Carcere di Corigliano-Rossano: aggressione a due agenti da parte di un detenuto con problemi psichiatrici

Un’aggressione nel carcere di Corigliano Rossano evidenzia le criticità nella gestione dei detenuti con disturbi psichiatrici, sollevando preoccupazioni per la sicurezza degli agenti e la necessità di riforme legislative.
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Carcere di Corigliano-Rossano: aggressione a due agenti da parte di un detenuto con problemi psichiatrici - Gaeta.it

Un recente episodio di violenza all’interno del carcere di Corigliano Rossano ha messo in luce gravi criticità nella gestione dei detenuti affetti da disturbi psichiatrici. Un detenuto, con una storia di problematiche psichiatriche e classificato come di media sicurezza, è stato protagonista di un’aggressione nei confronti di due agenti della Polizia penitenziaria. Questo evento è avvenuto dopo il suo rientro in carcere, avvenuto una settimana dopo un ricovero in ospedale per un trattamento sanitario obbligatorio. Le testimonianze dei sindacalisti, Giovanni Battista Durante e Francesco Ciccone, evidenziano l’urgenza di affrontare la situazione per garantire la sicurezza degli agenti e il benessere dei detenuti stessi.

L’aggressione e le conseguenze per gli agenti

L’aggressione si è verificata nel momento in cui il detenuto stava uscendo dalla sua cella per recarsi ai paseggi. Durante questa fase, il detenuto ha sferrato un attacco improvviso contro due agenti, infliggendo loro gravi ferite. In particolare, uno degli agenti ha subito lesioni evidenti sul braccio sinistro, al petto e al collo, con segni che suggerirebbero un tentativo di strangolamento. Nonostante la gravità dell’incidente, e la necessità di assistenza medica, gli agenti non sono stati in grado di recarsi in ospedale a causa della cronica carenza di personale all’interno della struttura. Dopo le cure ricevute nella locale infermeria, hanno tuttavia deciso di rimanere in servizio, illustrando il loro impegno e dedizione nonostante le condizioni avverse.

La situazione della salute mentale nei penitenziari

I sindacalisti hanno sottolineato l’importanza di ripristinare ordine e sicurezza nelle carceri, con particolare riferimento alla gestione dei detenuti affetti da malattie mentali. Attualmente, molti di questi individui sono costretti a vivere all’interno dell’ambiente carcerario, dove, secondo i rappresentanti sindacali, non ricevono le cure appropriate. Durante e Ciccone hanno messo in evidenza come gli attuali protocolli di gestione dei malati psichiatrici siano inadeguati. Essi sostengono che i disturbi psichiatrici dovrebbero essere trattati in strutture specializzate, piuttosto che in carceri, per evitare l’acuirsi della situazione e garantire un trattamento adeguato.

Il ruolo delle Rems e la necessità di una riforma legislativa

Il dibattito attuale è stato ulteriormente alimentato da una sentenza della Corte costituzionale risalente a gennaio 2022, che ha messo in discussione l’efficacia delle leggi che hanno portato alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari e all’istituzione delle Rems . Secondo i rappresentanti del Sappe, il Parlamento dovrebbe esaminare la possibilità di modificare tale legislazione, ritenendo che i malati psichiatrici in carcere non vengano trattati adeguatamente e possano costituire una minaccia per la sicurezza di tutti all’interno delle strutture penitenziarie.

Inoltre, si fa appello affinché la gestione delle Rems venga affidata al Ministero della Giustizia, sostenendo che il trattamento dei malati psichiatrici è una questione che richiede un approccio centrale e statale, data la complessità e la gravità delle misure privative di libertà.

Il caso di Corigliano Rossano è solo uno dei tanti che sottolinea la necessità di riforme significative nel sistema penitenziario italiano e la gestione dei malati psichiatrici.

Ultimo aggiornamento il 26 Settembre 2024 da Elisabetta Cina

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