La corte d’assise d’appello di Ancona ha pronunciato la condanna definitiva per riccardo marchi, l’ultimo componente della cosiddetta “banda dello spray” coinvolta nella tragedia della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, avvenuta tra il 7 e l’8 dicembre 2018. Quel giorno, l’uso di spray al peperoncino durante un furto scatenò il panico e un fuggi fuggi fatale, con la morte di sei persone, tra cui cinque minorenni e una donna di 39 anni. Marchi, già condannato in primo grado, ha visto confermata la pena a 10 anni e 5 mesi per omicidio preterintenzionale, furto, rapina e lesioni.
La sentenza della corte d’appello di ancona per riccardo marchi
Nel pomeriggio del processo in secondo grado, il giudice Luigi Catelli, presidente della corte d’assise d’appello di Ancona, ha letto il verdetto che conferma la condanna inflitta a marzo 2023 a riccardo marchi, 26 anni, residente a Bologna. La difesa, rappresentata dall’avvocato Cristiano Prestinenzi, non era presente in aula al momento della sentenza. Marchi è attualmente detenuto per motivi diversi, mentre durante il processo è rimasto a piede libero.
Ruolo di riccardo marchi nella banda dello spray
Marchi è stato riconosciuto come l’ottavo soggetto coinvolto nelle azioni della banda dello spray, un gruppo di giovani provenienti dalla bassa modenese, che la sera della tragedia si è infiltrato nella discoteca Lanterna Azzurra. L’attacco è consistito nello spruzzo di sostanza urticante per facilitare il furto di collanine d’oro tra i frequentatori del locale. Il caos generato dal gas irritante ha portato a una fuga disordinata, che ha causato la caduta e il soffocamento di sei persone.
Leggi anche:
L’accusa ha perseguito Marchi per omicidio preterintenzionale plurimo, furto con aggressione, rapina e lesioni personali. La sua posizione processuale si è chiarita in un secondo momento rispetto agli altri membri del gruppo, ma il suo ruolo è stato ritenuto fondamentale nel piano criminoso.
Dinamica della tragedia del 7 dicembre 2018 alla lanterna azzurra
La notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 rimane segnata tra gli eventi più gravi nella cronaca italiana recente. La banda dello spray aveva programmato l’azione per sottrarre oggetti preziosi, agendo proprio quando la discoteca Lanterna Azzurra, a Corinaldo, era affollata per un concerto.
Il gruppo ha utilizzato uno spray urticante, molto probabilmente a base di peperoncino, per seminare il panico tra gli ospiti. Una volta spruzzato, molte persone hanno reagito in modo istintivo cercando di uscire dal locale. La pressione della calca ha provocato una corsa verso le uscite, con conseguenze drammatiche.
Vittime e conseguenze
La fuga ha determinato la caduta di persone sotto la ressa, causando sei decessi: cinque minorenni e una madre di 39 anni, che è rimasta schiacciata nella calca. Oltre alle vittime morte, ci sono state numerose lesioni e feriti. La morte delle sei persone ha acceso un dibattito sulla sicurezza delle discoteche e sull’uso di sostanze irritanti durante eventi pubblici.
Il ruolo di riccardo marchi e le sue dichiarazioni
Riccardo Marchi, bolognese di 26 anni, è stato inserito nel gruppo come l’ultimo colpevole identificato nelle indagini riguardanti la banda dello spray. La sua presenza alla Lanterna Azzurra la notte della tragedia è stata contestata da lui in più occasioni. Marchi ha sempre dichiarato “di non essere stato presente al momento dell’incidente.”
Le indagini e gli elementi raccolti dalle forze dell’ordine e dagli inquirenti hanno invece sostenuto il contrario, portando il giudice ad attribuirgli una parte attiva nella spedizione punitiva contro i partecipanti alla serata. Le accuse che gravano su di lui sono severe e si riferiscono a molteplici reati commessi in concorso con altri sette giovani, tutti già condannati con sentenza definitiva.
La difesa di Marchi ha annunciato la possibilità di ricorrere in cassazione contro questa ultima condanna, appena saranno rese note le motivazioni della sentenza. Il processo è stato seguito con attenzione per gli aspetti tecnici e umani legati a un caso che ha segnato la cronaca nazionale.
La banda dello spray e i precedenti processi
La banda dello spray è composta da otto giovani provenienti principalmente dalla bassa modenese. Sin dalla prima fase delle indagini, sette membri erano già stati condannati in via definitiva. Questi ragazzi avevano pianificato e messo in atto una serie di furti con modalità violente, usando sostanze chimiche per indebolire o distrarre le vittime.
Nel corso del processo, è emerso come il metodo fosse ormai rodato: utilizzare spray al peperoncino nelle discoteche o nei luoghi affollati per seminare il panico e rubare oggetti di valore come collane o orecchini. Questa strategia ha avuto una tragica conseguenza nella notte di Corinaldo.
Impatto sulla sicurezza pubblica
La condanna di riccardo marchi chiude una fase importante del procedimento giudiziario, riconoscendo il ruolo di ogni membro del gruppo. L’intera vicenda ha portato l’opinione pubblica a riflettere sulle misure di sicurezza negli spazi pubblici e sulle modalità con cui certe organizzazioni giovanili mettono a rischio vite umane pur di guadagnare denaro in modo illecito.