Caso Emanuela Orlandi, il vice della gendarmeria vaticana chiarisce: “Nessuna trattativa mai avvenuta”

Caso Emanuela Orlandi, il vice della gendarmeria vaticana chiarisce: “Nessuna trattativa mai avvenuta”

Le recenti dichiarazioni di Costanzo Alessandrini, vice comandante della gendarmeria vaticana, chiariscono la mancanza di accordi tra Vaticano e Procura riguardo alla scomparsa di Emanuela Orlandi e alla tomba di De Pedis.
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Caso Emanuela Orlandi, il vice della gendarmeria vaticana chiarisce: “Nessuna trattativa mai avvenuta” - Gaeta.it

Il mistero attorno alla scomparsa di Emanuela Orlandi, un caso che ha affascinato e scandalizzato l’Italia per decenni, continua a far discutere. Recenti dichiarazioni di Costanzo Alessandrini, vice comandante della gendarmeria vaticana, hanno riacceso il dibattito, chiarendo alcuni punti chiave sulla relazione tra il Vaticano e la Procura di Roma. Alessandrini ha smentito l’esistenza di qualsiasi trattativa in merito alla questione della tomba di De Pedis, facendo luce su alcuni aspetti controversi della vicenda.

Le affermazioni di Costanzo Alessandrini

Nel corso di un’audizione davanti alla commissione bicamerale d’inchiesta, svolta il 10 dicembre 2024, Alessandrini ha affermato che “non c’era nessun accordo” tra la Santa Sede e i pubblici ministeri. Secondo quanto riportato, il vice comandante ha descritto una situazione di “collaborazione d’immagine” piuttosto che di un vero e proprio accordo. Alessandrini ha chiarito che l’unico interesse del Vaticano era mostrare la propria disponibilità a collaborare, senza però mai impegnarsi formalmente. Ha ribadito che il Vaticano avrebbe potuto occuparsi della questione della tomba di De Pedis senza l’autorizzazione delle autorità italiane, e che di fatto non esisteva alcuna necessità di trattativa.

Queste dichiarazioni si pongono in netta contraddizione rispetto a quanto sostenuto in passato da diversi protagonisti della vicenda, creando maggiore confusione attorno a uno dei casi di cronaca nera più discussi in Italia. Alessandrini ha specificato che il suo compito non era quello di condurre indagini, in quanto la Gendarmeria Vaticana non era mai stata incaricata di svolgere attività investigative riguardanti la scomparsa di Emanuela Orlandi.

I dettagli sulla tomba di De Pedis

Uno dei punti salienti emersi dall’audizione riguarda la tomba di De Pedis, noto criminale con legami con il caso di Emanuela. Secondo Alessandrini, le voci che collegavano De Pedis e la scomparsa di Orlandi sono emerse solo tramite il programma “Chi l’ha visto?”. Il vice comandante ha fatto notare che Emanuela era sparita circa sette anni prima dell’omicidio di De Pedis, suggerendo che qualsiasi ipotesi di un collegamento diretto tra i due casi fosse infondata.

Alessandrini ha descritto un incontro avvenuto con il procuratore Capaldo, durante il quale si discutette della possibilità di aprire la tomba di De Pedis. Tuttavia, ha sottolineato che la Gendarmeria Vaticana era solo per una collaborazione simbolica, mai per una vera e propria indagine. La visione di Alessandrini contrasta nettamente con quella di Capaldo, il quale sostiene che fu il Vaticano a richiedere l’apertura della tomba come favore.

La scomparsa di Emanuela Orlandi e la sua rilevanza

Alessandrini ha offerto una riflessione personale sul caso, sostenendo che, se Emanuela non fosse stata cittadina vaticana, “la sua scomparsa potrebbe non aver ricevuto la stessa attenzione mediatica”. Ha paragonato la sua vicenda ad altri casi di cronaca nera che si sono verificati a Roma, suggerendo che la sua condizione di cittadina vaticana ha permesso al caso di mantenere un’eco nell’opinione pubblica. Questa affermazione ha suscitato ulteriori domande sulla talvolta spietata esposizione mediatica che la vicenda ha subito nel corso degli anni.

Il suo commento accenna anche alla pressione che alcuni dettagli del caso hanno esercitato, tra cui le insinuazioni che hanno danneggiato la reputazione di figure di spicco come Giovanni Paolo II. Alessandrini ha sottolineato la mancanza di prove concrete riguardo a colori e personaggi coinvolti, enfatizzando la necessità di mantenere un approccio basato sui fatti anziché sulle speculazioni.

Indagini e il dossier Orlandi in Vaticano

Un altro punto discusso da Alessandrini ha riguardato la natura delle indagini svolte sulla scomparsa di Emanuela. Il vice della gendarmeria ha affermato che la Santa Sede non ha mai intrapreso operazioni investigative concrete sino all’emergere della questione della tomba di De Pedis. Ha evidenziato che le procedure di quel periodo erano molto diverse rispetto alle normative attuali, rendendo difficile per il Vaticano intervenire in maniera efficace.

Alessandrini ha fornito anche dettagli sul dossier esistente in Vaticano, chiarendo che si trattava di un semplice appunto elaborato su fonti aperte e non di un’investigazione formale. Questo dossier era stato richiesto dal segretario particolare del Papa in risposta alle voci riguardanti eventuali resti di Emanuela presenti nella basilica di Sant’Apollinare. Alessandrini ha rimarcato che non esistono documenti o prove chiave che possano rafforzare l’idea di una copertura o di una trattativa in corso, ma solo una ricostruzione storica di eventi legati alla scomparsa.

Le affermazioni di Alessandrini offrono una nuova prospettiva sul caso di Emanuela Orlandi, complicando ulteriormente un’intricata e dolorosa questione storica.

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