La scorsa settimana, il presidente americano Donald Trump ha lanciato un chiaro avvertimento alla Commissione Europea attraverso il suo profilo su Truth Social. In un contesto di tensioni commerciali in crescita, ha invitato l’Unione Europea a impegnarsi in acquisti massicci di gas e petrolio dagli Stati Uniti, suggerendo che in caso contrario si troverebbe di fronte a tariffe elevate sui prodotti importati. L’impatto di questo monito è significativo, poiché si inserisce all’interno di un periodo in cui l’Europa è particolarmente vulnerabile a interruzioni delle forniture energetiche e ha bisogno di trovare soluzioni rapide di fronte alle sfide economiche.
La minaccia di dazi e le conseguenze per l’Ue
Donald Trump ha dichiarato chiaramente: “Ho detto all’Unione Europea che deve colmare il suo enorme deficit con gli Stati Uniti acquistando su larga scala il nostro petrolio e il nostro gas. Altrimenti, sono dazi a tutto spiano!!!”. Questa minaccia di dazi si colloca in un contesto di crescente preoccupazione per un potenziale conflitto commerciale. Dopo l’invasione dell’Ucraina, gli Stati membri dell’Unione sono stati costretti a guardare oltre le loro tradizionali fonti di approvvigionamento energetico, trovando nel gas naturale liquefatto americano una valida alternativa. Funzionari dell’Unione Europea stanno ora esplorando possibili rappresaglie commerciali nel caso in cui Trump attuasse effettivamente le sue minacce, ma la volontà generale è di evitare una guerra economica con gli Stati Uniti, in considerazione delle numerose interconnessioni tra le due sponde dell’Atlantico, specialmente nel settore della difesa.
Il Financial Times segnala l’urgenza della situazione: l’Europa si trova a dover bilanciare le sue relazioni commerciali con la potenza americana e la necessità di garantire la sicurezza energetica a breve termine. La questione si fa ancor più delicata, dato che l’Unione Europea riceve ancora una buona parte del suo Gnl dalla Russia, creando una dipendenza che Trump sembra voler sfruttare a suo favore.
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L’approccio dell’Ue all’acquisto di Gnl
Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione Europea, ha già aperto a questa possibilità nei mesi scorsi. In novembre, al termine di un incontro con i giornalisti, ha dichiarato che l’Ue sarebbe disponibile a considerare l’acquisto di più gas dagli Stati Uniti, affermando: “Riceviamo ancora molto Gnl dalla Russia e perché non sostituirlo con quello americano, che è più economico per noi e fa scendere i prezzi dell’energia”. La posizione di von der Leyen evidenzia un atteggiamento proattivo da parte dell’Unione, ma il commento sembra esprimere anche un certo livello di contrasto rispetto a quello che Trump ha definito ‘minaccia’, poiché la Commissione sembra già orientata verso un aumento degli approvvigionamenti americani.
Attualmente, gli Stati Uniti sono diventati il principale fornitore di Gnl e petrolio per l’Unione Europea: nella prima metà del 2024, hanno esportato circa il 48% del Gnl importato dal blocco, contro il 16% proveniente dalla Russia. Questa transizione, però, ha bisogno di accelerazione. Secondo gli analisti, una maggiore produzione di Gnl negli States è necessaria per soddisfare la domanda europea, ma attualmente gli Stati Uniti non dispongono delle risorse di riserva necessarie da inviare in Europa.
Le prospettive future delle relazioni commerciali transatlantiche
La Commissione Europea non ha chiuso le porte all’idea di intensificare l’acquisto di petrolio americano, mantenendo una posizione diplomatica in risposta alle affermazioni di Trump. Olof Gill, portavoce per il Commercio dell’esecutivo Ue, ha dichiarato che è importante non giungere a speculazioni affrettate. Ribadendo l’impegno a instaurare relazioni costruttive con l’Amministrazione Trump, Gill ha evidenziato che il dialogo includerà gli aspetti commerciali, economici ed energetici.
Le prossime settimane saranno decisive. L’Unione Europea è sotto pressione per diversificare le sue fonti di approvvigionamento e ridurre la dipendenza dalla Russia, e il gas americano potrebbe rivelarsi un’opzione vantaggiosa, sia sul piano economico che strategico. Tuttavia, l’equilibrio tra mantenere buone relazioni con gli alleati e rispondere a minacce di dazi rimane una sfida complessa. L’Europa deve ora trovare una via d’uscita che consenta di garantire la sicurezza energetica senza farsi mettere alle corde dalle richieste statunitensi.