Aumentano povertà e sprechi alimentari nella provincia di caserta: un convegno per cercare soluzioni condivise

Aumentano povertà e sprechi alimentari nella provincia di caserta: un convegno per cercare soluzioni condivise

La provincia di Caserta affronta povertà assoluta oltre il 10% e spreco alimentare del 43%, con iniziative di Fipe Confcommercio, Caritas e Too good to go per ridurre gli scarti e sostenere le famiglie in difficoltà.
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La provincia di Caserta affronta gravi problemi di povertà e spreco alimentare; iniziative come il convegno Fipe Confcommercio e l’app Too good to go puntano a ridurre gli sprechi coinvolgendo ristoratori, enti e cittadini. - Gaeta.it

La provincia di Caserta si trova a fare i conti con numeri preoccupanti sulla povertà e lo spreco di cibo. Un decimo della popolazione vive in povertà assoluta, mentre la metà stenta ad arrivare con le risorse al termine del mese. Nel contempo gli sprechi alimentari raggiungono livelli critici: quasi la metà del cibo prodotto o consumato va perso. Questi dati sono stati al centro del convegno “Nutrire il futuro: strategie condivise per ridurre lo spreco alimentare,” promosso dalla Fipe Confcommercio e tenutosi alla Camera di Commercio di Caserta.

I dati sulla povertà e lo spreco alimentare nella provincia di caserta

La percentuale di persone in povertà assoluta supera il 10% nella provincia di Caserta, un numero che evidenzia problemi economici seri per una consistente fetta della popolazione locale. Oltre a questo, circa il 50% degli abitanti affronta difficoltà significative per far quadrare i conti fino a fine mese, segnalando condizioni economiche precarie e insicurezza alimentare.

Sul fronte dello spreco di cibo, il quadro si presenta grave. Nel complesso, la perdita arriva al 43% in alcune fasi, comprese produzione, distribuzione e consumo domestico. Una parte importante degli sprechi avviene nelle case, dove si registrano quasi la metà delle eccedenze non consumate. Anche la ristorazione ha una quota significativa di cibo gettato via, ma la filiera produttiva resta uno dei maggiori responsabili.

Questi dati sono emersi durante la sessione di studi organizzata da Fipe Confcommercio alla Camera di Commercio di Caserta. I numeri sollevano la necessità di interventi mirati che coinvolgano produttori, commercianti, ristoratori e cittadini per invertire la tendenza attuale e gestire in modo migliore le risorse alimentari a disposizione.

Le strategie di ristoratori e organizzazioni per ridurre gli sprechi

Il presidente dell’ente camerale di Caserta, Tommaso De Simone, ha sottolineato l’urgenza di una riflessione condivisa attorno al tema dello spreco alimentare. Il coinvolgimento di ristoratori, pizzerie e negozianti, insieme a enti come la Caritas e la Camera di Commercio, punta a costruire un messaggio comune in linea con le direttive europee. Tra le proposte concrete ci sono iniziative come il doggy bag, strumento che consente di portare a casa il cibo avanzato, e l’app Too good to go, che inserisce prodotti alimentari eccedenti in circuiti per il consumo riducendo gli scarti.

Massimo Di Porzio, presidente di Fipe Confcommercio Campania e ristoratore, ha evidenziato l’importanza di trasmettere un messaggio culturale soprattutto ai giovani. Il cibo, ha spiegato, va considerato una risorsa da rispettare e non sprecare. Produttori e ristoratori devono trovare strumenti concreti per recuperare ciò che rimane invenduto o non consumato. Come esempio di buona pratica, l’attenzione verso metodi di recupero e la collaborazione tra gli attori della filiera alimentare possono dare risultati tangibili.

Fabio Del Prete, presidente dei Giovani imprenditori di Confcommercio Campania, ha portato in evidenza la vastità del problema a livello globale. Un terzo del cibo prodotto nel mondo finisce sprecato con perdite economiche che superano i 9 miliardi di euro all’anno. Nella provincia di Caserta la quota di spreco domestico raggiunge il 43%, mentre il 37% è legato alla produzione e il 15% alla ristorazione. Questi numeri impongono una presa di coscienza collettiva per gestire le risorse in modo diverso.

L’esperienza della caritas casertana nel recupero delle eccedenze

Don Carmine Schiavone, delegato regionale della Caritas, ha raccontato le iniziative sul territorio casertano per affrontare il tema della povertà e dello spreco. Le attività si svolgono grazie a una rete di 104 sportelli Caritas diocesani distribuiti nelle parrocchie. Le richieste di aiuto riguardano bisogni alimentari, pagamenti bollette ed emergenze abitative.

L’organizzazione ha attrezzato mense, dormitori e ambulatori per fornire assistenza continua, andando a colmare lacune dello stato sociale. Grazie a personale dedicato e mezzi propri, Caritas recupera gli alimenti in eccedenza da ristoranti e supermercati, riducendo lo spreco e distribuendo le risorse a chi si trova in difficoltà. Questo sistema di scambio e solidarietà offre un modello efficace di gestione dei surplus alimentari in contesti di povertà.

Spreco alimentare e impatto ambientale, l’allarme del wwf campania

Raffaele Lauria, delegato del Wwf Italia Ets in Campania, ha evidenziato la connessione tra spreco di cibo e tutela ambientale. L’impatto dello scarto alimentare sulle risorse naturali e sull’inquinamento è significativo. Contenere gli sprechi contribuisce a ridurre la pressione su acqua, suolo e atmosfera.

Ha ricordato che le Nazioni Unite hanno inserito la lotta allo spreco alimentare nell’Agenda 2030, fissandola come obiettivo chiave per raggiungere la sostenibilità e combattere la fame nel mondo. Secondo Lauria non si può parlare di giustizia sociale senza un’attenzione concreta all’ambiente. Contrastare lo spreco diventa quindi un impegno che unisce dimensioni sociali ed ecologiche.

Il ruolo di too good to go nella provincia di caserta

Pierluigi Simmini e Cristian Taddei, rispettivamente head of sales e senior sales di Too good to go, hanno illustrato i risultati dell’applicazione in provincia di Caserta. Con una rete di circa 200 partner commerciali coinvolti, l’iniziativa ha permesso di salvare prima del 2025 più di 150.000 pasti destinati allo scarto.

Too good to go funziona creando un circuito in cui prodotti alimentari invenduti o prossimi alla scadenza vengono acquistati a prezzo ridotto dagli utenti. Questo sistema vanta, oltre ai benefici sociali ed economici, un impatto positivo significativo nella riduzione degli sprechi. In provincia di Caserta l’app si è diffusa soprattutto nel settore della ristorazione, rendendo più semplice per consumatori e operatori intervenire in modo responsabile sulla gestione delle eccedenze alimentari.

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