La cronaca milanese è segnata da un episodio di violenza che ha portato all’arresto di un uomo di 40 anni, accusato di aver ferito gravemente Antonio Abruzzese, un giovane di 31 anni. L’episodio risale al 9 aprile e si è svolto in viale Marche, in una zona semicentrale della città. Le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia Duomo hanno portato alla cattura del presunto aggressore, Morello Bevilacqua, la cui colpevolezza è avvalorata da prove concrete.
La sparatoria in viale Marche
L’incidente si è verificato in pieno giorno, attirando l’attenzione dei passanti. Stando alle ricostruzioni, Bevilacqua avrebbe aperto il fuoco prima contro l’auto di Abruzzese, per poi colpirlo direttamente alle gambe con due spari. Le conseguenze per Abruzzese sono state gravissime, con ferite che hanno richiesto interventi medici significativi. L’atto violento non solo ha messo in pericolo la vita della vittima, ma ha anche scosso la comunità locale, già preoccupata per l’aumento della violenza nelle strade.
La svolta nelle indagini
Le indagini, condotte dai carabinieri, si sono avvalse di diverse tecniche investigative. Le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza hanno fornito un cronoprogramma dettagliato degli eventi, contribuendo a identificare il responsabile. Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato conversazioni che indicano un clima di tensione tra i due uomini, suggerendo premeditazione nell’agguato. Ulteriori prove hanno supportato l’accusa: il Dna di Bevilacqua è stato rinvenuto nella zona del delitto, legittimando la sua cattura.
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Le dinamiche della faida familiare
Il movente che ha portato all’aggressione sembra affondare le radici in un conflitto interno tra famiglie sinti, a cui appartengono sia l’arrestato che la vittima. Prima dello sparo, sarebbero accaduti episodi di intimidazione e insulti, in particolare attraverso la piattaforma TikTok, evidenziando come le rivalità familiari possano degenerare in atti di violenza drammatica. Questi precedenti di tensione tra le famiglie hanno creato un contesto di inimicizia che ha culminato nella sparatoria.
L’episodio sottolinea un problema più ampio che coinvolge la comunità, sollevando interrogativi su come le dispute familiari possano creare situazioni di rischio per l’intera popolazione. Le autorità locali sono chiamate a riflettere su misure preventive e di intervento per arginare simili situazioni in futuro.