dell’ingegnere Mario de Miranda, che mette in discussione le affermazioni recenti riguardo al posizionamento delle fondazioni del pilone lato Calabria. De Miranda, esperto nella progettazione di strutture, sottolinea le contraddizioni presenti nei documenti progettuali, in particolare in relazione alle faglie geologiche attive.
Fondazioni e faglie attive: le dichiarazioni di Mario de Miranda
Mario de Miranda ha evidenziato che l’affermazione secondo cui il posizionamento delle fondazioni non è supportato da evidenze scientifiche contraddice quanto esposto nel progetto stesso. Secondo l’ingegnere, nel “disegno di progetto n. PB_0010”, si riporta esplicitamente la presenza di una faglia sottostante il pilone collocato lato Calabria. Questa faglia è identificata come “certa” e classificata come “attiva” nel documento AMW_3010. De Miranda rimarca che la progettazione del pilone sopra la faglia Cannitello rappresenterebbe non solo una scelta rischiosa, ma anche contraria alle linee guida della Protezione Civile, le quali scoraggiano opere collocate in aree geologicamente instabili.
L’ingegnere sottolinea che l’assenza di prove concrete riguardo alla fattibilità geologica del progetto è una grave lacuna. Non solo afferma che non ci sono indicazioni di prospezioni geosismiche nella documentazione ufficiale, ma critica anche la mancanza di studi che generalmente accompagnano progetti di tale importanza. Le indagini geosismiche sono essenziali per rivelare la presenza di faglie nel sottosuolo, e la loro assenza fa sorgere interrogativi sulla validità dei documenti presentati.
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Computo metrico e stime di costo: un aggiornamento controverso
Un altro punto controverso sollevato da De Miranda è il computo metrico del 2011, rivisitato nel 2023, da cui deriverebbe la stima dei costi per la realizzazione dell’opera, fissati a 13,5 miliardi di euro. Questo computo, sostiene, non è stato né incluso né verificato nei documenti progettuali. Senza un’adeguata trasparenza su queste stime, risulta difficile valutare la correttezza e la fattibilità dell’intera operazione.
L’ingegnere sottolinea la necessità di un’analisi critica di questi standard di costo, specialmente in vista delle enormi somme investite e dei rischi legati alla realizzazione di infrastrutture su terreni geologicamente complessi. Se il computo metrico non può essere verificato, la sostenibilità economica del progetto rimane in discussione.
Prove di fatica: nuovo dibattito sulle strutture portanti
In seguito alle recenti affermazioni sul ruolo delle “prove di fatica da sfregamento” dei cavi portanti, De Miranda ha sottolineato che tali test non sono solo dettagli progettuali, ma fondamentali per la valutazione della sicurezza. Secondo il suo parere, le prove di fatica sono cruciali per accertare la resistenza della fune, soprattutto considerando gli effetti dell’usura e il continuo passaggio dei treni. Ogni modifica sulla sella di alloggiamento dei cavi non elimina i fattori di indebolimento intrinseci, a causa dello sfregamento continuo e dei cicli di carico elevati.
Questa attendibilità , secondo l’ingegnere, è essenziale per garantire che l’infrastruttura sia sicura nel lungo termine. Affrontare in modo rigoroso questi aspetti strutturali è fondamentale anche per rassicurare l’opinione pubblica e gli investitori riguardo la solidità e la sostenibilità del progetto del ponte sullo Stretto di Messina.
Il dibattito sull’integrità del progetto continua ad alimentarsi, con esperti come Mario de Miranda pronti a mettere in discussione le affermazioni non verificate e a richiedere maggiore chiarezza e trasparenza.