In un recente incontro del comitato istituzionale del Distretto socio-sanitario LT4, tenutosi giovedì scorso a Fondi, i sindaci di Sperlonga e Campodimele hanno espresso forti critiche riguardo alla nascita del nuovo consorzio. Armando Cusani e Tommaso Grossi, protagonisti di questa dichiarazione, affermano che la forma giuridica scelta per la gestione del distretto mostra segnali di inefficienza e opportunismo politico.
La nascita del consorzio tra polemiche e preoccupazioni
Secondo i sindaci, l’istituzione del Consorzio del Distretto LT4 rappresenta un esempio lampante di cattiva amministrazione. Armando Cusani ha messo in evidenza come negli ultimi dieci anni, la gestione da parte del Comune di Fondi abbia condotto il distretto a una situazione di emergenza. La critica principale verte contro il complesso sistema burocratico che si sta creando, descritto come un “carrozzone” che potrebbe fungere solo da strumento per rafforzare il controllo politico senza affrontare i problemi reali della comunità.
L’inefficienza, secondo Cusani e Grossi, è aggravata dall’assenza di responsabilità da parte di chi ha guidato il distretto negli anni precedenti. Il nuovo consorzio, invece di risolvere le criticità esistenti, rischia di riproporre le stesse dinamiche, senza apportare miglioramenti reali ai servizi socio-sanitari. La preoccupazione è che diventi un organismo burocratico, distante dai bisogni effettivi dei cittadini e privo di un vero coinvolgimento delle amministrazioni locali.
Risorse economiche: un problema di equità
Uno dei punti più critici emersi durante la discussione è la gestione delle risorse finanziarie all’interno del nuovo consorzio. I sindaci temono che i fondi non vengano distribuiti equamente tra i comuni membri, e che ci sia il rischio che alcuni comuni, come Fondi, continuino a mantenere una posizione dominante nella distribuzione delle risorse. Questo potrebbe creare ulteriori disparità tra i vari comuni del distretto, lasciando Terracina in una posizione di maggiore isolamento e come principale contribuente finanziario.
La paura che si stia delineando una strategia volta a marginalizzare Terracina, città considerata strategica, è un elemento di forte preoccupazione. Questa strategia, secondo i critici, è il prodotto di un disegno politico volto a mantenere il controllo da parte di specifici partiti, in particolare Forza Italia. Così facendo, i veri beneficiari delle politiche sociali rimangono esclusi, e i cittadini più vulnerabili continuano a essere privi dei servizi di cui realmente hanno bisogno.
L’assenza della parità di genere nella governance consortile
Un altro aspetto che ha suscitato forte indignazione è l’esclusione esplicita della parità di genere all’interno della governance del nuovo consorzio. In un’epoca in cui l’uguaglianza di genere dovrebbe essere un principio fondamentale, l’assenza di rappresentanza femminile nei ruoli decisionali viene vista come una chiara manifestazione di pratiche patriarcali superate. I sindaci hanno dichiarato che questa scelta non è solo un errore, ma un segnale di come l’amministrazione continui a promuovere logiche antiquate, al di fuori dei principi di inclusività e modernità.
L’assenza di donne nella leadership decisionale rappresenta non solo un danno per le donne stesse, ma per l’intera comunità che merita istituzioni dall’operato paritario e inclusivo. La governance del consorzio, priva di questa considerazione, si allontana dai valori democratici e dalla necessità di un cambiamento sociale.
Riconoscimenti e decisioni politiche opache
Oltre alle questioni di rappresentanza, un altro punto controverso è rappresentato dalla decisione di lasciare all’Assemblea Consortile il potere di determinare le indennità del Consiglio di Amministrazione. Questo solleva interrogativi su trasparenza e responsabilità. I comuni consorziati potrebbero trovarsi a dover finanziare stipendi e indennità senza avere un vero controllo su queste spese, alimentando l’idea di un apparato burocratico costoso e superfluo.
Casi passati, come quelli legati al Distretto degli Aurunci, fanno riflettere sull’opportunità di nuovi consorzi. Le preoccupazioni riguardo ai debiti accumulati e alle conseguenze negative sui bilanci comunali sono un monito per quanto riguarda l’inefficienza e la gestione poco oculata delle risorse pubbliche. Anche le modalità di assegnazione degli incarichi nel consorzio, con una forte influenza delle logiche politiche piuttosto che di meritocrazia e competenza, pongono dubbi sul futuro funzionamento del sistema.
Il voto contrario e l’appello ai consiglieri comunali
Dopo aver analizzato le problematiche emerse, i sindaci di Sperlonga e Campodimele hanno dichiarato un voto contrario allo statuto proposto, sottolineando le loro preoccupazioni per la mancanza di alimentazione critica e controllo. Hanno anche richiesto che la loro dichiarazione venga allegata al verbale e trasmessa ai consigli comunali dei vari comuni del Distretto LT4, affinché i rappresentanti locali possano prendere coscienza delle problematiche in atto e partecipare a una discussione più ampia e inclusiva sul tema.