La vicenda di un bambino autistico che sarebbe stato lasciato sporco in una scuola primaria di Cesa, in provincia di Caserta, ha sollevato un acceso dibattito tra la famiglia, le autorità locali e il personale scolastico. La denuncia iniziale, pubblicata su una pagina social e ripresa da alcune associazioni, accusa la scuola di non aver garantito l’assistenza necessaria al piccolo. Dal canto suo, il sindaco di Cesa, Enzo Guida, ha chiarito la situazione dopo il confronto con gli operatori coinvolti, sottolineando la presenza di controlli regolari e una versione dei fatti differente.
La denuncia social e la presa di posizione del coordinamento nazionale docenti dei diritti umani
La segnalazione è comparsa sui social e subito ha trovato ampia risonanza, anche grazie all’intervento del Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani. L’organismo ha definito il caso “un’ennesima violazione dei diritti fondamentali di un alunno con disabilità”, inserendolo in un contesto di simili episodi che sarebbero già verificatisi in altre scuole italiane. Secondo il coordinamento, questi episodi rappresenterebbero un problema diffuso, in grado di mettere a repentaglio la dignità e la salute degli studenti con esigenze particolari. La denuncia ha quindi messo al centro del dibattito la necessità di garantire assistenza adeguata a questi bambini in ogni momento della giornata scolastica.
Precedenti simili segnalati in italia
Il coordinamento ha citato precedenti simili, accaduti in diverse città italiane come Montalto Uffugo, Avellino, Lecce e Cagliari. In quei casi, bambini con disabilità erano stati lasciati soli o non assistiti nelle loro necessità più basiche, anche per lunghi periodi, o addirittura le famiglie erano state impedite di intervenire per aiutare i figli. Questi altri casi hanno portato alla luce difficoltà strutturali nelle scuole italiane nel fornire personale formato e preparato per seguire gli studenti con bisogni specifici. Il coordinamento ha lanciato l’appello per una maggiore attenzione e per interventi immediati a tutela degli alunni disabili, destinati a restare al centro della discussione pubblica.
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La versione del sindaco di cesa e la ricostruzione dei fatti a scuola
Il sindaco di Cesa, Enzo Guida, ha preso in carico la situazione già nelle ore successive alla diffusione della denuncia. Dopo aver organizzato un confronto diretto con il dirigente scolastico Pietro Corvino e con l’operatore che segue abitualmente il bambino, ha rimesso ordine ai fatti almeno sulla base delle testimonianze raccolte. Secondo Guida, il personale scolastico ha sempre assistito gli alunni con bisogni speciali in maniera costante e attenta, riferendo che il bambino al centro dell’indagine era stato controllato regolarmente nel corso della mattinata.
Guida ha spiegato che alle 12.30, quando il bambino è stato preso dalla zia, si è constatata la necessità di effettuare una pulizia. L’operatore si è offerto subito per provvedere personalmente, ma la zia ha scelto di occuparsene poi, motivando la scelta con la fretta di lasciare la scuola per altri impegni. Il giorno successivo i familiari si sono presentati in istituto per lamentare che il bimbo era stato lasciato senza pulizia per un periodo prolungato. L’operatore, assistito da preside, segreteria e docenti, ha confermato di aver monitorato il bambino poco prima delle 12.30, senza riscontrare problemi. L’esigenza di pulizia è emersa solo al momento dell’uscita quando, però, non è stato permesso all’assistente di intervenire. Guida ha quindi ribadito la fiducia nel comportamento del personale, viste la dedizione e la cura dimostrate quotidianamente.
Il ruolo del comune e il progetto gol
Il sindaco ha anche ricordato che l’assistenza è formalmente di competenza della scuola, ma che il comune ha cercato di integrare il servizio, mettendo a disposizione, tramite il progetto Gol, ulteriori operatori per sostenere il personale scolastico. Ciò dimostra un interesse concreto, almeno da parte dell’amministrazione, per garantire la presenza di figure adatte a seguire bambini con disabilità.
Altri episodi simili nel territorio nazionale e le richieste di intervento
La denuncia di Cesa si inserisce in un contesto più ampio di casi analoghi notificati in diverse città italiane. Il Coordinamento Nazionale Docenti ha voluto sottolineare che non si tratta di episodi isolati. Nel 2025, le difficoltà di trovare personale formato e presente in ogni momento per assistere bambini e ragazzi con disabilità continuano a creare situazioni delicate spesso sotto gli occhi di tutti.
A Montalto Uffugo, ad esempio, un bambino autistico di 10 anni venne lasciato sporco dopo un incidente in classe. La famiglia si è detta addirittura impedita a intervenire direttamente nei confronti del figlio. Situazioni altrettanto problematiche si sono verificate ad Avellino con una bambina di tre anni e a Lecce, dove una ragazzina è stata abbandonata da sola in bagno per quasi 40 minuti, in attesa che arrivasse la madre. A Cagliari, invece, la mancanza di un collaboratore scolastico formato ha costretto la madre di uno studente disabile in sedia a rotelle a intervenire personalmente per accompagnarlo al bagno, provocando la protesta dei compagni di classe.
Questi esempi confermano quanto il problema sia diffuso e quanto servano misure urgenti. L’appello del coordinamento riguarda la presenza costante di personale adeguato, formato e preparato a intervenire su bisogni educativi speciali. Garantire il tempo e le risorse necessarie a questi bambini rimane una priorità per evitare fragilità e passività da parte delle scuole nel gestire casi così sensibili.
Il dibattito intanto prosegue, fra accuse e rassicurazioni, alla ricerca di risposte concrete e immediate. Le scuole italiane, già alle prese con molteplici difficoltà, si trovano così ancora davanti alla sfida di tutelare davvero gli alunni più fragili.