Autopsia e indagini sul delitto di Alessandro Venier a Gemona, la procura indaga sulla villetta

Autopsia e indagini sul delitto di Alessandro Venier a Gemona, la procura indaga sulla villetta

Indagine sull’omicidio di Alessandro Venier a Gemona: domani l’autopsia disposta dal tribunale di Udine, mentre la procura approfondisce le prove e ascolta le testimonianze della madre Lorena e della convivente Mailyn.
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Alessandro Venier è stato ucciso nella sua casa di Gemona; l’indagine coinvolge madre e convivente, mentre l’autopsia attesa domani sarà decisiva per chiarire dinamiche e cause della morte. - Gaeta.it

Il caso di Alessandro Venier, 35 anni, ucciso nella sua abitazione di Gemona , è al centro di un’indagine approfondita. Domani sarà conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo, fondamentale a chiarire le cause e i dettagli del decesso. L’omicidio, maturato all’interno di una famiglia, ha coinvolto la madre e la convivente della vittima. La situazione resta intricata mentre la procura continua le ricerche nella casa dove si è consumato il delitto.

Conferimento incarico per l’autopsia e la presenza del perito della difesa

Il tribunale di Udine ha fissato per domani la nomina del medico legale che dovrà eseguire l’autopsia sul corpo di Alessandro Venier. Questo esame servirà a stabilire con precisione le modalità della morte e il momento in cui è avvenuta. L’avvocata Federica Tosel, legale della famiglia, ha confermato all’ANSA che la difesa designerà un proprio perito, che parteciperà ai rilievi autoptici per assicurare la trasparenza dell’operazione.

L’autopsia riveste un ruolo cruciale nella vicenda. Gli inquirenti attendono risultati puntuali, perché la dinamica del delitto è stata ancora parzialmente ricostruita. È importante che emerga se ci sono state modalità diverse da quelle raccontate o elementi biologici che confermino o smentiscano le versioni finora raccolte. La perizia consentirà anche di stabilire se la morte sia stata immediata o se l’uomo abbia subito sofferenze prolungate prima di essere ucciso.

Le indagini in corso nella villetta e gli elementi raccolti

La procura di Udine sta concentrando gli accertamenti nella villetta di Gemona dove è stato commesso l’omicidio. Le ricerche mirano a trovare tracce materiali che confermino il racconto di Lorena Venier, madre della vittima, e della convivente Mailyn, arrestata dopo aver segnalato il crimine. Lorena ha spiegato che il corpo di Alessandro è stato sezionato direttamente in casa. Eppure, da quanto emerge, nessuna stanza presenta tracce ematiche significative. Questo dettaglio spinge gli investigatori a scavare più a fondo nelle prove da analizzare.

L’assenza di sangue in quantità macroscopica nelle camere lascia aperte diverse ipotesi. Potrebbe far pensare all’utilizzo di strumenti o tecniche per evitare che il sangue si disperdesse nell’abitazione, oppure a un intervento immediato post-omicidio per pulire l’ambiente. Gli agenti stanno valutando anche le testimonianze degli arrestati sulla fase successiva al delitto, durata cinque giorni, in cui il corpo è rimasto nascosto senza che nessuno intervenisse.

La testimonianza della madre e il ruolo della convivente nell’organizzazione del delitto

Durante l’udienza di convalida dell’arresto, Lorena Venier ha ribadito che nessun estraneo è stato coinvolto nel piano per eliminare Alessandro. Ha escluso che altre persone abbiano partecipato sia alla realizzazione del delitto che alla gestione del cadavere nei giorni seguenti. La madre ha precisato che solo la compagna del figlio, Mailyn, è stata parte attiva in tutto il procedimento.

Mailyn si è costituita chiamando il 112 il quinto giorno dopo l’omicidio. Questa circostanza indica una riflessione successiva e un possibile pentimento. Ora la procura vuole comprendere per quale motivo le due donne abbiano deciso di trattenere il corpo così a lungo. L’uso di calce viva per coprirlo nell’autorimessa sembra una soluzione transitoria, volta ad impedire la diffusione di odori putrescenti che avrebbero attirato l’attenzione dei vicini.

Ipotesi sul piano per eliminare il corpo e la scomparsa annunciata dalla vittima

Il corpo di Alessandro era conservato in un bidone nell’autorimessa della villetta, coperto con calce viva. Questo metodo non garantisce una conservazione definitiva ma limita i cattivi odori. Gli investigatori cercano di capire quale fosse la strategia delle due donne per far sparire il cadavere. È plausibile che avessero in mente un piano più duraturo, ma ancora indecifrabile al momento.

Un elemento intrigante è la dichiarazione di Alessandro stesso, che aveva informato alcuni amici della sua intenzione di trasferirsi definitivamente in Colombia. Quella possibile fuga poteva giustificare una sua sparizione improvvisa senza destare sospetti tra conoscenti o familiari. Questo dettaglio potrebbe aver messo in conto delle attenzioni sulle reali cause della sua sparizione, che invece nascondono il delitto.

L’inchiesta prosegue senza sosta, mentre le autorità completano l’analisi delle prove raccolte tra casa, testimonianze e perizie. Nell’attesa dell’autopsia, sui dettagli della morte di Alessandro Venier e sulle motivazioni precise restano molti punti da chiarire.

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