Chiara poggi e indagini sull’occultismo nel delitto di garlasco: i fatti e i contorni emersi

Chiara poggi e indagini sull’occultismo nel delitto di garlasco: i fatti e i contorni emersi

Il delitto di Chiara Poggi a Garlasco riapre il dibattito su possibili legami con gruppi occultisti e satanisti, mentre nuove analisi del dna e indagini sugli indagati come Andrea Sempio mantengono aperto il caso.
Chiara Poggi E Indagini Sulle28099O Chiara Poggi E Indagini Sulle28099O
L’articolo analizza il caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, esplorando possibili legami con pratiche occultistiche e sataniche, i sospetti su alcuni giovani coinvolti, e nuovi sviluppi investigativi, sottolineando l’importanza di basarsi su fatti concreti evitando speculazioni. - Gaeta.it

Il delitto di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, continua a suscitare ipotesi riguardo possibili legami con gruppi e pratiche occultistiche. L’attenzione mediatica e giudiziaria si è focalizzata anche su sfumature riconducibili a contesti satanisti o esoterici, alimentando un dibattito complesso sulle motivazioni e sulle dinamiche di quella tragedia. È importante chiarire i dati concreti emersi dall’inchiesta, senza finire in speculazioni infondate.

Alcuni indagati e l’interesse per l’occultismo tra i giovani

Andrea Sempio, attuale indagato nel caso, è stato segnalato per un interesse verso simboli e pratiche riconducibili all’occultismo e al satanismo, almeno secondo fonti giornalistiche e una recente intervista con Luigi Grimaldi, cronista che ha seguito il caso per la trasmissione Le iene. Sempio era legato a pagine online dedicate a culti pagani e faceva parte di un gruppo chiamato “clan predator”, seguito da un motivatore che pubblicava video con riferimenti espliciti alla figura di satana. Questi comportamenti si inseriscono però in un più ampio fenomeno di diffusione di simboli gotici e macabri tra i giovani, che non vanno automaticamente letti come segnali di implicazioni criminali.

Un altro aspetto riguarda gli amici di Sempio, in particolare Mattia Capra, che condivideva immagini inquietanti sul web, e Michele Bertani, suicidatosi nel 2016. Bertani, secondo quanto riportato, manifestava ansia e paura di essere seguito e aveva postato una foto davanti al santuario della Madonna della Bozzola associata a un verso di una canzone dai toni enigmatici. Alcuni dettagli, come il tatuaggio sulla testa di Bertani recante la scritta “Never answer the phone”, sono stati collegati, da chi indaga, a riferimenti alle Bestie di Satana, gruppo criminale attivo in Lombardia con pratiche violente e sataniste.

Tuttavia, va segnalato che l’interesse per simboli occulti e macabri non costituisce prova di coinvolgimento in reti criminali o setta sataniche. L’attenzione a questi elementi deve restare basata sui fatti e su riscontri concreti. L’ipotesi di un collegamento diretto tra questi giovani e gruppi come le Bestie di Satana rimane aperta e richiederebbe approfondimenti.

La presenza di sette e culti satanici nella zona

Il territorio intorno a Garlasco e Vigevano presenta, secondo documenti e testimonianze, tracce di attività legate a sette e riti occulti sin dagli anni Ottanta. Nel 1988 venne denunciata a Milano una vicenda riconducibile a tali contesti, ma l’inchiesta si chiuse senza esiti. Il commissario Giorgio Pedone, impegnato nelle indagini su furti in chiese e cimiteri connessi a messe nere, venne assassinato nel 1991 durante un’attività sul campo. Si sospetta un possibile intreccio tra gruppi occultisti e mafia calabrese, legame di cui manca comunque una conferma definitiva.

Nel periodo che va dagli anni Novanta fino al 2020, nella zona operava un gruppo ispirato a culti dionisiaci e agli “Illuminati di Thanateros”, setta internazionale segnalata come dedita a omicidi rituali dal servizio segreto italiano. A Garlasco esisteva inoltre il “Gruppo dei 100”, dedito a sedute spiritiche finalizzate a evocare un’entità chiamata “Angelo Nero”, con diversi aderenti provenienti proprio dal paese.

Questi episodi confermano una consolidata presenza di ambienti oltremodo legati all’occulto nel territorio. Alcune testimonianze, come quella di Riccardo Bresciani, rapper e amico di giovani coinvolti, raccontano di riti notturni con sacrifici animali e figure incappucciate osservate nei boschi limitrofi al santuario della Madonna della Bozzola.

I suicidi e i loro possibili legami

Tra il 2011 e il 2016 almeno tre giovani legati all’ambiente di Garlasco si sono tolti la vita: Enrico Ramaioli, Sasha Pinna e Michele Bertani. Ognuno di loro aveva rapporti di amicizia con Andrea Sempio e con gli altri suicidi, circostanza che desta interesse investigativo. Oltre a questi, si contano altri due suicidi presunti nello stesso contesto geografico.

A questo quadro si aggiungono i casi di Giovanni Ferri, meccanico in pensione trovato morto in condizioni insolite nel novembre 2010, e del medico di base Corrado Cavallini, il quale morì nel 2012 per una sospetta overdose volontaria. Entrambi vivevano e operavano nella zona di Garlasco e Vigevano. Ferri era sposato con una donna invalida e i vicini non avevano notato segni di disagio in lui. La scena del suicidio appare anomala perché il meccanismo del gesto non è chiaro, dato che mancavano strumenti evidenti per praticarsi i tagli rilevati.

Il medico Cavallini, che curava anche Sempio e la sua famiglia, aveva confidato un senso di stanchezza accentuata ma non risultava affetto da patologie mentali gravi. Dopo la sua morte, sono emerse ipotesi sul fatto che entrambi potessero essere venuti a conoscenza di elementi importanti sull’omicidio Poggi, ma mancano prove certe in merito.

Nuovi sviluppi sulla scena del crimine

Una novità importante riguarda l’analisi del dna di “Ignoto 3”, trovato su un tampone orale di Chiara Poggi nel 2007. Le analisi recenti hanno permesso di ottenere un profilo completo, con molteplici marcatori, che non corrisponde a nessuno degli operatori coinvolti nelle prime indagini. Questo elemento suggerisce la presenza sulla scena del crimine di un soggetto maschile finora sconosciuto.

Alcuni ipotizzano che il dna possa derivare da contaminazioni durante l’autopsia, ad esempio da strumenti non sterilizzati o da garze, ma i consulenti della procura ritengono poco probabile questa interpretazione a causa della quantità di dna rilevata. Le autorità hanno chiesto esami a tappeto su decine di operatori per escludere completamente un errore di analisi o contaminazione.

Le ambiguità negli interrogatori di andrea sempio

Andrea Sempio, in un’intervista rilasciata durante una recente puntata di Quarto grado, ha ricostruito le fasi dei suoi interrogatori nel 2008. Ha sottolineato che lo scontrino del parcheggio di Vigevano, datato il giorno dell’omicidio, costituisce il suo alibi e ha precisato che non gli è stato richiesto subito nel corso del primo interrogatorio. L’originale documento sarebbe stato recuperato successivamente e consegnato ai carabinieri.

Sempio ha anche ricordato un episodio durante un interrogatorio in cui avrebbe accusato un malore e gli sarebbe stata chiamata un’ambulanza, un fatto che però non compare nei verbali ufficiali. Ha spiegato di avere avuto la febbre da qualche giorno e di essersi sentito “ovattato”, ma non di essere svenuto. Il comando dei carabinieri di Vigevano ha ammesso di non ricordare con esattezza quell’intervento, ma ha specificato che, se l’ambulanza fosse stata davvero chiamata, l’episodio sarebbe reperibile negli archivi di emergenza.

La posizione della procura sulla vicenda e i timori per l’esposizione mediatica

La procura di Pavia, con una nota firmata dal procuratore Fabio Napoleone, ha rimarcato che ogni valutazione sugli sviluppi investigativi sarà comunicata solo al termine delle attività in corso. Il procuratore invita a non dare credito ad interpretazioni esterne o affermazioni non ufficiali per evitare confusione e discussioni basate su ipotesi.

Il caso di Chiara Poggi continua a suscitare un interesse mediatico intenso, con contributi di esperti e commentatori che spesso restano sul piano delle congetture. Il rischio è che questo continuo dibattito pubblicizzato in televisione e giornali serva più a creare spettacolo che a fare chiarezza. L’interesse pubblico richiede comunque un’informazione seria, accurata e basata su prove certe.

Change privacy settings
×