L’Aquila vive tensioni politiche attorno al futuro del settore automotive, uno dei cardini dell’economia regionale. Recentemente, la maggioranza di centrodestra in terza commissione ha respinto una mozione presentata dai consiglieri del movimento 5 stelle, che proponeva interventi urgenti per sostenere un comparto strategico, messo sotto pressione da crisi produttive e mancanza di investimenti.
Il peso economico e occupazionale del settore automotive in abruzzo
Il comparto automotive rappresenta circa metà dell’export regionale in Abruzzo, con un giro d’affari che supera i 7 miliardi di euro ogni anno. Oltre 23 mila persone lavorano all’interno di questa filiera specializzata e articolata, che include produzione, componentistica e servizi collegati. L’impatto sociale ed economico è rilevante, soprattutto nei territori più legati agli stabilimenti e alle aziende dell’indotto.
Negli ultimi tempi, il settore fatica ad affrontare un contesto competitivo sempre più difficile. La contrazione degli ordinativi e il rallentamento produttivo hanno aggravato la situazione. La transizione verso nuovi modelli tecnologici e industriali appare rallentata, mentre le grandi aziende come Stellantis sembrano diminuire il loro impegno sugli stabilimenti abruzzesi. Questi fattori hanno creato uno scenario di incertezza, anche per i lavoratori che si trovano ad affrontare settimane di cassa integrazione e riduzioni di orario.
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I contenuti e le richieste della mozione cinque stelle per il rilancio
La mozione depositata da Francesco Taglieri ed Erika Alessandrini puntava a un intervento rapido e mirato da parte della Regione Abruzzo. Tra le richieste emergevano l’urgenza di un incontro con i vertici di Stellantis, per ottenere garanzie sul futuro dello stabilimento di Atessa e più in generale per la filiera locale. Si proponeva di lavorare a livello nazionale per stabilizzare il tavolo dell’automotive spostandolo sotto la presidenza del consiglio, così da garantirne la continuità e la visibilità politica.
Altre misure riguardavano la condizione dei finanziamenti pubblici: ogni contributo doveva essere legato alla tutela dei posti di lavoro stabili. Si sollecitava anche il sostegno all’ingresso di un secondo costruttore automobilistico in Italia, che potesse aumentare la competizione e la presenza produttiva nel paese. Infine venivano indicati nuovi strumenti di supporto al reddito per i lavoratori coinvolti nelle difficoltà, così da attutire gli effetti sociali della crisi produttiva.
La risposta politica della maggioranza e le critiche dei cinque stelle
La maggioranza di centrodestra ha deciso di bocciare la mozione, senza avanzare proposte alternative o piani d’intervento comparabili. Questa scelta ha scatenato reazioni dai consiglieri del movimento 5 stelle, che hanno definito il voto un segnale grave e ingiustificato. Secondo Taglieri e Alessandrini, il governo regionale manca di una strategia concreta per fronteggiare le difficoltà del comparto.
I dati nazionali fotografano un calo produttivo del 31,7% nel settore nei primi nove mesi del 2024, mentre Atessa sta affrontando settimane di fermo e riduzioni di produzione. La mancanza di iniziative mirate rischia di far perdere posizioni competitive all’Abruzzo a favore di regioni come la Polonia, capaci di attrarre nuovi investimenti più rapidamente. A quasi un anno dal deposito della mozione, non si registrano azioni regionali significative per il rilancio del settore.
Le implicazioni per il tessuto sociale ed economico della regione
L’assenza di risposte politiche rischia di aggravare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, assieme alle loro famiglie. Gli stabilimenti automotive rappresentano un’eredità industriale e un punto di riferimento per intere comunità, che ora affrontano un futuro incerto. La perdita di investimenti e di competitività mette in discussione non solo il presente occupazionale ma anche la capacità del territorio di mantenere una base industriale solida.
Le tensioni nella maggioranza regionale testimoniano uno scontro sulle priorità economiche, con ripercussioni dirette sui settori produttivi. Ogni rinvio o indifferenza potrebbe tradursi in ulteriori difficoltà per le imprese e per i lavoratori. Il rilancio del comparto automotive resta un tema centrale per la politica abruzzese, con effetti che si estendono ben oltre i confini dell’economia locale.