Attacco alla missione delle suore di Madre Teresa: vandali distruggono convento e ospedale a Port-au-Prince

Attacco alla missione delle suore di Madre Teresa: vandali distruggono convento e ospedale a Port-au-Prince

L’attacco armato al convento e all’ospedale delle Missionarie della Carità in Haiti segna un grave deterioramento della sicurezza, minacciando i servizi vitali per migliaia di haitiani.
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Attacco alla missione delle suore di Madre Teresa: vandali distruggono convento e ospedale a Port-au-Prince - Gaeta.it

In un contesto di crescente violenza e insicurezza ad Haiti, il convento e l’ospedale delle Missionarie della Carità, creati da Madre Teresa, sono stati vandalizzati e incendiati da un gruppo armato. Le religiose, che ogni anno offrivano sostegno e assistenza a un numero impressionante di persone, hanno subito un attacco inaspettato, mettendo in discussione la loro presenza nel paese e la continuità dei servizi che fornivano a migliaia di haitiani.

Una notte di paura a Port-au-Prince

La sera del 26 ottobre ha segnato un tragico episodio per le Missionarie della Carità e per la popolazione che da decenni beneficia dei loro servizi. Fino a pochi giorni prima, il convento e l’ospedale erano tra i pochi luoghi di protezione nel caos quotidiano di Port-au-Prince. Ma una banda armata ha violato questo rifugio, saccheggiando e incendiando i locali. Fortunatamente, tutte le suore sono uscite illese, ma le conseguenze dell’attacco sono devastanti. Le religiose avevano ormai cessato le loro attività a causa dei crescenti timori per la loro sicurezza, alimentati dagli avvertimenti della polizia che suggerivano di abbandonare l’area. L’assalto ha lasciato la struttura ridotta a un cumulo di macerie, con i vigilanti che non sono riusciti a proteggere il loro operato. Gli oggetti di valore, comprese attrezzature mediche e suppellettili, sono stati rubati e rivenduti nel mercato nero, aggravando ulteriormente la situazione.

La testimonianza di William O’Neill, esperto di diritti umani dell’ONU, evidenzia la tragedia che colpisce un popolo già fortemente oppresso. L’insicurezza e la violenza, una costante nel life-style di Haiti, hanno raggiunto livelli senza precedenti, lasciando i cittadini in balia di bande armate pronte a mettere in pericolo anche chi svolge missioni caritative.

Impunità e violenza dilagante

L’attacco alle Missionarie della Carità rappresenta un cambiamento significativo nel comportamento delle bande armate in Haiti. Queste organizzazioni hanno tradizionalmente mostrato un certo rispetto per i servizi umanitari offerti dalle suore, che si prendevano cura di persone vulnerabili, procurandosi cibo e assistenza sanitaria. Jimmy Chérizier, leader carismatico e spietato della banda coinvolta, è descritto da fonti sul campo come un uomo senza scrupoli, che ignora le esigenze dei più bisognosi. L’atmosfera di impunità in cui operano queste bande rappresenta una vera e propria minaccia per la missione delle suore. Le religiose, che ogni anno fornivano cure a quasi 30 mila persone, si trovano ora in una situazione critica, mentre la sicurezza nel quartiere Bas Delmas continua a deteriorarsi. La paura ha costretto molti civili ad abbandonare le proprie case, lasciando un’impronta indelebile sulle vite degli abitanti.

La rappresentazione di Haiti come un luogo di terrore e abbandono si riflette nelle esperienze quotidiane dei cittadini, costretti a navigare tra la violenza e il bisogno di assistenza. Il futuro delle Missionarie della Carità sembra sempre più incerto, con molti che temono per l’interruzione dei servizi fondamentali che hanno offerto per decenni.

La storia di una missione

Le Missionarie della Carità, fondate da Madre Teresa nel 1979, hanno sempre rappresentato un pilastro nella comunità di Port-au-Prince. La visione di Madre Teresa, che si era unita alla causa per aiutare i più svantaggiati, ha dato vita a una struttura che ha accolto migliaia di haitiani. La decisione di Madre Teresa di aprire l’ospedale è scaturita dalla sua indignazione nel vedere persone abbandonate a sé stesse nel cortile dell’ospedale generale. Da quel momento, il convento è divenuto un luogo di speranza, offrendo non solo cure mediche, ma anche supporto alimentare e assistenza per interventi chirurgici, rispondendo così a esigenze fondamentali.

La recente aggressione rappresenta una ferita profonda non solo per le suore, ma anche per la comunità che ha sempre trovato nel loro lavoro un sostegno essenziale. Con la crescente violenza che circonda la loro missione, la loro presenza nel paese è arrivata a uno snodo cruciale. Senza un intervento significativo per ripristinare la sicurezza e il rispetto per il servizio umanitario, il futuro delle Missionarie della Carità a Haiti appare sempre più a rischio, lasciando milioni di persone in una condizione di vulnerabilità e abbandono.

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