Condizioni insopportabili nel ghetto di borgo mezzanone: milioni di migranti vivono tra lamiere roventi e mancanza d’acqua

Condizioni insopportabili nel ghetto di borgo mezzanone: milioni di migranti vivono tra lamiere roventi e mancanza d’acqua

A borgo mezzanone, nel foggiano, migliaia di migranti vivono in condizioni estreme tra caldo opprimente, baracche precarie e mancanza di servizi essenziali; istituzioni italiane ed europee cercano soluzioni urgenti.
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A Borgo Mezzanone, nel Foggiano, migliaia di migranti vivono in condizioni estreme tra caldo opprimente, baracche precarie e mancanza di servizi essenziali, mentre istituzioni italiane ed europee cercano soluzioni per migliorare la situazione. - Gaeta.it

Nel cuore del Foggiano, a borgo mezzanone, migliaia di migranti affrontano ogni giorno un caldo opprimente, con temperature che sfiorano i 50 gradi al suolo e lamiere incandescenti sotto il sole estivo. Questa realtà drammatica emerge dalla denuncia di giovanni tarantella, segretario generale della flai cgil foggia, che mette in luce le condizioni precarie in cui si trovano oltre cinquemila persone costrette a vivere in baracche rischiose e spesso senza servizi minimi. La situazione richiama l’attenzione delle istituzioni italiane ed europee, impegnate a valutare possibili soluzioni per garantire una vita più dignitosa in uno dei ghetti più grandi d’Europa.

Vivere tra lamiere incandescenti e assenza di servizi essenziali

Il contesto abitativo di borgo mezzanone si presenta come un insieme di baracche di lamiera sottoposte a temperature estreme che superano spesso i 40 gradi sulla superficie delle strutture. Le condizioni interne risultano insostenibili, con il rischio concreto di incendi legati alla natura degli alloggi. I migranti, molti provenienti da nigeria, mali e ghana, vivono senza servizi igienici adeguati e l’acqua viene distribuita a giorni alterni, tramite autobotti e cisterne. Questo accesso limitato danneggia la salute e la qualità della vita di uomini, donne e bambini.

Per cercare un minimo di sollievo, alcune persone si sono impegnate nel costruire moduli abitativi più solidi con mattoni. L’obiettivo è ridurre il pericolo di incendi e migliorare la stabilità delle abitazioni. Tuttavia, la situazione resta precaria e lontana da qualsiasi standard umano di vita. Nei momenti più caldi, tanti residenti si spostano verso le fontane della borgata per trovare refrigerio, dove si mescolano state tensioni legate a difficoltà di convivenza, complicate dalla condizione di disagio prolungato.

Mancanza di supporto e condizioni giuridiche complicate

La situazione aggravata dal caldo si inserisce in un quadro più ampio di forte precarietà sociale e giuridica. Tra i migranti molti non vedono rinnovare il permesso di soggiorno, una situazione che li espone a ulteriori rischi di esclusione e sfruttamento lavorativo. Questi aspetti si ripercuotono sul loro diritto a una vita dignitosa e su possibilità reali di integrazione.

Negli anni passati, secondo le parole del segretario flai cgil, sono stati destinati oltre cento moduli abitativi, ma l’offerta continua a essere insufficiente rispetto al fabbisogno. Serve una foresteria e luoghi protetti per ospitare chi vive ancora nelle tendopoli e nei ghetti. La carenza di spazi adeguati e di servizi contribuisce a peggiorare le difficoltà quotidiane di questa comunità. La richiesta è chiara: un intervento immediato che garantisca assistenza umanitaria e migliori le condizioni abitative.

L’attenzione delle istituzioni italiane ed europee

Nel pomeriggio del 2025 parlamentari italiani, europei e rappresentanti della commissione UE si sono riuniti in un’iniziativa organizzata dalla flai cgil ed effatt, federazione europea dei sindacati di agroindustria e turismo. L’obiettivo era valutare dal vivo la situazione di borgo mezzanone, ascoltare le testimonianze e cercare soluzioni concrete per combattere il caporalato e lo sfruttamento che ancora segnano il sud Italia.

Questa visita segna un momento significativo di verifica diretta, dopo anni di segnalazioni e richiami. Gli ospiti hanno potuto osservare le condizioni di vita disumane e capire quanto sia urgente intervenire con misure che non si limitino alle denunce, ma offrano alternative abitative dignitose e programmate. La presenza delle istituzioni comunitarie dimostra che il problema è riconosciuto a livello europeo e che si punta a una gestione condivisa e articolata, con il coinvolgimento di sindacati, politici e organizzazioni.

Lo scenario attuale e la mobilitazione istituzionale

Lo scenario attuale a borgo mezzanone fotografa un’emergenza che si trascina da anni e che continua a sfidare la capacità di intervento delle autorità pubbliche. La strada verso un cambiamento reale resta complessa, ma la mobilitazione di attori istituzionali rappresenta un passo verso un’attenzione più puntuale e mirata. La vita dei migranti nel ghetto è un tema che richiede cura, risorse e attenzione costante per evitare che tragedie e sofferenze diventino routine quotidiana.

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