Il prossimo conclave del 2025 si avvicina, e nel dibattito sui possibili nuovi pontefici spicca il nome del cardinale statunitense timothy michael dolan, attuale arcivescovo di New York. Figura di rilievo nella Chiesa cattolica americana, noto per le sue posizioni conservatrici e l’abilità comunicativa nei media, dolan raccoglie consensi ma anche critiche che ne definiscono il profilo pubblico. Nel panorama che si va definendo, il suo percorso ecclesiastico e le sue scelte pastorali lo pongono sotto i riflettori come un possibile candidato al soglio pontificio.
La formazione e gli inizi di timothy michael dolan nella chiesa cattolica
Timothy michael dolan è nato il 6 febbraio 1950, in una famiglia numerosa con quattro fratelli. Aver intrapreso il cammino religioso fin da giovane, entrando nel seminario preparatorio di Saint Louis nel 1964, segna l’inizio di una lunga carriera ecclesiastica. La sua formazione accademica si è sviluppata in ambito filosofico e teologico: ha ottenuto una laurea in filosofia al Cardinal Glennon College di Shrewsbury, Missouri, seguito da una licenza in teologia alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino a Roma. Il suo interesse per la storia della Chiesa americana lo ha portato a completare un dottorato presso la Catholic University of America.
Ordinato sacerdote nel 1976, dolan ha consolidato la sua esperienza pastorale e accademica in Missouri. Tra il 1983 e il 1987 ha ricoperto diversi incarichi che gli hanno permesso di acquisire competenze nel ministero e nella formazione di futuri sacerdoti. In quel periodo è stato vicepresidente del seminario Kenrick-Glennon e segretario della Nunziatura Apostolica a Washington D.C., incarichi che lo hanno messo in contatto con il cuore dell’amministrazione ecclesiastica americana. L’esperienza maturata a Roma come rettore del Pontificio Collegio Nordamericano, dal 1994 al 2001, ha rafforzato i suoi legami con la curia vaticana e l’episcopato internazionale.
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La carriera episcopale e le sfide pastorali affrontate da dolan
Dopo il conferimento del titolo di monsignore nel 1994 da papa Giovanni Paolo II, dolan è stato nominato vescovo ausiliare di St. Louis nel 2001. La sua scelta del motto episcopale “Ad Quem Ibimus” richiama una profonda fedeltà al vangelo e un riferimento diretto alla figura di San Pietro. Solo un anno più tardi, nel 2002, gli è stato affidato l’incarico di arcivescovo di Milwaukee, una diocesi segnata da una difficile eredità legata ai casi di abusi sessuali. È qui che dolan ha provato a ricostruire la fiducia della comunità e a rilanciare le vocazioni. Sotto la sua guida, le iscrizioni in seminario sono cresciute, segno di un lavoro pastorale che ha cercato di invertire una tendenza preoccupante.
Nel 2009 è arrivata la nomina a arcivescovo di New York, sede di grande rilievo con circa 2,5 milioni di fedeli. Appena preso servizio, dolan ha messo mano a una profonda riorganizzazione delle scuole e delle parrocchie diocesanali, ridimensionando quelle ritenute meno frequentate a causa dei mutamenti demografici e della calo delle vocazioni. Questi provvedimenti non sono passati senza contestazioni, con alcune decisioni annullate dalla Santa Sede dopo ricorsi. Dal 2010 al 2013 ha guidato la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, periodo di particolare visibilità anche per la nomina a cardinale da papa Benedetto XVI nel 2012. Ha preso parte al conclave del 2013 che ha eletto papa Francesco.
Posizioni pubbliche, controversie e impegni sociali del cardinale dolan
Il profilo pubblico di timothy michael dolan è spesso accompagnato da un’attenzione mediatica non solo per le sue funzioni ecclesiali, ma anche per alcune sue scelte e dichiarazioni. Tra le vicende più discusse c’è stata la decisione di rifiutare spostamenti delle spoglie di Fulton Sheen, l’arcivescovo americano venerato, perché sepolto nella cattedrale di San Patrizio. Nel 2018 si è manifestato in modo poco convenzionale, giustificando la sua partecipazione al Met Gala e perfino la messa a disposizione di una mitra tempestata di gioielli per la cantante Rihanna, scatenando reazioni diverse nei fedeli e nella gerarchia.
Dolan ha mostrato apertura in alcune circostanze, come nel sostenere pubblicamente un giocatore di football americano che ha fatto coming out, reclamando “un atteggiamento di non giudizio, coerente con il dettato biblico.” Tuttavia il suo impegno è saldo in difesa della dottrina tradizionale, soprattutto in tema di vita e morale. Ha firmato appelli contro leggi su aborto e matrimonio omosessuale, invitando alla disobbedienza civile in caso di normative contrarie alla coscienza religiosa.
Durante le polemiche sul finanziamento a contraccettivi e aborto dell’amministrazione Obama, dolan ha preso posizioni critiche con forza. All’interno della Chiesa è intervenuto pure in occasione del Sinodo sulla Famiglia, firmando una lettera aperta con altri cardinali per criticare possibili derive dottrinali. Nel contesto della pandemia da Covid-19, ha sostenuto la chiusura delle chiese in caso di aumento dei contagi, con alcune aperture però per la preghiera personale. Ha stabilito che i sacerdoti non potessero concedere esenzioni religiose ai vaccini.
Il peso pastorale e numerico dell’episcopato di dolan a new york
Il lungo servizio di dolan a New York ha visto un calo complessivo del numero di sacerdoti e religiosi. Dal 2009 al 2021 i presbiteri sono passati da 1.783 a 1.224, i religiosi maschi da 1.340 a 855, e le religiose da 2.840 a 1.908. Nonostante questo declino, il cardinale mantiene una buona reputazione tra il clero e i fedeli, forse anche per il suo approccio comunicativo diretto e per la capacità di coinvolgere con humour e semplicità.
L’esperienza maturata in questi anni di fronte a sfide complesse ha consolidato il suo ruolo come una figura di primo piano nel cattolicesimo statunitense. Dolan parla fluentemente inglese, italiano e conosce lo spagnolo, una competenza che ne amplifica l’influenza dentro e fuori l’America. In vista del conclave del 2025, la sua candidatura attrae attenzione e dibattito, riflettendo le tensioni e le speranze di una Chiesa che guarda avanti.