Come l’intelligenza artificiale sta cambiando il percorso di cura per pazienti con malattie metaboliche e multiple patologie

Come l’intelligenza artificiale sta cambiando il percorso di cura per pazienti con malattie metaboliche e multiple patologie

La gestione integrata delle malattie croniche come diabete, problemi cardiologici e renali a Milano si avvale dell’intelligenza artificiale per migliorare il patient journey e la collaborazione tra specialisti.
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L’articolo descrive come l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione possano migliorare la gestione integrata dei pazienti con malattie croniche multiple, rendendo il percorso di cura più coordinato, sicuro e accessibile, soprattutto per le fasce più anziane. - Gaeta.it

Il percorso di cura di un paziente che convive con più malattie croniche, ad esempio diabete, problemi cardiologici e renali, è complicato e richiede l’intervento di diversi specialisti. Questo processo comporta visite frequenti, numerose prescrizioni e analisi continue, un impegno che spesso rischia di diventare dispersivo e frammentato. La gestione coordinata delle cure, affiancata dalle tecnologie digitali, in particolare dall’intelligenza artificiale , mira a migliorare l’esperienza del paziente riducendo sovrapposizioni e ottimizzando le interazioni tra specialisti. A Milano, durante l’evento ‘L’Ai Week’, la professoressa Anna Maria Colao ha spiegato come questi strumenti si inseriscono nel contesto clinico per fornire risposte più integrate e sicure.

Il patient journey nelle malattie multiple: sfide e complessità

Per i pazienti affetti da più patologie che coinvolgono diversi organi e sistemi, come nel caso del diabete associato a disturbi cardiaci e renali, il percorso sanitario si articola come una serie di tappe obbligate. Il paziente deve consultare diversi specialisti, spesso in momenti e luoghi diversi, sotto la supervisione di un diabetologo, un cardiologo e un nefrologo. Questo implica la raccolta di molte prescrizioni, appuntamenti per esami e visite specialistiche, oltre alla gestione attenta di differenti terapie farmacologiche. Le difficoltà nascono dalla mancanza di coordinamento tra i vari professionisti, che può portare a ripetizioni inutili degli esami o a interazioni pericolose tra farmaci. La frammentazione influisce sulla qualità e l’efficacia delle cure e pesa sul paziente, sia dal punto di vista pratico che emotivo.

L’importanza del concetto di patient journey

Il concetto di ‘patient journey’ in questo contesto indica proprio la volontà di rendere più lineare e gestibile questo viaggio dentro il sistema sanitario. Si tratta di creare un percorso guidato, dove ogni passaggio è tracciato e condiviso tra i medici coinvolti, per evitare duplicazioni e errori. La digitalizzazione gioca un ruolo decisivo perché permette a tutti gli specialisti di avere accesso ai dati aggiornati e di collaborare a distanza. Questo va oltre la semplice condivisione di cartelle cliniche: implica lo scambio di informazioni che supportano decisioni terapeutiche più sicure e personalizzate.

Intelligenza artificiale e gestione integrata delle patologie

L’intelligenza artificiale entra in scena come una risorsa che può semplificare e migliorare questo scenario complesso. Colao ha sottolineato che si basa su algoritmi, in particolare tecniche di machine learning, capaci di elaborare grandi quantità di dati clinici e di apprendere da essi. Questo consente di identificare potenziali rischi, come interazioni farmacologiche non note o indicatori di peggioramento clinico, prima che diventino problemi seri. Il sistema può segnalare anomalie, proporre controlli mirati o indicare avvisi ai medici in tempo reale.

L’efficacia di questi strumenti non dipende solo dalla tecnologia, ma dalla qualità dei dati inseriti. Eventuali errori o dati imprecisi possono condurre a interpretazioni sbagliate e decisioni inadeguate. Per questo, il contributo di medici e operatori sanitari deve essere rigoroso, assicurando l’inserimento di informazioni corrette e aggiornate. Nel tempo, ci si attende che le piattaforme di IA riescano a individuare e correggere autonomamente quelli che sono errori umani, migliorando la sicurezza dei percorsi di cura. Questo tipo di innovazione sembra promettere un salto di qualità nella gestione della salute dei pazienti con multimorbilità, un tema sempre più presente nelle strutture sanitarie.

Formazione e accesso alle tecnologie digitali per le fasce più anziane

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale e delle piattaforme digitali nel campo sanitario richiede anche un investimento significativo sulla formazione. I pazienti più anziani, in particolare quelli oltre i 60 anni che vivono fuori dai grandi centri urbani, incontrano difficoltà nell’adottare questi strumenti. Molti non sono nativi digitali e affrontano ostacoli nel comprendere e utilizzare le app, i dispositivi di telemedicina o le piattaforme online per prenotare visite o consultare referti. Queste barriere rischiano di aumentare le disuguaglianze nell’accesso alle cure.

Non solo i pazienti, anche parte del personale medico, infermieristico e amministrativo deve aggiornare le proprie competenze digitali per far funzionare il sistema in modo fluido. Per creare un ambiente sanitario che sfrutti appieno l’intelligenza artificiale, servono programmi specifici di educazione continua e una strategia condivisa tra istituzioni pubbliche e società scientifiche. I ministeri e le autorità sanitarie sono chiamati a potenziare l’infrastruttura formativa e a incentivare l’adozione di strumenti digitali, per ridurre il divario tra diverse aree geografiche e generazioni.

Una sfida per il futuro del sistema sanitario

La sfida è ampia, soprattutto considerando l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche complesse. Diventare più rapidi e precisi con la tecnologia medica può alleggerire le difficoltà quotidiane di molti pazienti e garantire un’assistenza più continua e coordinata. Gli anni a venire saranno cruciali per vedere come si concretizzerà questo processo.

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