Milano, 2025: un gruppo di attivisti ha compiuto un’azione diretta sul cantiere del Pirellino, progetto di Coima, la società al centro di un’indagine per questioni urbanistiche. In pochi minuti, è stato srotolato uno striscione lungo 50 metri con la scritta “Espropriare Coima subito!”, poi rimosso. L’iniziativa fa parte della campagna “Giù le mani dalla città”, che punta a denunciare la gentrification e chiedere un intervento sulla proprietà immobiliare della società. Vediamo cosa è accaduto, quali sono le richieste degli attivisti e perché questo episodio si collega all’emergenza abitativa milanese.
Il blitz degli attivisti sul cantiere del pirellino
Il Pirellino, edificio in ristrutturazione con ponteggi visibili, è stato il teatro dell’azione messa in atto da un gruppo di giovani legati al collettivo Cantiere. Con un’agilità precisa e in tempi brevi, sono riusciti a fissare sul cantiere uno striscione di 50 metri con la scritta “Espropriare Coima subito!”. L’azione è durata pochi minuti perché lo striscione è stato rimosso subito dopo, ma ha attirato l’attenzione di passanti e media locali.
Gli attivisti avevano anche un altro striscione con la scritta “Giù le mani dalla città” e hanno utilizzato qualche fumogeno colorato per sottolineare il messaggio. L’evento si è svolto in modo pacifico ma deciso, formando un momento di protesta visibile contro le grandi opere urbane e le politiche immobiliari di Coima, società con un ruolo chiave negli sviluppi cittadini.
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Il significato della scelta del pirellino
Il blitz evidenzia come il tema della proprietà immobiliare e delle trasformazioni urbane resti al centro del dibattito pubblico milanese. La scelta del Pirellino, simbolo del progetto di riqualificazione firmato da Coima, ha un valore emblematico, nel contesto di una città dove i nuovi investimenti incontrano crescenti contestazioni sociali.
Le richieste del cantiere sulla speculazione immobiliare
Il collettivo Cantiere ha espresso con chiarezza i motivi dell’azione. La principale richiesta è l’esproprio del capitale immobiliare e finanziario di Coima, considerata una delle società principali della gentrification milanese. Secondo gli attivisti, tale capitale dovrebbe essere destinato agli alloggi popolari, al recupero e alla messa a disposizione delle 80 mila case vuote e sfitte sparse in città.
Il centro della protesta è collegato all’ingente somma che Coima ha ricevuto dal PNRR per interventi di “rigenerazione urbana”: 10 miliardi di euro, secondo le loro stime. Questi fondi, a loro dire, dovrebbero essere riconvertiti per contrastare l’emergenza abitativa e sostenere servizi sociali, invece di alimentare speculazioni immobiliari di tipo privato.
Richiesta chiara e netta
Il messaggio lanciato dal Cantiere è netto. La domanda è chiara: gli edifici firmati da “archistar” e destinati a target benestanti dovrebbero diventare spazi di abitazione popolare. Solo in questo modo la città potrebbe rispondere alle esigenze di chi vive in condizioni più precarie. Fino a quando si registrano case vuote e persone senza un tetto, denunciano, la responsabilità ricade su tutti i proprietari e gestori immobiliari, Coima inclusa.
Il collettivo sottolinea la contraddizione tra la crescita della “città del lusso” e la sparizione di servizi e spazi di socialità. Le scelte edilizie e finanziarie, secondo loro, avvantaggiano solo pochi mentre molti restano esclusi dall’accesso a una casa dignitosa.
Il contesto dell’inchiesta urbanistica su coima e i riflessi sull’emergenza abitativa
Coima è al centro di un’inchiesta riguardante appalti e procedure urbanistiche a Milano. Il fondatore, Manfredi Catella, è coinvolto nelle indagini che potrebbero chiarire eventuali irregolarità o speculazioni legate ai grandi progetti immobiliari. L’inchiesta si snoda in un contesto complesso dove la trasformazione urbanistica si intreccia con interessi economici, politiche pubbliche e problemi sociali come la casa.
Le accuse sollevano riflessioni sul ruolo degli investimenti pubblici e privati nelle aree urbane. Il PNRR ha stanziato risorse importanti per la riqualificazione, ma il loro impiego resta centrale nel dibattito. Coima, che ha ottenuto fondi ingenti, si trova nell’occhio del ciclone, mentre cresce la pressione da parte di gruppi attivi e cittadini che reclamano trasparenza e giustizia sociale.
Attivismo e malcontento sociale
L’azione degli attivisti del Cantiere rientra in questo quadro, esprimendo un malcontento che coinvolge la gestione dello spazio urbano e l’opportunità di una distribuzione più equa delle risorse abitative. L’emergenza casa a Milano, con numeri crescenti di persone senza alloggio stabile, rimane un punto critico che alimenta proteste e iniziative sul territorio.
Il caso del Pirellino e del gesto sul cantiere rappresentano così un elemento simbolico e pratico di una battaglia che coinvolge urbanisti, amministratori, imprenditori e la cittadinanza attiva, chiamata a monitorare e intervenire sulle trasformazioni della città.