Assoluzione per Francesco Ferioli: il processo per l'omicidio di Andrea Beluzzi si chiude con un verdetto

Assoluzione per Francesco Ferioli: il processo per l’omicidio di Andrea Beluzzi si chiude con un verdetto

Francesco Ferioli è stato assolto per non imputabilità nell’omicidio di Andrea Beluzzi, ritenuto incapace di intendere e volere al momento del delitto, e collocato in una struttura sanitaria.
Assoluzione per Francesco Feri Assoluzione per Francesco Feri
Assoluzione per Francesco Ferioli: il processo per l'omicidio di Andrea Beluzzi si chiude con un verdetto - Gaeta.it

La questione giudiziaria che ha visto protagonista Francesco Ferioli si è conclusa oggi con una sentenza di assoluzione per non imputabilità, in quanto il 48enne è stato ritenuto incapace di intendere e di volere al momento del delitto. Ferioli era accusato dell’omicidio di Andrea Beluzzi, deceduto il 31 dicembre 2023, nell’appartamento condiviso dai due a San Giovanni in Persiceto, località del Bolognese. La notizia è emersa dopo un processo che ha suscitato notevole attenzione, principalmente per la natura particolare della coabitazione tra i due uomini, legati ad un progetto di housing sociale.

I fatti dell’omicidio e le circostanze del delitto

Nella mattina del 31 dicembre, i soccorsi erano stati chiamati d’urgenza per un intervento in un appartamento di una palazzina di otto piani a San Giovanni in Persiceto, dove si era consumato un omicidio. Le forze dell’ordine, giunte sul posto, trovarono Andrea Beluzzi a terra, colpito a morte da coltellate. La scena con il corpo della vittima, ritrovato vicino al letto, indicava la gravità del fatto. Francesco Ferioli, in quel momento, non aveva tentato di fuggire e si è autosospeso dal lavoro.

Interrogato dai carabinieri, Ferioli ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Questa decisione ha sollevato ulteriori interrogativi sul suo stato mentale. Secondo quanto riportato, i due uomini vivevano insieme da circa due mesi, uno scenario che ha ulteriormente complicato la dinamica dei fatti. La convivenza in un progetto di coabitazione solidale ha rappresentato un contesto di vulnerabilità e problematiche di vita quotidiana.

La sentenza del Gip e le valutazioni psichiatriche

Oggi, durante il processo con rito abbreviato, il Gip di Bologna, Grazia Nart, ha emesso la sentenza di assoluzione per Ferioli. È emerso che il 48enne soffriva di un vizio totale di mente, come confermato dai periti. Il primo perito, Renato Ariatti, nominato dal pubblico ministero Flavio Lazzarini, e un secondo consulente designato dalla difesa, Lucia Tura, hanno entrambi accertato che Ferioli non era in grado di comprendere e gestire le proprie azioni al momento dei fatti.

Di conseguenza, il giudice ha disposto il collocamento di Ferioli nella Rems di Reggio Emilia, struttura sanitaria dove si trova attualmente. Questo accorgimento durerà due anni, passati i quali sarà effettuata una rivalutazione della sua condizione psichica per determinare se rappresenta ancora un pericolo per la società.

La posizione della famiglia della vittima

Una nota significativa nel contesto del processo è arrivata dalla famiglia di Andrea Beluzzi. La moglie separata della vittima, che è stata assistita dall’avvocato Federico Fischer, non ha deciso di costituirsi parte civile durante il processo. Questo gesto potrebbe riflettere una scelta strategica o una volontà di non aggiungere ulteriore complessità al già delicato procedimento giudiziario. La sentenza è stata seguita da un’attenzione mediatica significativa, con le motivazioni della decisione che saranno rese note entro trenta giorni, promettendo ulteriori spunti di riflessione attorno a un caso complesso che ha sollevato interrogativi sulla salute mentale e sulle dinamiche relazionali in contesti di vulnerabilità.

Ultimo aggiornamento il 26 Novembre 2024 da Elisabetta Cina

Change privacy settings
×