Il caso che coinvolge la preside del Polo Tecnico Professionale di Lugo si è sviluppato tra il 2024 e il 2025, a seguito di una serie di episodi che avrebbero richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. L’indagine punta a chiarire la mancata denuncia di fatti gravi avvenuti nell’istituto, tra cui atti vandalici, risse e interruzioni di pubblico servizio. Questa vicenda ha acceso i riflettori sul modo in cui sono stati gestiti alcuni eventi delicati all’interno della scuola romagnola.
Episodi di vandalismo e disordini nel plesso scolastico
Gli episodi in questione si sono susseguiti nell’arco di quasi due anni all’interno della scuola di Lugo, riguardano deturpamenti di muri, imbrattamenti e danneggiamenti, oltre a comportamenti quali risse tra studenti e interruzioni di attività didattica causate da allarmi falsi. Questi fatti, riportati da testimoni e documentati nei verbali della polizia locale, agiscono in una fascia che impone un intervento immediato da parte delle autorità competenti. Essendo reati procedibili d’ufficio, la normativa impone alle figure responsabili della scuola di segnalare tempestivamente tali avvenimenti. Secondo l’accusa, la dirigente avrebbe invece preferito affrontare questi problemi attraverso risposte interne, senza coinvolgere le forze dell’ordine né avviare indagini formali esterne.
La violenza tra studenti e il caso specifico del pestaggio nel cortile
Tra i diversi episodi che hanno destato preoccupazione, il più grave è quello di marzo 2025, quando un ragazzo di 16 anni è stato aggredito da coetanei durante una lite scoppiata all’interno del cortile scolastico. La violenza è stata anche ripresa con un cellulare e l’episodio coinvolge direttamente la Procura dei Minorenni di Bologna per stabilire responsabilità e conseguenze. La famiglia del giovane aggredito ha contestato l’operato della dirigente anche per un post pubblicato su Facebook in cui, a loro giudizio, vi sarebbe stata una violazione della privacy o una informazione dannosa sul ragazzo. Per questo motivo, la preside ha ricevuto un avviso di garanzia per diffamazione aggravata. Questo aspetto riguarda i limiti della comunicazione pubblica da parte di chi ricopre ruoli delicati all’interno delle istituzioni educative.
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L’inchiesta e le testimonianze raccolte dalla polizia di lugo
Il lavoro investigativo svolto dalla polizia locale e coordinato dal pubblico ministero Francesco Coco ha portato alla raccolta di circa venti testimonianze, prevalentemente da parte di docenti e personale interno. Questi racconti si concentrano sui possibili casi di omissione di denuncia e sulla gestione interna degli incidenti. Questo accertamento mira a ricostruire fedelmente le modalità con cui sono stati trattati i fatti segnalati, verificando se la preside abbia rispettato gli obblighi di legge in materia di tutela e sicurezza all’interno della scuola. In parallelo, l’Ufficio scolastico regionale ha avviato una propria ispezione per verificare l’operato della dirigente e valutare le misure da adottare in seguito a questi episodi.
Posizione della dirigente e risposte al procedimento giudiziario
Electra Stamboulis, difesa dall’avvocato Paola Converti, ha espresso fiducia nell’autorità giudiziaria rispetto a questa vicenda. Ha dichiarato che ogni sua replica o precisazione sarà fornita esclusivamente nei luoghi istituzionali preposti, evitando commenti pubblici. Questa posizione segnala la volontà di affrontare la questione nel rispetto delle procedure e in modo formale. L’avviso di conclusione delle indagini rappresenta un momento cruciale per chiarire le responsabilità sulla gestione degli eventi che si sono verificati nel polo scolastico e che hanno suscitato contestazioni sia a livello amministrativo che penale. Seguiranno ulteriori sviluppi nei prossimi mesi.