Arrestato un 36enne per estorsione: minacciato un invalido per oltre un anno

Arrestato un 36enne per estorsione: minacciato un invalido per oltre un anno

Arrestato un 36enne ad Amantea per estorsione aggravata nei confronti di un invalido, dopo oltre un anno di minacce e violenze. La comunità esprime sollievo e chiede maggiore vigilanza.
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Arrestato un 36enne per estorsione: minacciato un invalido per oltre un anno - Gaeta.it

Un caso inquietante di estorsione ha suscitato preoccupazione tra i cittadini di Amantea, mentre un 36enne è stato arrestato dalle forze dell’ordine. La vicenda ha coinvolto una persona invalida e una serie di violenze e minacce protratte nel tempo. Questo articolo approfondisce i dettagli dell’accaduto, le modalità del crimine e le reazioni della comunità.

Le accuse di estorsione aggravata

Il 36enne, già noto alle forze di polizia, è stato arrestato in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari della Procura della Repubblica di Paola. La Procura, coordinata dal procuratore facente funzione Ernesto Sassano, ha avviato l’inchiesta dopo aver ricevuto diverse segnalazioni da alcuni cittadini riguardanti presunti abusi nei confronti di un invalido. Le indagini hanno rivelato un quadro allarmante di violenza e coercizione che il sospettato ha utilizzato per appropriarsi di beni e denaro della vittima.

Secondo le informazioni emerse, il 36enne e la sua compagna avrebbero costretto l’invalido a consegnare denaro e beni materiali attraverso minacce e atti intimidatori. Questa dinamica di estorsione si sarebbe protratta per oltre un anno, durante il quale la vittima ha vissuto in uno stato di paura e oppressione. A complicare ulteriormente la situazione, è emerso che l’uomo si sarebbe anche impossessato di una carta libretto postale intestata alla madre della vittima, anch’essa invalida.

Le indagini e le prove raccolte

I carabinieri della Compagnia di Paola e della stazione di Amantea hanno svolto un lavoro meticoloso per raccogliere prove sufficienti a sostenere le accuse. Dopo aver ricevuto segnalazioni dalla comunità, gli agenti hanno eseguito controlli mirati e hanno trovato nella disponibilità dell’arrestato la carta libretto postale, completa di codice PIN. Grazie a queste scoperte, i militari hanno potuto ricostruire una serie di episodi di vessazione e abuso che si sono verificati quotidianamente.

Le indagini hanno portato alla luce come l’accusato prelevasse regolarmente la pensione di invalidità e di reversibilità della madre della vittima, appropriandosi della maggior parte della somma. Inoltre, sarebbero emersi episodi in cui la vittima ha dovuto chiedere aiuto a conoscenti e amici per far fronte alle richieste economiche incessanti dell’indagato. Questo comportamento ha non soltanto messo in pericolo la stabilità finanziaria della vittima, ma ha anche inflitto un notevole stress emotivo e psicologico, evidenziando l’estrema vulnerabilità della persona coinvolta.

Reazioni della comunità e della polizia

L’arresto del 36enne ha generato un diffuso senso di sollievo tra i residenti di Amantea, preoccupati dall’emergere di tali crimini nella loro comunità. Le forze dell’ordine hanno espresso soddisfazione per il lavoro svolto, mettendo in luce l’importanza della collaborazione con i cittadini per combattere episodi di violenza e crimine. L’invito della polizia è stato chiaro: è fondamentale che le persone continuino a segnalare comportamenti sospetti o violenti, affinché le autorità possano intervenire tempestivamente e proteggere coloro che non possono difendersi.

Inoltre, le istituzioni locali stanno valutando l’attuazione di iniziative di sensibilizzazione su tematiche legate alla violenza e all’estorsione, in modo da tutelare i membri più vulnerabili della comunità. La denuncia di situazioni di abuso è cruciale per fermare il ripetersi di questi atti, e un maggiore coinvolgimento da parte di tutti potrebbe fare una differenza significativa nel creare un ambiente più sicuro.

Questa vicenda mette in luce non solo i pericoli dell’estorsione, ma anche la necessità di una vigilanza collettiva per proteggere le persone più vulnerabili all’interno della società.

Ultimo aggiornamento il 7 Novembre 2024 da Laura Rossi

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