Un caso inquietante è emerso da Roma, dove un allenatore è stato condannato per aver abusato di due ragazze durante le lezioni di ginnastica e preparazione atletica. I fatti, avvenuti in una palestra e in un ambiente scolastico, coinvolgono una minorenne e hanno sollevato un forte allarme riguardo alla sicurezza negli sport. La sentenza rappresenta un importante passo nella tutela delle vittime e nella lotta contro abusi in contesti di fiducia.
I fatti accaduti nella palestra
La vicenda si è verificata in due situazioni separate ma collegate. L’allenatore, attivo sia in un centro sportivo di Tor di Quinto sia come professore di educazione fisica in una scuola di Settebagni, ha abusato di due allieve mentre si occupava della loro preparazione atletica. La strategia dell’accusato è stata quella di approfittare della fiducia che le ragazze riponevano in lui, creando un contesto in cui si sentivano al sicuro.
In una delle occasioni, l’allenatore ha invitato l’allieva a chinarsi per svolgere un esercizio di stretching, approfittando del momento per avvicinarsi in modo inappropriato. L’altra allieva, non ancora quattordicenne, ha subito un episodio simile mentre si trovava in palestra per la lezione di educazione fisica. Entrambi gli episodi hanno portato a una segnalazione che ha innescato le indagini da parte della procura locale.
Le testimonianze delle vittime
Le due ragazze, pur non conoscendosi, hanno raccontato situazioni terribili vissute durante gli allenamenti. Le loro testimonianze sono emerse in aula, rivelando dettagli agghiaccianti sugli abusi. La prima ragazza ha descritto l’episodio del 4 novembre 2021, dove l’allenatore, dopo averle chiesto di chinarsi, ha iniziato a toccarla in modo inappropriato.
Un altro cruento episodio è avvenuto il 1° giugno 2023 in ambiente scolastico. In questa occasione, l’allenatore ha utilizzato un approccio simile, suggerendole di esercitarsi sugli attrezzi, per poi avvicinarsi e agire con violenza. Le testimonianze delle ragazze, che evidenziano un abuso di potere da parte dell’allenatore, aiutate dalle indagini condotte in tempi rapidi, hanno fornito un quadro chiaro delle dinamiche di sfruttamento in atto.
La condanna e le implicazioni
Grazie alle prove raccolte e alle testimonianze presentate, il caso è arrivato in tribunale. La richiesta iniziale di pena per l’allenatore era di 2 anni e 10 mesi; tuttavia, dopo le deliberazioni dei giudici di primo grado, la condanna finale è stata fissata a tre anni di carcere. La sentenza è vista come una vittoria per la giustizia e per la protezione delle minorenni, illustrando come anche in ambiti di fiducia come le palestre e le scuole sia imprescindibile mantenere un rigoroso controllo e una sorveglianza attenta.
Questo caso ha anche riacceso il dibattito sulla necessità di protocolli di sicurezza più rigorosi in ambiente sportivo e scolastico. L’importanza di istituire un ambiente sicuro per gli studenti e gli atleti è ora al centro dell’attenzione, e le conseguenze di tale vicenda possono spingere a una maggiore responsabilizzazione e formazione nel campo della prevenzione degli abusi.
Ultimo aggiornamento il 30 Novembre 2024 da Laura Rossi