La situazione degli avvocati e dei magistrati in Bielorussia è diventata assai critica, caratterizzata da una repressione che ha inizio nel 2020 e che continua a colpire le professioni legali. Questo tema è stato al centro di un convegno tenutosi a Torino, in coincidenza con la Giornata mondiale dell’Avvocato in pericolo. Durante l’incontro, si sono susseguiti interventi volti a porre l’accento sulle gravi violazioni dei diritti umani e della libertà professionale nel Paese dell’Est europeo. Ogni anno, centinaia di avvocati vengono perseguitati e silenziati, creando un clima di paura e intimidazione che nega qualsiasi forma di dissenso.
La situazione degli avvocati in Bielorussia
Simona Grabbi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Torino, ha aperto il convegno descrivendo la pesante repressione in atto in Bielorussia. Secondo Grabbi, quando un governo decide di esercitare il potere in modo autoritario, gli avvocati sono tra i primi a subire le conseguenze. Alcuni legali stanno scontando pene detentive, mentre oltre cento sono stati esclusi dall’esercizio della professione. Tuttavia, è preoccupante notare l’assenza di dati ufficiali sui legali che scelgono di abbandonare il campo, lasciando intravedere un inquietante fenomeno di auto-censura dovuta alla pressione esercitata dallo Stato.
In Bielorussia, i diritti e le libertà degli avvocati sono fortemente limitati. Gli ordini forensi si trovano sotto il diretto controllo del Ministero della Giustizia, il che consente al governo di influenzare e gestire l’operato degli avvocati. Anche i magistrati non sono immuni da questa repressione: i giudici sono nominati dall’esecutivo e chiunque osi emettere sentenze che non si allineano con la volontà del governo può essere rimosso dal proprio incarico. Questo meccanismo di controllo non solo limita l’indipendenza della giustizia, ma crea un clima generalizzato di paura tra coloro che operano nel settore legale.
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Le testimonianze delle avvocate bielorusse
Un momento significativo del convegno è stato caratterizzato dalla presenza di due avvocate provenienti dalla Bielorussia, Maria Kolesava-Hudzilina e Anna Matsiyeuskaya. Entrambe svolgono un’importante attività di difesa dei diritti civili e assistenza ai rifugiati, ma sono state perseguitate dalle autorità del loro Paese. Le accuse a loro carico vanno dal terrorismo a comportamenti anti-governativi. Durante la loro testimonianza, hanno denunciato una pratica agghiacciante: gli avvocati condannati sono costretti a indossare una “targhetta gialla” sui vestiti, simile a quella imposta agli ebrei durante il regime nazista in Germania.
Le parole delle due legali hanno messo in evidenza il significato della solidarietà internazionale. Hanno sottolineato che eventi come quello di Torino rappresentano un segnale di speranza per tutti coloro che lottano contro la repressione. Hanno condiviso un messaggio di una collega detenuta, che esprimeva fiducia nel ritorno della luce dopo un periodo di oscurità. Questo racconto offre uno spaccato drammatico della situazione bielorussa, mettendo in risalto come la comunità legale possa attivarsi per sostenere chi è in pericolo.
La marcia di solidarietà
La giornata è stata arricchita da una marcia di avvocati, sfilando nella toga all’interno del Palazzo di Giustizia di Torino. L’iniziativa ha visto la partecipazione di figure istituzionali come il presidente della Corte d’Appello, Edoardo Barelli Innocenti, e il procuratore generale, Lucia Musti. Questa marcia ha rappresentato un gesto di unità e sostegno, non solo per le colleghe in difficoltà in Bielorussia, ma più in generale per la libertà e i diritti civili nel mondo.
L’adesione a questo evento dimostra come il mondo legale possa unirsi in difesa dei principi fondamentali di giustizia e autonomia, mettendo in luce la rete internazionale di supporto a cui anche coloro che operano sotto regimi oppressivi possono attingere. La Giornata mondiale dell’Avvocato in pericolo ha così assunto un significato profondo, testimoniando la lotta per la dignità professionale e la libertà di espressione nel panorama globale.