Aumento delle interruzioni volontarie di gravidanza in Italia: analisi del 2022

Aumento delle interruzioni volontarie di gravidanza in Italia: analisi del 2022

Nel 2022, l’Italia ha registrato un aumento del 3,2% delle interruzioni volontarie di gravidanza, con tassi più elevati tra donne straniere e minorenni, sollevando preoccupazioni sull’accesso alla legge 194.
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Aumento delle interruzioni volontarie di gravidanza in Italia: analisi del 2022 - Gaeta.it

Nel 2022, l’Italia ha registrato un incremento delle interruzioni volontarie di gravidanza , con un totale di 65.661 casi notificati. Questo dato segna un aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente, con un balzo più significativo tra le donne straniere rispetto a quelle italiane . É emerso un trend preoccupante anche tra le minorenni, che hanno mostrato un tasso di abortività pari a 2,2 per 1.000, nonostante rimanessero inferiori rispetto ai tassi di altri Paesi europei. Questo contesto solleva interrogativi sull’accesso e sull’applicazione reale della legge 194, come evidenziato dalle osservazioni dell’associazione Luca Coscioni.

Dati sulle interruzioni volontarie di gravidanza

Nella relazione presentata dal ministro della Salute, sono stati forniti vari dati sul fenomeno delle Ivg. Il tasso di abortività è aumentato, con 5,6 Ivg per 1.000 donne di età compresa tra 15 e 49 anni, evidenziando una crescita del 5,1% rispetto al 2021. Il rapporto di abortività ha raggiunto 166,6 Ivg per 1.000 nati vivi, mostrando un incremento del 4,8%. Si tratta di un’inversione significativa rispetto a un trend decennale di diminuzione. Il ministro Orazio Schillaci ha sottolineato che ulteriori raccolte di dati aiuteranno a capire se questa crescita è un fenomeno isolato o parte di un nuovo ciclo di aumenti.

La relazione analizza anche il passaggio da metodi chirurgici a quelli farmacologici per l’aborto. Nel 2022, le interruzioni farmacologiche, effettuate principalmente con mifepristone e prostaglandine, hanno superato quelle chirurgiche, rappresentando il 52% rispetto al 46,6%. Questo cambiamento potrebbe essere il risultato di una maggior adozione delle linee guida ministeriali relative all’uso di tali farmaci. Un focus particolare è stato messo sui tassi di aborto tra le minorenni, dove si riscontra un aumento della percentuale di Ivg tra le italiane e una flessione tra le straniere.

Accesso e applicazione della legge 194

Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, ha espresso preoccupazione riguardo ai dati forniti, ritenendoli obsoleti e poco utili per comprendere l’accessibilità della legge 194. L’assenza di dati disaggregati per le singole strutture crea un quadro incompleto sull’effettiva applicazione della legge. La Gallo ha ribadito l’importanza di rendere pubblici dati dettagliati e di rimuovere barriere che limitano l’accesso ai servizi di salute riproduttiva.

Nel 2022, il tasso di cinquantasei Ivg è aumentato in tutte le regioni, eccetto nelle zone insulari. I tassi di abortività più elevati si riscontrano tra le donne di età compresa tra 25 e 34 anni, mentre le donne over 40 hanno mantenuto tassi stabili. L’analisi del rapporto ha anche mostrato che le donne nubili hanno rappresentato una percentuale crescente delle Ivg, e che la maggioranza delle interruzioni è stata effettuata senza necessità di ricovero.

Contraccezione di emergenza e obiezione di coscienza

Un aspetto significativo della relazione riguarda l’aumento della disponibilità di contraccezione di emergenza. L’ulipristal acetato ha visto un incremento del 27,7% delle vendite, mentre il levonorgestrel ha registrato un aumento più contenuto. Tuttavia, la mancanza di dati precisi sull’utilizzo di questi farmaci rende difficile una valutazione dell’accessibilità e dell’uso tra le diverse fasce di età. È fondamentale fornire informazioni complete per garantire un uso sicuro e consapevole di queste risorse.

Per quanto concerne l’obiezione di coscienza, si è notato un decremento degli interventi a cura dei ginecologi non obiettori. Secondo il ministro Schillaci, i dati non indicano particolari problematiche nel servizio delle Ivg, suggerendo che le difficoltà potrebbero derivare da come le regioni organizzano il servizio piuttosto che dalla disponibilità di personale non obiettore.

Questi fattori rappresentano un contesto complesso che continua a evolversi e richiede attenzione da parte delle istituzioni per garantire un accesso equo e sicuro ai diritti di salute riproduttiva nel Paese.

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