I colloqui di Istanbul tra Russia e Ucraina si sono chiusi dopo appena 40 minuti senza un accordo sul cessate il fuoco, ma con un’intesa preliminare sullo scambio di prigionieri e sulla restituzione dei corpi dei soldati ucraini. Le trattative, monitorate anche dalla Turca, hanno confermato distanze profonde tra le parti, specie su un’intesa duratura. Nel frattempo, gli attacchi russi non si fermano e colpiscono diverse città ucraine, provocando feriti e danni ai beni civili.
Divergenze profonde nei colloqui di istanbul tra russia e ucraina
Il terzo incontro a Istanbul tra i rappresentanti di Russia e Ucraina si è risolto senza l’annuncio di un cessate il fuoco permanente. Le delegazioni sono arrivate con documenti molto diversi, come emerso durante il briefing con il ministro degli esteri turco, Mevlut Fidan, che ha mediato la sessione trilaterale. Il piano russo prevede una condizione più rigida, mentre quello ucraino punta a un accordo più ampio e immediato. La netta distanza tra le posizioni ha impedito qualsiasi avanzamento concreto nel cessate il fuoco.
L’unico passo avanti è stato quello relativo a questioni umanitarie più limitate. Si è raggiunto l’accordo per uno scambio di circa 1.200 prigionieri per parte, che includono sia militari che civili. Inoltre, la Russia si è impegnata a restituire almeno tremila corpi di soldati ucraini morti nei combattimenti. Questi punti rappresentano gli unici aspetti comuni in un quadro ancora molto teso e incerto. Nessuna misura concreta sul piano militare o politico, ma una spinta verso il rispetto di alcune norme umanitarie basilari nonostante il conflitto.
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Negoziati diretti tra putin e zelensky ancora lontani
Una proposta ucraina di aprire un tavolo diretto tra i presidenti Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky entro agosto è stata respinta da Mosca. L’idea prevedeva anche la partecipazione di figure internazionali di rilievo come Donald Trump e Recep Tayyip Erdogan per mediare un possibile incontro. Mosca ritiene invece che un simile confronto possa aver luogo solo dopo che verranno definiti i termini di un eventuale accordo, quindi in una fase successiva che non è ancora stata raggiunta.
Durante la breve sessione di colloquio, Mosca ha inoltre offerto tregue locali temporanee e molto limitate per permettere di evacuare i feriti da alcune zone di conflitto. Questa mossa, pur marginale, indica una parziale apertura sul piano umanitario. Rimane però confermata la totale assenza di un accordo su un cessate il fuoco più ampio e stabile, elemento su cui si continua a scontrare la volontà delle due parti.
Proteste e tensioni in ucraina sulla riforma anticorruzione
Parallelamente alla situazione sul fronte diplomatico, il presidente Ukraino Zelensky deve fare i conti con tensioni interne nate dalla firma di una nuova legge che cambia profondamente il controllo sulle principali agenzie anticorruzione del paese. L’ufficio nazionale anticorruzione e l’ufficio speciale del procuratore anticorruzione passano sotto un controllo più diretto del governo, una decisione che ha suscitato vibrate proteste nelle piazze ucraine.
La norma riguarda in particolare i reati legati alla sparizione forzata di persone durante la guerra, una tematica molto sensibile. La firma ha provocato reazioni anche a livello internazionale. Ursula von der Leyen, presidente della commissione europea, ha telefonato a Zelensky esprimendo preoccupazione e chiedendo chiarimenti sul cambiamento. Per l’unione europea, la lotta alla corruzione resta un requisito fondamentale per la candidatura dell’ucraina all’adesione, e segue linee di trasparenza richieste da tempo.
Nuovi attacchi russi nella notte colpiscono odessa e cerkasy
Nella notte tra il 27 e 28 aprile, le forze russe hanno lanciato attacchi su più fronti in Ucraina. Le località di Odessa e Cerkasy hanno subito bombardamenti che hanno causato almeno sette feriti, tra cui un bambino. L’attacco ha provocato anche diversi danni alle infrastrutture civili utili e spazi pubblici.
A Odessa in particolare sono divampati vari incendi, il mercato di Privoz, un punto di riferimento della città, è stato colpito e si sono registrati danni in zone tutelate dall’UNESCO, parte del patrimonio storico. Questi raid notturni segnano un’escalation nelle operazioni militari russe su obiettivi civili e amplificano la crisi umanitaria per la popolazione. Le autorità ucraine hanno denunciato la natura indiscriminata e hanno confermato la presenza di feriti tra i civili.
Le tensioni restano alte mentre le trattative continuano a non trovare terreno comune per una tregua o un accordo di pace. La situazione sul campo mostra un conflitto lontano dall’attenuarsi, con pesanti ripercussioni per i civili coinvolti.