Gli assistenti giudiziari, circa 8.000 in tutta Italia e uniti nel Comitato “Assistenti Giudiziari – Uniti si vince”, stanno sollevando la loro voce in un momento critico della loro professione. Questa categoria lamenta da tempo una situazione di stagnazione, chiedendo di essere accorpati al profilo del cancelliere e di essere trasferiti in una fascia lavorativa superiore, la Terza Area. Le recenti discussioni potrebbero far scattare un’azione di protesta permanente se non verranno accolte le loro richieste.
La richiesta di riconoscimento professionale
Il Comitato, guidato da Maria Feola del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha espresso il proprio malcontento attraverso una nota ufficiale. Gli assistenti giudiziari si sentono trascurati, soprattutto in seguito alle recenti comunicazioni sindacali relative alla firma del contratto collettivo, dove la loro categoria sembra essere stata completamente dimenticata. “Gli Assistenti Giudiziari di questo Ministero sono divenuti invisibili”, afferma il Comitato, sottolineando come siano stati esclusi dalle discussioni che riguardano i diritti e le tutele dei lavoratori.
Questa disregard assidua ha portato a un sentimento di frustrazione, poiché gli assistenti giudiziari hanno visto la pubblicazione di bandi per posizioni superiori senza l’assicurazione di riserve di posto, una prassi invece garantita in altri ministeri. È un chiaro segnale di ingiustizia che ha danneggiato la loro professionaltà e crescita all’interno della pubblica amministrazione. La richiesta è quindi quella di un intervento diretto da parte del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affinché si ponga rimedio a questa situazione di perdurante disparità .
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La questione della unificazione con i cancellieri
Un altro punto cruciale nella vertenza è l’unificazione con i profili di cancelliere esperto. Questa proposta non è vista come un semplice trasferimento, ma come l’avvio di un processo più ampio per il riconoscimento delle funzioni svolte dagli assistenti giudiziari, che da anni eseguono compiti analoghi a quelli dei cancellieri ma senza il corrispondente riconoscimento professionale. La richiesta di passaggio alla Terza Area è legata a una necessità di considerare l’esperienza accumulata nel corso degli anni e la rilevanza del ruolo all’interno del sistema giuridico italiano.
La mancanza di unità tra i sindacati di categoria appare come un ulteriore ostacolo alla realizzazione delle istanze degli assistenti. Le bozze di proposta che pongono la categoria in una situazione ambigua, collocandoli contemporaneamente in Seconda e Terza Area, sono interpretate come una mancanza di rispetto verso il lavoro svolto e un tentativo di assimilare in modo inadeguato le responsabilità e le funzioni di due ruoli differenti.
Prospettive future e possibili manifestazioni di protesta
In vista delle attese discussioni sindacali, il Comitato annuncia la possibilità di attuare uno stato di agitazione permanente. Quest’azione non è intesa come una guerra contro altre categorie di lavoratori, bensì come una legittima richiesta di vedere rispettati diritti fondamentali che non sono ancora stati riconosciuti. La ferma decisione di lanciare un appello verso il Governo mira a stimolare un cambio di rotta nella gestione delle risorse umane nel settore giudiziario.
Il futuro degli assistenti giudiziari dipende ora dalla sensibilità e dalla reattività delle istituzioni a queste richieste, con l’intento di trovare una soluzione che porti finalmente a una progressione di carriera coerente con le loro esperienze e responsabilità . Questo tema caldo non può restare ignorato ancora a lungo, considerato anche il numero significativo di professionisti coinvolti. La speranza è che queste dinamiche portino a un dialogo costruttivo e a risposte concrete che possano soddisfare le legittime aspirazioni di un’intera categoria professionale.