Le piazze finanziarie asiatiche hanno chiuso la seduta con un rialzo contenuto, mentre l’attenzione resta concentrata sulle possibili mosse di Donald Trump riguardo ai dazi e sugli sviluppi delle tensioni geopolitiche, in particolare il conflitto tra Russia e Ucraina e le recenti criticità in Medio Oriente. In un contesto di scarsi dati macroeconomici, i mercati hanno mostrato un andamento prudente, variando tra leggeri guadagni e qualche flessione.
Il contesto geopolitico pesa sulle prospettive finanziarie asiatiche
Le tensioni internazionali continuano a pesare sulle contrattazioni. La guerra tra Russia e Ucraina mantiene alta l’attenzione globale, influenzando non solo i mercati europei ma anche quelli asiatici, attraverso l’incertezza sulle forniture energetiche e le ripercussioni commerciali. In aggiunta, le difficoltà in Medio Oriente, con nuovi focolai di instabilità, contribuiscono a un clima di cautela. Questa situazione rende gli operatori più prudenti nelle scelte, condizionando la volatilità e i movimenti di borsa.
La politica commerciale degli Stati Uniti come fattore chiave
La politica commerciale degli Stati Uniti rimane un altro fattore chiave. Le decisioni di Donald Trump sui dazi, attese nei prossimi giorni, aumentano l’incertezza. “Un irrigidimento dei dazi potrebbe rallentare le esportazioni asiatiche, soprattutto quelle cinesi, e influire negativamente sulla crescita economica delle economie coinvolte nelle catene produttive globali.” La moderata crescita osservata sui mercati cinesi può essere letta anche in questa chiave, con investitori che anticipano un possibile sviluppo della situazione.
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A Tokyo, l’indice principale ha chiuso con una flessione dello 0,28%. Gli investitori appaiono titubanti soprattutto a causa di dubbi sulla politica di spesa pubblica del governo giapponese, elemento che ha fatto salire il rendimento dei titoli di Stato a 20 anni ai livelli più alti dagli inizi del nuovo millennio. Questo dato ha influito negativamente sul sentiment, frenando i corsi azionari. Il cambio dello yen ha mostrato un valore intorno a 147,33 nei confronti del dollaro e 171,80 rispetto all’euro, evidenziando una stabilità relativa in valute che riflettono le aspettative su politiche monetarie e scambi commerciali.
Nelle altre città cinesi, a mercati ancora aperti nel momento della chiusura nipponica, le quotazioni sono salite. Shanghai ha guadagnato lo 0,5%, Shenzhen lo 0,2%, mentre Hong Kong ha registrato un aumento dello 0,4%. Questi rialzi seguono l’annuncio di una crescita nelle esportazioni verso gli Stati Uniti, un segnale positivo per i settori legati al commercio estero. A Seul l’indice ha messo a segno un +0,8%, mostrando una maggiore fiducia nel mercato sudcoreano. L’eccezione a questa dinamica è stata Mumbai, dove i titoli hanno perso lo 0,4%, in un mercato influenzato da fattori locali e da una generale cautela nei confronti degli investimenti esteri.
La giornata priva di nuovi dati macroeconomici accentua la prudenza degli investitori
Quest’ultima seduta di contrattazioni in Asia si è svolta senza la pubblicazione di dati macroeconomici significativi. La mancanza di nuove informazioni su indicatori di crescita, inflazione o consumi ha contribuito a mantenere il clima di indecisione sui mercati. Senza elementi freschi su cui basarsi, gli operatori hanno preferito muoversi con cautela, favorendo piccole oscillazioni e limitati volumi di scambio.
L’assenza di eventi economici importanti, unita al quadro geopolitico complesso, ha spinto i listini asiatici a chiudere prevalentemente in moderato rialzo. Le oscillazioni sono state contenute perché nessuna novità ha modificato l’equilibrio esistente. Questa situazione fa presagire una continuazione dello scenario prudente nei prossimi giorni, in attesa di sviluppi concreti sul fronte commerciale e sugli scenari internazionali che stanno condizionando i mercati.