Il tema dell’autonomia differenziata ha riacceso un acceso dibattito tra le forze politiche italiane, specialmente nel contesto regionale. Recentemente, Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, ha messo in evidenza come l’autonomia proposta da Roberto Calderoli rischierebbe di spaccare ulteriormente il Paese, collocando le Regioni in una sorta di competizione fra loro. Nel discorso tenuto a Catanzaro durante un evento organizzato da Asprom, Tridico ha rimarcato la necessità di mantenere l’Italia come un’entità coesa, dove le autonomie regionali devono coesistere in un contesto solidale.
L’importanza della cooperazione fra Regioni
La Corte Costituzionale ha sottolineato che l’Italia deve essere un Paese caratterizzato da un’autonomia regionale che privilegi la cooperazione e la solidarietà . Questo è un aspetto cruciale, secondo Tridico, per evitare che le diverse Regioni si trovino a competere l’un l’altra, generando conflitti e disparità . In un contesto in cui le esigenze locali sono diverse, trovare un equilibrio è fondamentale. Ogni Regione deve poter esercitare le proprie competenze senza che questo comprometta la coesione nazionale.
Durante l’incontro, al quale è intervenuto anche il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, è emerso un chiaro messaggio: le politiche autonomiste non dovrebbero tradursi in una competizione spietata tra Regioni. Il coinvolgimento di vari attori locali, tra cui il sindaco di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, e la docente dell’Università della Calabria, Rosanna Nisticò, ha arricchito il dibattito, portando all’attenzione come le questioni locali legate all’autonomia debbano essere trattate con un occhio di riguardo per l’unità del Paese.
Leggi anche:
Fondi europei e Pnrr: un’opportunità da non sprecare
Un ulteriore punto di discussione è stato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e l’importante flusso di fondi europei destinati al Sud. Tridico ha fatto un bilancio dei finanziamenti ricevuti, sottolineando l’enorme opportunità rappresentata dai 200 miliardi di euro ottenuti dal governo Conte II per vari settori, tra cui sanità e infrastrutture. Tuttavia, ha espresso preoccupazione per la lentezza nell’uso di questi fondi, con solo il 33% degli importi spesi a un anno e mezzo dalla scadenza.
Questa inefficienza evidenzia una problematica più ampia sulle politiche di coesione, spesso considerate sostitutive rispetto ai fondi ordinari. Tridico ha affermato che i fondi europei per la coesione devono essere percepiti come aggiuntivi, cruciali per colmare le disparità esistenti tra le varie aree italiane. In questo senso, l’erogazione di risorse aggiuntive per il Sud è fondamentale.
Crisi industriale e necessità di risorse
Il dibattito si è poi spostato su temi economici, in particolare sulla crisi dell’industria. Tridico ha denunciato la situazione difficile in cui si trovano diverse realtà industriali nel Paese, segnalando che questa crisi non risparmia neanche il settore automotive, che sta vivendo un periodo di declino. In questo contesto, ha proposto di utilizzare le deroghe al Patto di stabilità per facilitare nuovi investimenti e rilanciare l’industria.
È evidente quindi che la questione della stabilità economica è strettamente connessa a quella della competitività industriale. Il punto di vista di Tridico è che solo attraverso interventi mirati e consistenti che incentivino l’industria si potrà contrastare questa crisi, sostenendo così l’economia del Sud. L’interlocuzione con gli operatori e i cittadini è fondamentale per fornire risposte concrete e mirate.
Il dibattito su questi temi non accenna a placarsi e si preannuncia una stagione di discussioni animate all’interno delle istituzioni locali e nazionali.