Cagliari in mobilitazione: studenti in piazza per i diritti e contro le guerre

Cagliari in mobilitazione: studenti in piazza per i diritti e contro le guerre

A Cagliari, studenti manifestano per il diritto allo studio, criticando le politiche governative sull’istruzione e la militarizzazione delle scuole, mentre esprimono solidarietà al popolo palestinese.
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Cagliari in mobilitazione: studenti in piazza per i diritti e contro le guerre - Gaeta.it

In una giornata caratterizzata da mobilitazioni in tutta Italia, Cagliari ha visto gli studenti scendere in piazza per rivendicare il diritto allo studio e protestare contro le politiche del governo riguardanti l’istruzione e le guerre in corso nel mondo. L’Unione degli Studenti, Link – Coordinamento Universitario e la Rete della Conoscenza hanno organizzato un corteo che ha unito diverse voci e istanze. La manifestazione ha preso avvio da piazza Gramsci, attraversando il centro cittadino, per culminare presso la sede della Regione in viale Trento. Durante il percorso, i partecipanti hanno sollevato cori e mostrato striscioni con messaggi chiari e provocatori, come “Vogliamo potere” e “Contro guerra e repressione fermiamo il governo“.

La voce degli studenti: diritti allo studio e lotta al fascismo

La protesta ha dato spazio alle voci di diverse organizzazioni studentesche, unite nel richiedere una maggiore attenzione per l’istruzione pubblica. Michele Tatti, coordinatore dell’Unione degli Studenti di Cagliari, ha evidenziato l’importanza della manifestazione, affermando che gli studenti vogliono essere protagonisti delle scelte che riguardano il proprio futuro. “Siamo qui per rivendicare il nostro diritto allo studio, per contrastare il fascismo e la cultura militare che è presente nelle scuole. Questa marcia è un segnale forte: vogliamo una scuola che valorizzi gli studenti e non li escluda,” ha dichiarato Tatti.

Le preoccupazioni sollevate durante la protesta si concentrano su una serie di questioni che affliggono il sistema educativo attuale. Gli studenti chiedono una riforma del modello scolastico in atto, che, secondo loro, è caratterizzato da strutture rigidamente verticali che non rispondono alle esigenze delle nuove generazioni. La richiesta è chiaramente indirizzata verso una trasformazione del sistema educativo, che deve essere più inclusivo e attento ai bisogni degli studenti.

Solidali con il popolo palestinese: i legami tra guerra e istruzione

Un tema centrale nella manifestazione è stato il supporto agli studenti del Medio Oriente, in particolare alle sofferenze del popolo palestinese. Elisabetta, militante della FGC di Cagliari e responsabile del settore scuola, ha espresso la sua condanna per il conflitto in corso e l’atteggiamento del governo italiano. “Quello che sta accadendo in Palestina è inaccettabile. Il governo Meloni è complice di una situazione che ha portato a un numero atroce di perdite umane. Vogliamo far sapere che siamo qui per opporci all’ingiustizia e al genocidio,” ha affermato Elisabetta.

Le parole di Elisabetta mettono in luce un collegamento tra le politiche governative sull’istruzione e la crescente militarizzazione delle scuole. Gli studenti lamentano il fatto che l’istruzione pubblica venga sempre più piegata agli interessi delle industrie belliche e che gli accordi tra il Ministero dell’Istruzione e le aziende produttrici di armamenti stiano influenzando negativamente il percorso formativo. Molti ragazzi sostengono che l’invio di studenti in stage presso aziende di questo tipo sia inaccettabile, poiché implica un’ingerenza delle logiche belliche nella formazione educativa.

Riforma dell’istruzione e critica alle politiche del governo

Nel corso della manifestazione, sono state espresse forti critiche alla riforma dell’istruzione proposta dalla ministra Valditara. Alcuni studenti hanno sostenuto che questa iniziativa porterà a una sempre maggiore privatizzazione dell’istruzione pubblica, favorendo gli interessi di pochi a discapito di molti. Le diverse frasi mantra espresse durante il corteo, come “basta alla scuola della guerra e dei padroni“, hanno messo in evidenza il malcontento generale nei confronti di un sistema scolastico percepito come inadeguato e minacciato da interessi esterni.

Queste istanze sono rappresentative di una generazione che lotta per un futuro migliore, dove l’istruzione possa essere vista come un diritto fondamentale, e non come un mezzo per arricchire pochi a scapito di altri. La mobilitazione di oggi segna un passo importante verso la costruzione di un movimento studentesco più forte e unito, pronto a confrontarsi con le sfide future.

Con la presenza di numerosi studenti e la determinazione dimostrata nel corso del corteo, Cagliari si conferma ancora una volta un palcoscenico di importanti battaglie sociali e culturali, in cui le nuove generazioni si fanno sentire per rivendicare il proprio posto nella società.

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