Dai dati raccolti dall’associazione Luca Coscioni emergono dettagli sulle condizioni delle strutture penitenziarie italiane. Le relazioni redatte dalle Asl sulle visite sanitarie, ottenute grazie a un accesso civico attivato a dicembre 2024, rivelano disorganizzazione e problemi che persistono in molte regioni. L’Abruzzo rappresenta un caso esemplare, con documentazioni incomplete e situazioni di sovraffollamento e condizioni igienico-sanitarie poco soddisfacenti in diversi istituti. La risposta delle Asl a livello nazionale è risultata parziale e spesso inadeguata.
Accesso civico e rilascio delle relazioni da parte delle asl nelle carceri abruzzesi
Il dicembre 2024 ha segnato un momento importante per la trasparenza delle condizioni carcerarie in Italia, grazie all’azione dell’associazione Luca Coscioni. Attraverso un accesso civico, sono state richieste e ottenute le relazioni delle Asl sulle visite sanitarie effettuate negli istituti penitenziari. In Abruzzo, il quadro che si presenta rispecchia una gestione a macchia di leopardo: tra le quattro Asl territoriali solo due, quelle di Avezzano Sulmona L’Aquila e Lanciano Vasto Chieti, hanno fornito documenti. Quelle di Pescara e Teramo hanno invece deciso di non rilasciare alcuna informazione, limitando così la comprensione della situazione complessiva della regione.
La documentazione ricevuta dalle Asl abruzzesi però non contiene le relazioni delle ispezioni sanitarie vere e proprie, ma soltanto brevi sintesi sull’offerta sanitaria nei istituti. Questo limite pone un serio dubbio sulla trasparenza delle verifiche effettuate e sulla reale attenzione dedicata ai controlli negli ambienti carcerari. L’assenza di relazioni dettagliate rende difficile valutare il rispetto delle norme igienico-sanitarie o la presenza di eventuali interventi medici di carattere preventivo o curativo.
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La disparità tra le Asl che hanno collaborato e quelle che si sono negate evidenzia un problema più ampio, legato alla gestione della sanità penitenziaria in Abruzzo e probabilmente in altre regioni italiane. Senza dati completi, le criticità difficilmente possono essere affrontate e risolte, lasciando aperta la strada a situazioni di disagio o pericolo per la salute dei detenuti.
Analisi delle condizioni nelle carceri di sulmona, l’aquila, lanciano, chieti e vasto
Le informazioni rese note dalla Luca Coscioni sulle strutture abruzzesi mettono in luce realtà diverse. Nel complesso, le criticità maggiori appaiono nelle carceri di Sulmona, L’Aquila e Vasto. In questi casi, i rapporti delle Asl forniscono soltanto una fotografia superficiale della sanità carcere, mancando indicazioni dettagliate che potrebbero confermare o smentire problemi fisici o strutturali rilevanti.
Per l’istituto di Chieti la situazione diventa più precisa. Su un totale di 79 posti previsti, ci sono 134 detenuti, un sovraffollamento di quasi il 70%. Le celle sono troppo piccole per ospitare un numero così alto di persone, alcune sono sprovviste di aria condizionata necessaria soprattutto nei mesi estivi. Questa conformazione incide sulla qualità della vita e della salute dei detenuti. Inoltre, l’ambulatorio medico funziona senza le autorizzazioni sanitarie stabilite dalla legge regionale 31 luglio 2007, n. 32, un aspetto che mette a rischio la validità delle prestazioni sanitarie disponibili.
A Lanciano gli ambienti sanitari risultano in condizioni definite buone, nonostante alcune raccomandazioni per interventi di manutenzione e sanificazione. Il controllo della qualità delle acque destinate al consumo è considerato un punto da verificare con attenzione, per scongiurare contaminazioni potenziali.
Il carcere di Vasto invece presenta una situazione più critica. Il sovraffollamento riguarda anche la sezione disabili, creando difficoltà logistiche e infermieristiche. Le strutture mostrano carenze evidenti nella manutenzione, con arredi vecchi o insufficienti e impianti che non rispettano tutti i requisiti di sicurezza previsti. I servizi igienici necessitano di interventi urgenti per risultare funzionali e igienici. Le procedure di disinfezione sono giudicate non adeguate, aumentando i rischi di diffusione di malattie infettive.
Risposte incomplete e criticità sanitarie negli istituti penitenziari italiani
A livello nazionale, le relazioni delle Asl raccolte dall’associazione Luca Coscioni coprono solo una parte degli istituti. Su oltre 80 Asl contattate, circa 66 hanno fornito dati, spesso incompleti o superficiali. Tra le informazioni mancanti spiccano i dettagli sulle ispezioni, la manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché sulle condizioni igieniche reali osservate.
Il sovraffollamento medio nelle carceri italiane supera il 134%, un dato che aggrava la gestione sanitaria e l’organizzazione interna. Nonostante questo, i rapporti indicano che molte strutture non hanno ricevuto nemmeno interventi di manutenzione ordinaria negli ultimi mesi, con conseguenze evidenti sulla sicurezza e sul benessere dei detenuti.
Questa situazione apre molte questioni sulla capacità delle autorità sanitarie e penitenziarie di garantire condizioni minimali di vivibilità. La scarsità di informazioni dettagliate porta a una difficoltà nel valutare e intervenire efficacemente, lasciando aperte situazioni di rischio sanitario che riguardano più direttamente persone già in difficoltà per la loro condizione detentiva.
Il quadro che emerge sottolinea la necessità di monitoraggi più approfonditi e di una diffusione più trasparente dei dati. Solo con un controllo costante e accessibile sarà possibile individuare e risolvere le questioni sanitarie e strutturali nelle carceri italiane.