La procura di Genova ha ufficialmente concluso le indagini riguardanti la controversa fusione tra AMT, la municipalizzata dei trasporti genovesi, e ATP, l’azienda di trasporto provinciale. Questo sviluppo legale coinvolge dieci indagati, tra cui figure di spicco come Ilaria Gavuglio, attuale direttore generale di AMT, e Enzo Sivori, ex presidente di ATP e vice presidente di AMT. Le accuse mosse dalla procuratrice Patrizia Petruzziello includono truffa, truffa ai danni dello Stato e ostacolo all’attività di verifica da parte dell’autorità di vigilanza.
Le accuse mosse agli indagati
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli indagati avrebbero attuato una serie di manovre ingannevoli che hanno portato a ottenere illecitamente finanziamenti per un totale di 4.489.600 euro. Le accuse specificano che i dieci avrebbero falsamente rappresentato davanti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato la reale destinazione delle somme destinate all’aumento di capitale di ATP Esercizio. Questa rappresentazione fuorviante è stata realizzata tramite un business plan che, purtroppo, non rifletteva gli obiettivi di investimento reali.
In particolare, i finanzieri coinvolti nelle indagini hanno evidenziato come l’operazione fosse stata condotta in modo da garantire a AMT, dopo aver ricevuto l’autorizzazione dal Comune di Genova e dagli altri soci pubblici, la possibilità di versare anticipatamente 2 milioni di euro a ATP. Tale somma aveva come scopo quello di consentire a ATP di abbattere le proprie passività , di fatto migliorando la sua situazione finanziaria, ma il tutto avvenne senza la trasparenza richiesta.
Origine e sviluppi dell’inchiesta
L’indagine ha avuto origine da un esposto presentato da Autoguidovie Spa, una società lombarda privata attiva nel settore dei trasporti, che ha sempre manifestato la sua contrarietà alla fusione tra AMT e ATP. Secondo Autoguidovie, l’operazione ideata dalla Città metropolitana di Genova avrebbe comportato delle irregolarità che hanno influito negativamente sulla loro attività . Dopo aver segnalato l’eventualità di una truffa, l’agenzia ha ottenuto il via libera per l’apertura di un’inchiesta, che ha svelato un quadro complesso e potenzialmente illecito.
Gli indagati, assistiti dai legali Andrea Andrei, Massimo Boggio, Massimo Ceresa Gastaldo e Giuseppe Sciacchitano, hanno ora a disposizione 20 giorni per chiedere di essere interrogati. Si tratta di un passaggio importante che potrebbe ulteriormente chiarire la posizione delle persone coinvolte e il loro livello di responsabilità nell’intera vicenda. La chiusura delle indagini non segna però la fine della questione, ma piuttosto un nuovo inizio in un processo che si preannuncia complesso e ricco di sviluppi futuri.
Implicazioni e prospettive future
Le ripercussioni legali e finanziarie sulla fusione tra AMT e ATP potrebbero essere sostanziali. La situazione è monitorata attentamente da parte delle autorità locali e dai cittadini, che guardano con interesse e preoccupazione alle evoluzioni future. Quali potrebbero essere le conseguenze per le aziende coinvolte? E come potrebbe questo caso influenzare la fiducia del pubblico nei confronti della gestione dei trasporti pubblici nella città ligure?
L’attenzione si sposta ora sulla risposta degli indagati e sul destino delle due aziende dopo un’inchiesta che ha già mostrato crepe nella trasparenza della fusione. I cittadini genovesi potrebbero rimanere in attesa di una risoluzione che non solo faccia luce su questi eventi, ma che assicuri anche una gestione più chiara e responsabile del servizio di trasporto pubblico nella loro città .