Il cardinale marc ouellet continua a essere considerato un possibile papabile nel 2025, anche se ha superato l’età limite per partecipare a un conclave. Ex prefetto della Congregazione per i Vescovi, ha un passato ricco di incarichi diplomatici e pastorali, e ha attraversato la scena ecclesiastica globale per decenni. La sua esperienza, unita a una visione della fede saldamente ancorata a principi tradizionali ma aperta al dialogo, mantiene vivo il dibattito attorno al suo nome.
Una carriera consacrata tra canada, colombia e roma
Marc Ouellet è nato e cresciuto in Quebec, in una famiglia cattolica ma dal culto non troppo intenso. Figlio di un agricoltore e con sette fratelli, ha scelto la via sacerdotale ancora in adolescenza. Ha frequentato l’università Laval e il grand séminaire di Montreal, ottenendo poi la licenza in teologia all’università di Montreal. Il suo percorso spirituale l’ha portato a essere ordinato nel 1968.
Formazione ed esperienze internazionali
Dopo i primi anni di ministero in Canada, Ouellet ha vissuto due anni a Bogotá, in Colombia, dove ha insegnato in spagnolo e si è unito alla Società dei Sulpiziani nel 1972. Ha poi proseguito gli studi in Europa: a Roma presso l’università Angelicum ha ottenuto una licenza in filosofia, nel frattempo studiava il tedesco a Innsbruck, in Austria. Ritornato in Canada e poi a Roma, ha preso un dottorato in teologia dogmatica alla Gregoriana nel 1982.
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Tra il 1982 e il 2002 ha insegnato e diretto seminari in Colombia, Canada e Roma. La sua nomina a vescovo è arrivata nel 2001 da Giovanni Paolo II, che nel 2002 lo ha designato arcivescovo di Quebec e primate del Canada. Nel 2003 è stato creato cardinale, e dal 2010 ha guidato il dicastero vaticano più influente nella nomina dei vescovi, mantenendo anche la presidenza della Pontificia Commissione per l’America Latina.
Nonostante abbia superato i 75 anni nel 2019, Ouellet ha continuato a guidare il dicastero fino a quando papa Francesco ha accettato la sua rinuncia solo nel gennaio 2023. Poco dopo è stato sostituito definitivamente nelle sue principali responsabilità curiali.
Il profilo religioso e le posizioni all’interno della chiesa
Il cardinale ouellet è noto per la sua linea teologica principalmente conservatrice, con una forte attenzione alla continuità degli insegnamenti post-conciliari. La sua esperienza a quebec, una regione dalla storia religiosa complessa e segnata da una laicizzazione crescente, ha inciso sulla sua capacità di confrontarsi con realtà difficili e mutate.
Sostiene con decisione il celibato sacerdotale nel rito latino ed esclude l’ordinazione femminile, pur volendo valorizzare la presenza delle donne nella vita ecclesiale con ruoli più significativi. Contrasta fermamente il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la modifica della definizione civile del matrimonio, mentre apprezza l’enciclica Humanae Vitae, riconoscendone il valore dottrinale.
Dal punto di vista sociale, Ouellet si è mostrato vicino alle difficoltà dei migranti e si è espresso con toni misurati sull’Islam, senza estremismi né condanne nette. La sua lunga permanenza in America Latina, in particolare in Colombia, ha facilitato un’amicizia con papa Francesco, che già conosceva prima che diventasse pontefice.
Il motto episcopale, Ut Unum Sint, indica la sua preoccupazione per l’unità e la comunione all’interno della Chiesa. Per lui l’eucaristia non è solo un rito, ma rappresenta una cultura fondamentale per la vita di fede e comunitaria.
Uno sguardo alla spiritualità e allo stile liturgico
Cardinale di spicco e teologo riconosciuto nel mondo, Ouellet preferisce una spiritualità che unisce rigore e umanità . Ama le liturgie che conservano elementi solenni, volti a mettere al centro la divinità e non il celebrante. Ha sostenuto l’applicazione di Summorum Pontificum, la lettera apostolica di papa Benedetto XVI che permette un ampio uso della forma extraordinaria del rito romano.
Chi lo conosce sottolinea la trasparenza del suo carattere e la sua umiltà , nonostante il peso della sua carica. È un uomo di preghiera, ma anche di vita concreta, con una passione giovanile per lo sport, soprattutto l’hockey, che gli ha donato valori di lealtà e sacrificio. Non è un rigorista dogmatico ma dimostra una sensibilità vicina alla gente, ciò che lo fa apprezzare come pastore.
L’ammissione alla comunione per i divorziati risposati lo ha visto oscillare, con prese di posizione non sempre coerenti nel tempo. Questo fa parte del suo profilo di uomo impegnato tra fedeltà ai precetti e necessità pastorali.
Il cardinale marc ouellet, alla soglia degli 80 anni, si mantiene un nome di riferimento nella Chiesa cattolica, grazie alla sua lunga esperienza e a una visione che cerca di conciliare dottrina e realtà . Il dibattito sul suo possibile ruolo futuro continua ad alimentare discussioni negli ambienti ecclesiastici, vista la sua figura di rilievo e il passato di vicinanza ai papi precedenti.