Papa Francesco ricorda il centenario dell’Amministrazione Apostolica dell’Estonia: messaggio di speranza e unità
In occasione del centenario dell’Amministrazione Apostolica dell’Estonia, Papa Francesco ha preso la parola con una lettera al vescovo di Tallin, Philippe Jourdan. Il Pontefice sottolinea l’importanza di questo anniversario per la comunità cattolica, evidenziando la resilienza e la speranza del popolo estone dopo decenni di sofferenza e oppressione. Rivolgendosi a tutti i fedeli, il Papa lancia un invito alla costruzione di una società fondata sui valori di pace e solidarietà in un contesto geopolitico attuale segnato da conflitti.
Il centenario dell’Amministrazione Apostolica dell’Estonia rappresenta un momento di riflessione sulla tradizione cattolica del Paese. Nella sua missiva, Papa Francesco dichiara che questa ricorrenza rappresenta una “pietra miliare” nella storia religiosa dell’Estonia, testimoniando la perseveranza nella * fede cattolica. Il Papa ricorda che la presenza di una *Chiesa viva ha fornito sostegno spirituale e compassione a molti, rendendo evidente il legame tra la comunità cattolica e il benessere sociale della nazione. Francesco fa riferimento alla capacità della Chiesa di nutrire e ispirare i fedeli, anche in tempi difficili, affermando che la fede è stata una luce per molti durante le oscure fasi della storia estone.
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Il Pontefice esplora anche i temi della speranza e della fiducia nel Signore. Descrive come i periodi di occupazione e oppressione non abbiano minato la determinazione del popolo estone, ma piuttosto abbiano contribuito a un legame più profondo tra la comunità e la propria fede. Il messaggio di Francesco è chiaro: la storia della Chiesa in Estonia è una storia di resistenza e di speranza, capace di fornire insegnamenti utili anche alle generazioni future.
La memoria di Eduard Profittlich
Un passaggio significativo della lettera è dedicato all’arcivescovo Eduard Profittlich, figura centrale nella storia della Chiesa estone. Profittlich, gesuita e vittima delle persecuzioni sovietiche, viene citato come esempio di coraggio e dedizione. Francesco sottolinea come la sua vita e la sua testimonianza abbiano piantato semi di fede che continuano a germogliare. La forza d’animo dell’arcivescovo, nel rimanere al fianco del suo gregge fino al sacrificio estremo, è vista come un faro di speranza per i cattolici estoni.
Il Papa invita i fedeli a trarre ispirazione dalla vita di Profittlich, affermando che anche le più piccole azioni possono avere un impatto significativo. L’invito a riflettere sulle gesta di chi ha combattuto per la fede sottolinea l’importanza della testimonianza nel presente e nella formazione delle nuove generazioni.
Un invito alla cooperazione tra le diverse confessioni
Francesco esorta i cattolici estoni a collaborare con gli uomini e le donne di altre confessioni cristiane. In un epoca di divisioni, il Papa invita a costruire un messaggio unito che proclami le promesse di Dio. La lettera esprime la necessità di lavorare insieme per testimoniare valori universali di pace, giustizia e dignità. Questo approccio inclusivo è particolarmente rilevante nel contesto attuale, dove più che mai è richiesto un dialogo aperto e collaborativo tra le diverse comunità religiose.
Il Pontefice ravvisa nell’unione delle forze un metodo per affrontare le sfide contemporanee. A tal fine, incoraggia la Chiesa estone a proseguire nel suo operato sotto l’influsso dello Spirito Santo, che può guidare i cristiani a essere un segnale di speranza per il mondo.
Attenzione verso i rifugiati e i più vulnerabili
Nella parte finale della lettera, Papa Francesco richiama l’attenzione verso le situazioni di vulnerabilità nel mondo contemporaneo, sottolineando un dovere morale di tendere la mano ai rifugiati e alle persone più fragili. Il Pontefice invita i cristiani estoni a manifestare la loro solidarietà, evidenziando l’importanza di una comunità che si prende cura dei suoi membri più deboli.
Invocando il supporto divino, Papa Francesco esprime la sua speranza che i cattolici estoni possano affrontare le sfide future con rinnovato coraggio. La lettera si chiude su un tono di fiducia, con l’auspicio che la comunità continui a camminare con fede, amore e speranza, sviluppando ulteriormente la propria missione evangelica nella società moderna.