Il conclave per eleggere il nuovo papa si avvicina rapidamente. Mancano appena tre giorni all’inizio ufficiale delle votazioni nella cappella Sistina, ma i cardinali ancora non hanno trovato un nome condiviso per guidare la Chiesa cattolica. Tra sessioni di congregazione, preparativi logistici e attese cariche di tensione, il Vaticano si prepara agli eventi cruciali che culmineranno nella scelta del 267esimo pontefice.
Tensioni e attesa tra i cardinali: nessun accordo sul nome del papa
I porporati si stanno confrontando da giorni nelle congregazioni generali senza però riuscire a mettere d’accordo la maggioranza su un candidato unico. Il cardinale algerino Jean Paul Vesco ha commentato all’uscita dell’incontro numero nove che «lo Spirito Santo ha già scelto ma noi ovviamente abbiamo bisogno di più tempo». Questa frase traduce l’incertezza presente nei gruppi di cardinali, che pur avendo decine di nomi sul tavolo – ben 133 secondo il cileno Fernando Natalio Chomalí Garib – devono ancora emergere da un confronto serrato.
Parole di fiducia e attesa
Claudio Gugerotti, altro porporato, ha usato una metafora molto chiara: «Siamo dei fiori, un po’ da annaffiare». Con questo ha voluto dire che il consenso non è ancora maturo, che il tempo è necessario e che la sintesi arriverà solo quando le condizioni saranno favorevoli. Ai giornalisti che chiedevano se la fumata bianca sarebbe arrivata mercoledì o nei giorni seguenti ha risposto: «Chi lo sa? Lo Spirito Santo fa degli scherzi. Non sappiamo mai». Un altro cardinale, di origine asiatica, ha confermato la mancanza di accordo ma ha assicurato che presto si troverà una convergenza.
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Doppia congregazione per accelerare la scelta
Per spingere verso l’accordo, domani, 5 maggio, i cardinali si riuniranno in doppia sessione: una mattutina alle 9 e una pomeridiana alle 17. La decisione è stata annunciata da Matteo Bruni, portavoce del Vaticano, proprio per intensificare i lavori e favorire un rapido avvicinamento tra diverse posizioni. Queste due sessioni dovrebbero aiutare a sciogliere alcuni nodi rimasti in sospeso.
Intanto, i lavori nella residenza di Santa Marta sono quasi completati. Entro la giornata di lunedì saranno pronti gli spazi ad accogliere i cardinali elettori, che da martedì sera cominceranno a riunirsi in vista della messa «pro eligendo Papa». Oltre alla parte nuova di Santa Marta, anche un’ala dell’edificio vecchio adiacente sarà destinata a ospitare alcuni porporati, per garantirne il comfort e la sicurezza fino alla conclusione del conclave.
Ultimi ritocchi al santuario della votazione
Anche nella cappella Sistina i preparativi procedono intensi e meticolosi. Mercoledì 7 maggio, alle 16.30, si apriranno ufficialmente le votazioni per eleggere il papa. La Santa Sede ha diffuso immagini che mostrano restauratori e operai al lavoro: ogni dettaglio è curato per garantire il corretto svolgimento del conclave.
Tra le misure più stringenti, sono pronti circa 80 sigilli di piombo da apporre per chiudere ermeticamente tutte le vie di accesso della cappella e delle zone limitrofe. Questi sigilli assicurano la riservatezza necessaria durante il voto e impediscono intrusioni dall’esterno. Silvio Screpanti, responsabile delle infrastrutture vaticane, ha spiegato che il personale della Direzione collaborerà al posizionamento di questi dispositivi poco prima dell’ingresso dei cardinali.
Parallelamente, la Floreria Vaticana prepara la finestra centrale dell’aula delle Benedizioni. Da quella finestra il nuovo papa porrà il celebre annuncio «Habemus Papam», rivolgendosi alla folla radunata in piazza San Pietro. I tecnici resteranno presenti all’interno del conclave durante tutta la durata delle votazioni per garantire il corretto funzionamento degli impianti elettrici, termici e idraulici sia nella cappella che nelle residenze.
Dopo l’elezione: smantellamento delle strutture e organizzazione della messa di insediamento
Non appena il nuovo papa sarà eletto, si procederà allo smantellamento delle strutture temporanee nella cappella Sistina e negli alloggi. Questo intervento è necessario per riaprire rapidamente i Musei Vaticani ai visitatori e permettere ai cardinali e altri residenti di tornare alle loro abitazioni, come la Casa Santa Marta e il Collegio.
In parallelo, prenderanno il via i preparativi per la messa solenne di insediamento in piazza San Pietro, momento pubblico in cui il pontefice si presenterà ufficialmente ai fedeli. Anche questo evento richiede un’organizzazione accurata, che coinvolgerà vari uffici di curia e personale tecnico.
Il Vaticano vive ora una fase di attesa e lavoro intenso, con le energie concentrate su uno dei momenti più delicati e seguiti per la Chiesa cattolica. La lente di tutto il mondo è puntata su Roma, pronta ad accogliere il nuovo papa.