Il 2024 si apre con buone notizie per i porti di Genova e Savona, che hanno registrato un aumento significativo nel numero di container movimentati, raggiungendo un totale di 2 milioni e 820 mila. Tuttavia, nonostante questo incremento, dall’associazione degli spedizionieri genovesi, Spediporto, arriva un allerta: i dati, seppur incoraggianti, devono essere analizzati con attenzione poiché nascondono problematiche rilevanti legate ai servizi di movimentazione delle merci. Per comprendere a fondo la situazione attuale, è fondamentale esaminare i dettagli di questa crescita e i problemi esistenti.
L’analisi del direttore generale di Spediporto: Giampaolo Botta
Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, non esita a mettere in discussione l’interpretazione superficiale dei dati. Secondo lui, l’aumento dei container è principalmente attribuibile a un notevole incremento del transhipment, in particolare nel porto di Savona, dove si è registrato un sorprendente aumento del 1421% rispetto al 2022. Sebbene questi numeri possano sembrare promettenti, Botta sottolinea che i trasbordi non beneficiano in modo adeguato l’economia locale. Infatti, l’aumento dei container in entrata e in uscita non si traduce necessariamente in un ritorno economico significativo per il territorio.
Un dato che suscita preoccupazione è il calo dei container pieni in export: una diminuzione del 3,5% rispetto al 2023 e del 6% rispetto al 2022. Al contrario, l’import ha mostrato un aumento di appena il 1,9%, che non riesce a compensare il calo complessivo del 4,8% rispetto al 2022. Vista in questo contesto, la crescita numerica dei container rischia di creare un’illusione di benessere, mentre sottende una serie di criticità da affrontare.
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I problemi dei servizi alla merce e la competitività del porto
Un aspetto critico evidenziato da Botta è la mancanza di servizi adeguati alla merce. La sua analisi mette in risalto come le incertezze relative ai tempi di uscita delle merci stiano danneggiando la competitività del porto di Genova rispetto ai porti del Nord Europa. Carenze di personale, dotazioni tecnologiche insufficienti e spazi limitati contribuiscono a un aumento dei costi operativi. Queste problematiche possono risultare frustranti per le aziende che operano nei settori più delicati, come l’alimentare e i prodotti sanitari, dove la punctualità e l’efficienza sono fondamentali.
In questo contesto, la possibilità che la situazione possa peggiorare viene considerata attuale, soprattutto in relazione alle sfide che il settore dell’autotrasporto deve affrontare. Botta fa eco alle preoccupazioni espresse dalle aziende, che segnalano costantemente difficoltà operative in un ambiente che richiede qualità e velocità. L’inadeguatezza dei servizi spinge le aziende a cercare alternative, il che potrebbe portare a una perdita di quote di mercato per il porto di Genova.
La situazione comparativa con altri porti italiani
I dati provenienti da indagini condotte da Srm e Consthip confermano le difficoltà di Genova rispetto ad altri porti italiani. Le imprese manifatturiere della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna utilizzano il porto di Genova per il 29% delle operazioni di import e per il 47% in export. Queste percentuali mostrano un significativo calo rispetto alla media del periodo 2019-2024, dove l’import si attestava al 66% e l’export al 70%. A titolo di confronto, il porto della Spezia sta guadagnando terreno, registrando un aumento delle preferenze da parte delle aziende.
Questa dinamica deve far riflettere le autorità e le associazioni del settore, affinché vengano attuate misure concrete per migliorare i servizi e riacquistare la fiducia delle imprese. L’operatività del porto di Genova è messa a dura prova dalle lunghe attese e dalle incertezze sui controlli doganali, rendendo difficile mantenere una posizione competitiva in un mercato sempre più globale.
L’attenzione ora deve concentrarsi sulle infrastrutture, che necessitano di un ammodernamento urgente per garantire un servizio efficiente e tempestivo alle aziende. Strutturare un piano che affronti le diverse problematiche emerse sarà cruciale per restituire al porto di Genova la sua competitività e attrattiva tra gli operatori logistici e le imprese manifatturiere.