Ogni anno, San Benedetto del Tronto ricorda le vittime del mare con una cerimonia toccante e significativa. Questa tradizione, che onora coloro che hanno perso la vita nell’esercizio della propria professione marittima, si è svolta oggi, nonostante il maltempo. L’evento quest’anno si è tenuto negli spazi chiusi del Museo della Civiltà Marinara, a causa delle avverse condizioni atmosferiche che hanno impedito la cerimonia all’aperto, solitamente organizzata davanti al monumento “Il mare, il ritorno”.
La cerimonia spostata al Museo della Civiltà Marinara
La cerimonia, che ha visto una massiccia partecipazione di cittadini e rappresentanti dell’amministrazione comunale, ha confermato l’impegno della comunità nel mantenere vivo il ricordo delle cosiddette “morti azzurre”. Questo termine è utilizzato per descrivere le tragiche scomparse di molti marinai, il cui destino è legato all’immensità del mare. Oggi, due corone sono state poste sulla vetrata del museo che si affaccia sul vivace bacino portuale, simbolo di una cultura marinara profondamente radicata nella città. Purtroppo, la cerimonia non si è potuta svolgere come tradizionalmente avviene, davanti alle lapidi commemorative sul molo nord, che segnano il ricordo di diversi naufragi e di vite spezzate.
Un momento particolarmente evocativo è stato dedicato al triste anniversario del naufragio del motopesca “Rodi”, avvenuto il 23 dicembre 1970, in cui persero la vita tutti i membri dell’equipaggio. La ribellione degli elementi di quel giorno risuona ancora forte nelle memorie collettive, un richiamo alla fragilità della vita umana di fronte alla potenza del mare.
Leggi anche:
Riflessione del vescovo e lettura di una poesia in vernacolo
Il Vescovo Gianpiero Palmieri ha avuto un ruolo centrale durante la commemorazione, svolgendo una riflessione profonda sulla ricorrenza e impartendo la benedizione alle corone deposte. La sua eloquenza ha sottolineato l’importanza del ricordo e della solidarietà per le famiglie colpite da queste tragedie. La sua presenza ha dato un tono sacro all’evento, unendo i presenti in un momento di condivisione e rielaborazione del dolore legato alla perdita.
Durante la cerimonia, il professor Giancarlo Brandimarti ha letto con emozione una poesia in vernacolo, “Madonna dei Cuppètte”, scritta dal prof. Pietro Pompei. La poesia racconta la storia di un pescatore che, grazie all’intercessione della Madonna di Loreto, riesce a salvarsi dalla furia dello “sciò”, un fenomeno naturale molto temuto dai marinai. Questi versi, oltre a evocare una profonda connessione con la tradizione locale, trasmettono un messaggio di speranza e protezione nei confronti di chi vive e lavora in mare.
Un rito annuale di memoria e commozione
Questa commemorazione annuale ideata dall’Amministrazione Comunale, con la preziosa collaborazione del Circolo dei Sambenedettesi, rappresenta un momento fondamentale per la comunità. Serve non solo a mantenere viva la memoria delle vittime, ma anche a unire la cittadinanza in un atto di rispetto e riconoscenza verso coloro i quali hanno svolto un mestiere spesso pericoloso e incerto. La partecipazione all’evento dimostra l’attaccamento della comunità ai valori di solidarietà e alla cultura marittima.
In un momento in cui il mare può sembrare una risorsa infinita, eventi come questi ricordano la sua indole imprevedibile e la necessità di affrontarlo con rispetto. La cerimonia di oggi ha ribadito l’importanza di onorare la memoria di chi ha perso la vita lavorando in mare, mantenendo viva la consapevolezza della fragilità umana difronte alla forza della natura.