Un’importante svolta si è verificata nell’inchiesta “Rimborsopoli bis”, riguardante le spese dei gruppi consiliari della Basilicata, che ha coinvolto nella sua scia due ex assessori, tre ex consiglieri regionali e un commercialista. La Corte d’Appello di Potenza ha emesso un verdetto di assoluzione per tutti gli imputati, accogliendo, così, le istanze difensive. L’inchiesta originale, che si era concentrata su presunti reati di truffa, falso e peculato avvenuti tra il 2009 e il 2011, aveva portato a prime condanne, ora riverse in grado d’appello.
Le assoluzioni degli ex assessori e dei consiglieri
Punto centrale della sentenza è l’assoluzione degli ex assessori Rosa Gentile e Agatino Mancusi, che, secondo la Corte, non hanno commesso alcun reato. Questa decisione segna un’importante vittoria legale per i due politici, che si trovano così liberati dalle pesanti accuse che li avevano gravemente colpiti durante il processo di primo grado. I motivi dell’assoluzione si basano sul ragionamento che “il fatto non costituisce reato”, segnando una netta differenza rispetto alla pronuncia del tribunale di Potenza, dove entrambi erano stati condannati per illeciti legati alla gestione delle spese pubbliche.
Accanto a loro, sono stati esonerati anche i tre ex consiglieri regionali Nicola Pagliuca, Vincenzo Ruggiero e Mario Venezia. La pronuncia della Corte ha rimesso in discussione le condanne che, in alcuni casi, prevedevano pene anche superiori ai cinque anni. Gli ex politici, a seguito dell’assoluzione, potranno così recuperare la loro reputazione pubblica e riprendere le loro attività personali e professionale sfuggite a causa di questo processo.
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La situazione di Vincenzo Viti e il commercialista Turco
Invece, per il caso di Vincenzo Viti, ex consigliere regionale, la Corte ha disposto una riduzione della pena. Originariamente condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione, la sentenza di appello lo ha condannato a due anni e quattro mesi, una discreta diminuzione ma pur sempre un provvedimento di condanna. Tuttavia, significativa è la revoca della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, che consente a Viti di tornare a ricoprire eventualmente ruoli pubblici in futuro, in un contesto giuridico sempre più favorevole alla sua posizione.
Parallelamente, anche il commercialista Ascanio Emanuele Turco è stato assolto, chiudendo così un capitolo della sua carriera che si era infittito di preoccupazioni legate alla sua professionalità di consulente nell’ambito della finanza pubblica.
Implicazioni legali e ripercussioni sulla politica lucana
La decisione della Corte d’Appello di Potenza non solo segna un cambiamento significativo per le vite personali e professionali dei condannati, ma solleva interrogativi importanti sul sistema politico e sulla gestione delle risorse pubbliche nella regione. Le assoluzioni suggeriscono che potrebbero esserci stati errori nelle indagini o nelle interpretazioni delle leggi riguardanti le spese dei gruppi consiliari. In un’epoca già segnata da una forte attenzione verso la trasparenza e l’accountability politica, questi eventi potrebbero alimentare discussioni e riflessioni sulla governance regionale e le modalità di supervisione delle finanze pubbliche.
Le implicazioni di questa sentenza potrebbero spingere le istituzioni lucane a rivalutare e ad implementare misure più stringenti per garantire la corretta gestione delle spese, evitando futuri fraintendimenti o malinterpretazioni da parte dei politici. La vicenda “Rimborsopoli bis” e le sue recenti conclusioni, pertanto, non si esauriscono solo nel merito delle sentenze, ma si proiettano anche verso futuristiche riforme legislative che potrebbero scaturire da questa esperienza giudiziaria.