Bonus assunzioni giovani e donne attivi dopo un anno di ritardi nella riforma della coesione

Bonus assunzioni giovani e donne attivi dopo un anno di ritardi nella riforma della coesione

Il decreto riforma della coesione attiva i bonus assunzioni per giovani e donne, ma ritardi nella gestione dei fondi europei e incentivi temporanei limitano l’efficacia delle politiche di inclusione lavorativa.
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Il decreto di riforma della coesione ha attivato bonus assunzioni per giovani e donne, ma ritardi nella gestione dei fondi europei e l’assenza di politiche strutturali ne limitano l’efficacia nel migliorare l’occupazione e l’inclusione lavorativa. - Gaeta.it

Il decreto di riforma della coesione, varato un anno fa, ha finalmente reso operativi i bonus assunzioni destinati a giovani e donne. Questi incentivi puntano a contrastare la debolezza del mercato del lavoro italiano nei confronti di queste categorie, spesso escluse o marginalizzate. La messa a regime di tali misure è arrivata dopo un periodo di attesa determinato, almeno in parte, da problemi legati alla gestione dei fondi europei e alla mancanza di confronto con istituzioni internazionali e parti sociali.

Ritardi nella riprogrammazione dei fondi europei e conseguenze sul mercato del lavoro

Il principale ostacolo al rapido avvio dei bonus è stata la complessità nella riprogrammazione dei fondi europei legati al Programma nazionale giovani, donne e lavoro. La scelta del governo, nella fase iniziale, di affrontare questa operazione senza un dialogo approfondito con la Commissione europea e i sindacati ha rallentato notevolmente l’attuazione pratica degli incentivi.

Un punto di vista sindacale

La segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, ha messo chiaramente in evidenza questo problema, indicando come la mancanza di concertazione abbia compromesso il tempismo fondamentale per l’efficacia del provvedimento. Non a caso, questo tipo di rallentamenti determina spesso un effetto negativo sulla credibilità delle politiche attive del lavoro, penalizzando sia i beneficiari diretti che l’intero tessuto produttivo del Paese.

In più, l’assenza di strategie strutturate e il fatto che le misure siano state pensate come “una tantum” ha alimentato dubbi anche tra chi sostiene la necessità di interventi mirati. Gli incentivi temporanei potrebbero fornire un supporto a breve termine ma non garantiscono una stabilità duratura per chi entra nel mondo del lavoro, specie se giovane o donna, considerati i segmenti più deboli secondo molti esperti.

L’impatto degli incentivi sull’occupazione giovanile e femminile

Il mercato del lavoro italiano soffre da anni di una carenza di opportunità per le fasce più giovani e per le donne. I numeri mostrano una disoccupazione giovanile tra le più alte in Europa e una partecipazione femminile al mondo del lavoro tra le più basse. L’attivazione dei bonus dovrebbe rappresentare un passo avanti per invertire queste tendenze.

Ivana Veronese ha sottolineato come il problema principale resti la mancanza di una politica stabile e duratura nel tempo, capace di offrire certezze a chi cerca lavoro e ai datori di lavoro che intendono assumere. Gli incentivi appena avviati potrebbero stimolare alcune assunzioni, ma la loro natura occasionale limita l’effetto sulle dinamiche produttive nazionali.

Per cambiare davvero le cose, sarebbe necessario introdurre un sistema di incentivi strutturali, che funzioni come una tutela per chi, nel mercato del lavoro, rischia di restare escluso o di subire condizioni più svantaggiose. Solo con una presenza stabile e continua di misure di sostegno, il tasso di occupazione delle donne e dei giovani potrà migliorare in modo significativo.

Verso un sistema di incentivi più stabile

La segretaria confederale della Uil ha ripetuto la necessità di superare programmi a scadenza contingentata e di adottare interventi strutturali. Un sistema di incentivi regolare e preciso consentirebbe di offrire una protezione reale a gruppi che vivono forme di marginalizzazione o precarietà intensa.

Questo percorso, auspicato dai sindacati, porterebbe a costruire un mercato del lavoro più inclusivo e capace di rispondere alle esigenze attuali della forza lavoro, soprattutto in un contesto economico nazionale e internazionale che si trasforma velocemente. La tutela delle persone più fragili, quindi, dovrebbe diventare un elemento fisso delle politiche pubbliche.

Oggi, infatti, la sicurezza occupazionale dei giovani e delle donne resta un obiettivo ancora lontano se si pensa solo ad incentivi temporanei. La ripresa dell’economia e la crescita dell’occupazione passano attraverso misure condivise e permanenti, che diano risposte concrete e di lungo respiro a chi si affaccia per la prima volta nel mondo del lavoro o deve superare barriere storiche di genere.

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